23 aprile 2014

#PSR : L’anatema dei prossimi sette anni | Non vorremmo avere la #fontina a 18 euro al chilo e nessuno più che la produce!


Il Direttore di Coldiretti, Ezio Mossoni, mi ha inviato questo suo testo che pubblico volentieri...

La Politica della nostra Regione sta attraversando un periodo di crisi profonda, qualcuno dirà che tanto  dibattito e tante idee sono, comunque, garanzia di democrazia ma è altrettanto vero che il “blocco decisionale” o comunque “lo stallo normativo” dovute al periodo di incertezza sono deleterie all'economia e allo sviluppo del territorio.

Il danno si accresce in una società moderna che, oramai,  non possiamo nemmeno più sostenere si “modifica” velocemente perché le modifiche avvengono – letteralmente – dopo un periodo di stabilità. La società invece, si “trasforma” in continuazione, non esistono più periodi stabili, tutto è in costante movimento giorno dopo giorno.
Questa constatazione “filosofica” perché, credo, possa essere da riferimento per capire l’importanza delle scelte che regoleranno i prossimi sette anni della nostra agricoltura attraverso il Programma di Sviluppo Rurale.
L’Unione Europea è arrivata ad un parto dopo anni di discussioni, analisi, proiezioni e proposte, lo Stato deve fare le sue scelte e poi arrivano le scelte delle Regioni.

Sarebbe assolutamente falso sostenere che, per le passate programmazioni, la Regione abbia, in qualche modo trascurato i vari PSR che si sono succeduti, anzi è stato predisposto un impianto che permette, oggi, di lavorare molto serenamente sul piano tecnico.

E’ altrettanto vero, però, che a fianco del PSR avevamo una legge di settore ( L.R. 32/2007) che permetteva una operatività snella, interventi efficaci e immediati ma, soprattutto, ben finanziati.
Ora non scopro certo io che tale opportunità è sparita e non c’è bisogno di essere dei grandi esperti per immaginare, di conseguenza, quale valore possa assumere il prossimo PSR per l’agricoltura della nostra Regione.

Non si tratta di un provvedimento che permetta di gestire la crisi e…..”poi vedremo”…..si tratta della programmazione dei prossimi sette anni.
Fra sette anni chi vi scrive, volendo il Signore, (ma anche il Governo) sarà in pensione, i politici che oggi litigano, ma devono decidere le strategie, avranno terminato il loro mandato e saranno chissà dove, ma gli agricoltori ed allevatori, saranno ancora alle prese con le regole che devono essere stabilite oggi.  Se la situazione sarà migliorata, o almeno mantenuta,  sarà merito di tutti noi, se sarà peggiorata sarà colpa di tutti noi.

Mi si dirà che gli uffici stanno lavorando, hanno già lavorato, e tutto il possibile viene e verrà fatto: non basta, gli uffici stanno lavorando, le associazioni agricole stanno dando la massima disponibilità e il massimo contributo; abbiamo fornito idee e documenti. Coldiretti ha presentato dapprima una scheda progetto con l’Associazione Allevatori, poi una seconda proposta condivisa a sostegno della prima per valorizzare il patrimonio zootecnico e attraverso ciò  il territorio le produzioni e la biodiversità. Noi siamo tutti convinti che la parte tecnica ha fatto e farà la sua parte, come sempre, ma  il problema non è questo, il problema reale – ecco dove deve entrare in campo la politica con decisioni importanti – é che la “coperta” sarà sempre più corta e bisognerà decidere i livelli di intervento in relazione agli effettivi beneficiari non dimenticando che la legge di settore, di cui dicevo prima, non esiste praticamente più.

E’ importante che tutti quelli che fanno attività agricola in montagna vengano aiutati, ma  chi vive solo di agricoltura deve essere il cardine sul quale costruire lo sviluppo rurale dei prossimi sette anni. Il rischio è di estinzione del settore così come lo conosciamo, la conseguenza sarà l’abbandono del territorio con pochissimi agricoltori tesi al profitto,  poche grandi stalle sull'asse centrale della Regione, vicino all'autostrada, nessuno potrà più permettersi di salire in alpeggio, dispersione progressiva della razza e del prodotto, territorio e ambiente abbandonati, gestione delle deiezioni sempre più difficile……...troppo pessimista ? Spero che chi deve decidere lo sia altrettanto chiedendosi se la Valle d’Aosta intera può permettersi tutto ciò; queste scelte competono alla politica che deve essere ben conscia di cosa gestisce e assumersene le relative responsabilità. Come dice un amico allevatore, non vorremmo – tra sette anni – avere la fontina a 18 euro al chilo e nessuno più che la produce !       

0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web