Il Direttore di Coldiretti, Ezio Mossoni, mi ha inviato questo suo testo che pubblico volentieri...
La
Politica della nostra Regione sta attraversando un periodo di crisi profonda,
qualcuno dirà che tanto dibattito e
tante idee sono, comunque, garanzia di democrazia ma è altrettanto vero che il
“blocco decisionale” o comunque “lo stallo normativo” dovute al periodo di
incertezza sono deleterie all'economia e allo sviluppo del territorio.
Il
danno si accresce in una società moderna che, oramai, non possiamo nemmeno più sostenere si
“modifica” velocemente perché le modifiche avvengono – letteralmente – dopo un
periodo di stabilità. La società invece, si “trasforma” in continuazione, non
esistono più periodi stabili, tutto è in costante movimento giorno dopo giorno.
Questa
constatazione “filosofica” perché, credo, possa essere da riferimento per
capire l’importanza delle scelte che regoleranno i prossimi sette anni della
nostra agricoltura attraverso il Programma di Sviluppo Rurale.
L’Unione
Europea è arrivata ad un parto dopo anni di discussioni, analisi, proiezioni e
proposte, lo Stato deve fare le sue scelte e poi arrivano le scelte delle Regioni.
Sarebbe
assolutamente falso sostenere che, per le passate programmazioni, la Regione
abbia, in qualche modo trascurato i vari PSR che si sono succeduti, anzi è
stato predisposto un impianto che permette, oggi, di lavorare molto serenamente
sul piano tecnico.
E’
altrettanto vero, però, che a fianco del PSR avevamo una legge di settore (
L.R. 32/2007) che permetteva una operatività snella, interventi efficaci e
immediati ma, soprattutto, ben finanziati.
Ora
non scopro certo io che tale opportunità è sparita e non c’è bisogno di essere
dei grandi esperti per immaginare, di conseguenza, quale valore possa assumere
il prossimo PSR per l’agricoltura della nostra Regione.
Non
si tratta di un provvedimento che permetta di gestire la crisi e…..”poi
vedremo”…..si tratta della programmazione dei prossimi sette anni.
Fra
sette anni chi vi scrive, volendo il Signore, (ma anche il Governo) sarà in
pensione, i politici che oggi litigano, ma devono decidere le strategie,
avranno terminato il loro mandato e saranno chissà dove, ma gli agricoltori ed
allevatori, saranno ancora alle prese con le regole che devono essere stabilite
oggi. Se la situazione sarà migliorata,
o almeno mantenuta, sarà merito di tutti
noi, se sarà peggiorata sarà colpa di tutti noi.
Mi
si dirà che gli uffici stanno lavorando, hanno già lavorato, e tutto il
possibile viene e verrà fatto: non basta, gli uffici stanno lavorando, le
associazioni agricole stanno dando la massima disponibilità e il massimo
contributo; abbiamo fornito idee e documenti. Coldiretti ha presentato dapprima
una scheda progetto con l’Associazione Allevatori, poi una seconda proposta
condivisa a sostegno della prima per valorizzare il patrimonio zootecnico e
attraverso ciò il territorio le
produzioni e la biodiversità. Noi siamo tutti convinti che la parte tecnica ha
fatto e farà la sua parte, come sempre, ma
il problema non è questo, il problema reale – ecco dove deve entrare in
campo la politica con decisioni importanti – é che la “coperta” sarà sempre più
corta e bisognerà decidere i livelli di intervento in relazione agli effettivi
beneficiari non dimenticando che la legge di settore, di cui dicevo prima, non
esiste praticamente più.
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