8 giugno 2014

Marco Gianni (L'Eubage): «Vogliamo farci conoscere di più al di fuori della Valle d'#Aosta»

Marco Gianni
Intervista a Marco Gianni, dell’Eubage, società valdostana attiva nel settore dell’audiovisivo.

La vostra è un’azienda da tempo presente sul mercato…
L’Eubage è nata nel 1997

Come mai avete scelto il nome  L’Eubage?
E’ un’intuizione di Luisa Montrosset, socia attuale nonché fondatrice. L’Eubage è il titolo di un romanzo di Blaise Cendrars, il grande poeta e scrittore francese che dovendo individuare una figura archetipica per l’artista è andato a cercarsi l’Eubage che potremmo tradurlo come il visionario.

Discretamente impegnativo come nome...
Assolutamente sì. Infatti abbiamo bisogno di parecchi anni ancora per essere all’altezza del nome

Chi dà vita oltre a te alla società?
Dopo vari cambiamenti siamo io, Luisa Montrosset, Enrico Montrosset e Luca Bich.

Quali sono i vostri prodotti?
Noi siamo dei produttori di cinema-documentario a vari livelli su vari formati con una produzione molto presente sul territorio valdostano grazie anche alla Sede regionale Rai e poi con produzione autonome supportate da varie enti che proprio ultimamente ci hanno visti protagonisti al festival di Trento in quanto i miei colleghi Luca ed Enrico hanno vinto nell’ambito della sessantaduesima edizione del Trento Film Festival il prestigiosissimo premio Città di Imola, riservato al miglior film, documentario o fiction di autore italiano e prodotto in Italia. Luca ed Enrico hanno vinto con il film Verso Dove, ritratto del grande alpinista austriaco Kurt Diemberger.

Un premio che qualifica il vostro lavoro e apre nuovi mercati…
Assolutamente. In questo senso un ruolo di passaggio, di finestra lo gioca molto la Filmcommission Valle d’Aosta che ha supportato questa ed altre produzioni sia nostre che di altri produttori. E’ importante in quanto dà la possibilità di partire con un progetto significativo e poi andarsi a cercare sponsor e sostenitori anche fuori Valle.

Come è il mercato valdostano? Con quale tipologia di committenti vi confrontate?
Sostanzialmente direi che la sede Rai regionale è il soggetto principale, senza dimenticare la Filmcommission. Ci sono poi a livello di sponsor pubblici come Regione, Comuni che hanno sempre bisogno di produzioni per comunicare delle attività. Poi dal punto di vista giornalistico ci sono altri committenti.

Voi operate anche al di fuori del mercato valdostano...
Ci piace nello spirito del cinema-documentario indagare anche su altri territori. Si sono appena concluse le riprese di un film a Cuba dedicate ad un musicista cubano emigrato negli Stati Uniti. Io ho girato lo scorso anno in Burkina Faso e stiamo chiudendo un film su questa esperienza. Sicuramente il cinema-documentario è anche un po’ un pretesto per andare a scoprire questi nuovi territori.

Ma come nascono queste idee?
Sempre da amicizie, collaborazioni, chiacchierate, ma soprattutto da curiosità comuni e quindi da lì trovano poi i collegamenti e la scintilla che fa scattare la necessità di andare a girare in un posto piuttosto che in un altro e poi ovviamente i progetti che si realizzano sono un 5% rispetto a quelli che si inventano.

Questi progetti come riescono ad avere gambe? Per Cuba avete aperto una raccolta fondi…
Da un’idea, nasce una richiesta alla Filmcommission valle d’Aosta che è stata accolta. Da lì la raccolta fondi on line per chiudere il budget e che è andata abbastanza bene. E poi ci sono altri sostegni che si cercano dopo le riprese, dopo il montaggio magari con la pubblicazione di un Dvd.

Come si promuove un simile prodotto? Come avviene, ad esempio, la partecipazione ai festival?
Noi abbiamo la fortuna di essere già conosciuti sia per le nostre produzione sia perché portiamo avanti anche l’attività di organizzazione di festival da tanti anni. Si riesce così ad avere una vetrina e magari ad ottenere un premio, che spesso è in denaro e può aiutare  a chiudere il cerchio e arricchire il budget di un film.

Ci sono differenze tra il mercato valdostano e quello fuori valle?
In questo periodo di crisi c’è stato un livellamento generale verso il basso. Il nostro settore sicuramente ha patito molto la crisi di conseguenza la disponibilità di fondi anche pubblici o attraverso il tax credit è diminuita adesso speriamo che il settore riparta. Va anche detto che comunque grazie alla filmcommission è stato possibile alzare il livello delle produzioni e avere un interlocutore istituzionale molto forte.

Il tax credit, cioè il credito fiscale che un’azienda ottiene finanziando un prodotto audiovisivo, orse deve essere fatto ancora un po’ conoscere in Valle . La Film Commission si sta impegnando in questa direzione…
Questo permette ai grandi livelli a determinati fondi di entrare nel settore e così le grandi produzioni riescono a chiudere il bilancio. A livelli più piccoli può aiutare anche delle piccole imprese  a creare una rete di tanti satelliti, di tanti supporter dei propri progetti per riuscire così a realizzare un film.

Una novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda?
Stiamo chiudendo il prodotto cubano ed africano e poi dovremmo ripartire con nuovi progetti…

Un sogno imprenditoriale da realizzare…
Come azienda sarebbe importante acquisire un’identità sul mercato nazionale e internazionale con le nostre produzioni ed essere conosciuti non soltanto per i titoli dei film che hanno avuto più successo o per alcune collaborazioni, ma come identità di casa di produzione.

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