3 luglio 2014

Dario #Ceccarelli (Osservatore regionale economico sociale): «Cresce il processo di #terziarizzazione»

Intervista a Dario Ceccarelli, responsabile dell'Osservatorio regionale economico sociale.

Venerdì 13 giugno avete presentato il nono censimento delle industrie e dei servizi ed il Censimento delle Istituzioni no profit...
Innanzitutto per correttezza è bene dire che si tratta di una iniziativa presa dall'Istat e da Unioncamere nazionale di presentazione dei dati in tutte le regioni italiane. In questo caso c'è poi una collaborazione nostra come Osservatorio e come Camera di Commercio di Aosta. Entrambi abbiamo contribuito a realizzare il volumetto. I censimenti come è noto sono delle indagini che danno dei dati strutturali delle società. Non si tratta di indagini congiunturali che danno il polso di cosa è successo oggi ma ci dicono che cosa è cambiato nel corso di un periodo piuttosto lungo di tempo nell'economia o nella popolazione. Abbiamo già presentato quello sull'Agricoltura e poi quello sulla popolazione. E ora tocca a quelli economici e coinvolge anche le istituzioni no profit e pure quelle pubbliche. Si tratta di indagini che l'Istat realizza a livello decennale, ma che ormai si stanno impostando per essere aggiornate annualmente, innanzitutto per avere una maggior disponibilità di informazioni ogni anno e poi per essere meno invasivi nel chiedere dati e nel fare indagini capillarmente, ma ci si orienta utilizzando liste amministrative e utilizzandone molte di varie fonti. Questo permetterà di avere dei dati in continuo.

Ci sono altre differenze rispetto alle recenti rilevazioni  di Banca d'Italia e Camera di Commercio?
La questione temporale è quella principale. Queste sono annuali le altre decennali. Inoltre il censimento ha la peculiarità di avere delle informazioni molto più analitiche, più granulari. Sono forniti dati fino al livello comunale con una articolazione più fine rispetto alle normali indagini messe a disposizione ogni anno. Di conseguenza ha una ricchezza informativa molto diverso.

Il censimento si occupa anche di istituzioni pubbliche. Che cosa si intende?
Si riferisce  a tutti gli enti che rientrano nella pubblica amministrazione, sia centrali, come ministeriali o Agenzia delle Entrate, che regionali, senza dimenticare quelli economici come ad esempio la Camera di Commercio, l'Università della Valle d'Aosta e pure, caso molto particolare dovuto alle nostre competenze, la rete di tutte le istituzioni scolastiche, che in altre realtà è stata rilevata direttamente tramite il Ministero dell'Istruzione e a livello centrale. Questo è un po' l'universo di riferimento.

Sulle imprese rispetto allo scenario di dieci anni fa che cosa è cambiato?
L'elemento più importante è il processo di terziarizzazione. A livello settoriale crescono alcuni livelli dei servizi, mentre industria e costruzioni segnano una contrazione, soprattutto dell'occupazione. Di conseguenza si accentua questo processo anche nel settore privato. Turismo, commercio, ristorazione hanno una dinamica positiva sia in termini di addetti che di unità locali. Tra gli altri emerge anche il settore dei servizi alle imprese che sta acquisendo pure un certo peso in termini di addetti. A contraltare di questa dinamica abbiamo i settori produttivi in senso stretto che registrano segnali negativi soprattutto per l'occupazione. Naturalmente bisogna tenere conto del fatto che il censimento prendendo come lasso di tempo il periodo 2001-2011 parte di queste modifiche sono dovute ai primi anni di crisi che come è noto è iniziata nel 2008. Non si vedono tutti gli effetti che ha prodotto la crisi in quanto dai dati più recenti questo processo si è ancora più rafforzato.

Il mondo del no profit invece appare come più dinamico...
Certamente. Crescono gli addetti, le unità locali e le istituzioni. Crescono ad una velocità inferiore a quella nazionale, ma sempre in maniera positiva. E' una tendenza che ci accomuna col nazionale noi abbiamo un ruolo più importanti che altrove soprattutto se si rapporta il numero di addetti volontari e retribuiti rispetto alla popolazione. La dinamicità sta dunque anche nelle possibilità di lavoro che assicura.

Ci sono dei trend locali che non si vedono a livello nazionale e viceversa?
Siamo abbastanza in linea con l'Italia. Ci sono poi delle diversità un po' più puntuali che si possono notare. Sicuramente un aspetto che ci contraddistingue è che il settore pubblico diminuisce in termini di unità, ma non come addetti. Questo è dovuto però alla specificità della nostra realtà e non tiene conto di dati più recenti dove anche nella nostra regione si osserva una contrazione dei dipendenti pubblici, ma allo stesso tempo nel periodo così lungo questi dati sono stati influenzati dal passaggio di alcune competenze in capo allo Stato alla Regione e questo ha comportato passaggio di personale. Ad esempio la regionalizzazione della motorizzazione civile, dei servizi per l'impiego, la nascita dell'Università, nata nel 2000 ma sviluppatasi come addetti negli anni successivi. E' un dato dunque in controtendenza ma in parte distorto da alcuni elementi locali e al quale temporalmente tutto sommato ci stiamo allineando.

Questi dati sono pubblici e c'è un sito dove consultarli?
Assolutamente sì. C'è il sito dell'Istat dove è possibile scaricarli e costruire tabelle in base alle proprie esigenze. E sono pure disponibili in parte sul nostro sito dove si può trovare gratuitamente il volume pubblicato ultimamente. Progressivamente metteremo a disposizione anche noi i dati puntuali ed eventuali ulteriori commenti.

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