18 gennaio 2020

Antonella Lucchese (giovani #commercialisti): «La Valle ha bisogno di professionisti in grado di sostenere le aziende e partite iva del territorio»

Da sinistra Adele Siciliano (consigliere), Daniela Martorina (vice presidente), Lucchese Antonella (presidente), Pison Daniele (vice presidente), e Ferraris Mathieu (consigliere). Non presente in foto Meynet Monica
Proponiamo l’intervista a Antonella Lucchese, Presidente dei Giovani Commercialisti della Valle d’Aosta. 

Abbiamo già intervistato i rappresentanti dell’Ordine dei Commercialisti. Quali sono gli obiettivi specifici dei giovani commercialisti?
L'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili è stata costituita il primo
maggio 1966, per la necessità di costituire un organismo nazionale di rappresentanza in grado di operare con efficacia, oltre che all'interno della categoria, anche nei confronti di tutti quei soggetti individuali e collettivi che possono incidere sull'attività dei Giovani Dottori Commercialisti o influenzarne le prospettive professionali. L'Unione è aperta a tutti i dottori commercialisti, praticanti ed esperti contabili di età inferiore a 43 anni. La tutela della professione di Dottore Commercialista
costituisce l'obiettivo primario dell'Unione Nazionale: suggerendo percorsi formativi, fornendo supporti logistici ed intervenendo a livello istituzionale mira a favorire l'inserimento dei giovani nella società e nella professione. L'Unione Nazionale rappresenta, pertanto, un fondamentale punto di incontro e di confronto tra i propri associati e attraverso una costante attività di monitoraggio e di analisi dello scenario politico ed economico nazionale e comunitario, svolge un ruolo determinante per lo sviluppo e l'orientamento professionale dell'intera categoria dei dottori commercialisti. Sono attive sul territorio oltre 100 "Unioni Locali" per un totale di circa 10.000 soci aderenti. Ciascuna di esse ha una propria autonomia funzionale e rappresenta la realtà del rispettivo contesto economico locale. Tutte le Unioni operano con azioni e interventi coordinati per il perseguimento degli obiettivi comuni.

Quanti iscritti avete?
L’unione locale della Valle d’Aosta, fondata nel Giugno del 2016 dalla sottoscritta e i colleghi fondatori conta una trentina di iscritti. Abbiamo rinnovato a Giugno di quest’anno il direttivo dell’Unione e sono stata rinnovata come Presidente.

Quando ha iniziato il suo percorso professionale?
Mi sono laureata a Torino nel 2009. Ho poi portato avanti il mio praticantato qui in Valle per poi diventare collaboratrice in due importanti studi di Torino. Ho poi deciso di lasciare il lavoro a Torino (non lo studio, procedendo con il dottorato) per tornare in Valle, aprire il mio studio e stabilirmi qui.

Rispetto ai senior è cambiato il vostro approccio alla professione?
Il ruolo del commercialista non si modifica in base all’età. É un lavoro complesso che necessita di
continuo aggiornamento. Sicuramente la giovane età ci permette di fare gruppo fra noi anche in maniera più informale, ma l’approccio alla professione è e rimane impostato alla serietà ed alla disponibilità.

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
È innegabile che la situazione socio–economica nazionale stia determinando sempre di più il nostro impegno. La difficoltà che il nostro Paese sta incontrando nell’uscita dalla crisi sicuramente incide sulle imprese grandi o piccole, spesso spaesate o intimorite anche dalla mutevolezza a volte repentina delle regole. In questo scenario è ovvio che il nostro ruolo diventa fondamentale per supportare la forza produttiva del paese. In Valle la stessa problematica va ad aggiungersi alle difficoltà relative alle specifiche logistiche e di mercato tipiche del nostro territorio. Specifiche che però possono diventare motivo di rilancio e opportunità per il territorio, se affrontate con la giusta cultura e supporto.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
A mio giudizio lo spazio per giovani commercialisti valdostani c’è. Ovvio che il percorso per  diventare commercialisti é lungo e richiede passione. La Valle ha bisogno di professionisti in grado di sostenere le aziende e partite iva del territorio.

La vostra professione è fortemente chiamata a specializzarsi…
Più che la professione, penso che il talento e le preferenze di ogni singolo commercialista portino a specializzarsi in un ambito piuttosto che un altro. Importante in maniera assoluta è la formazione,
continua e più eterogenea possibile. La specializzazione, specialmente in un territorio particolare
come il nostro è sicuramente un valore aggiunto sia per il professionista che per il cliente.

Quali sono i settori di maggior interesse?
Allo stato attuale penso che 3 settori siano sicuramente importanti e degni di un approfondimento. Il
Terzo Settore, l’Agricoltura ed il settore del Turismo, dell’Accoglienza e Ristorazione. Questi 3 spazi
socio economici sono sicuramente ambiti che coinvolgono molti valdostani, fra i quali molti giovani e meno giovani che si affacciano a nuove avventure lavorative. La Valle D’Aosta ha bisogno di loro per un rilancio omogeneo e per queste persone è necessario che i professionisti che li seguono siano
informati, formati e appassionati.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Sicuramente tanta disponibilità allo studio ed al sacrificio. Specie negli anni dell’università e nei primi anni di praticantato. Il tempo da dedicare alla professione è molto e spesso le scadenze ci obbligano a giornate di lavoro molto lunghe, anche di sabato e domenica. Un lavoro che può dare molte soddisfazioni se fatto con passione e continuità.

C’è stato ad Aosta un convegno sull’equo compenso. Anche la vostra professione è interessata da questa problematica?
Eh, spesso il commercialista viene percepito con difficoltà perché legato ad aspetti anche poco piacevoli per il contribuente. Ma il nostro lavoro è indispensabile e fondamentale per tutelare il cliente. E questo lavoro comporta molte responsabilità, impegno e lavoro, senza contare il tema toccato prima, del tanto tempo dedicato al lavoro. Tutto questo ovviamente legato alla professionalità
costante ha un valore e, come tale, va remunerato.

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