da sinistra Vicquéry, Nicoletta, Sarica, Gerard e Incoletti |
Di
cosa si tratta?
Circa
un anno fa abbiamo iniziato ad avere degli incontri informali tra i
vari presidenti dei gruppi giovani regolarmente costituiti delle
varie associazioni imprenditoriali valdostane. Dopo un anno di
incontri e discussioni ci siamo resi conto che tutti
indipendentemente l'uno dall'altro portavamo avanti dei progetti -
con la scuola in particolare - molto simili, con lo stesso fine e lo
stesso obiettivo ovvero cercare di insegnare la cultura di impresa
nelle scuole e in qualche modo trasmettere a tutti gli studenti
quello che è il valore del territorio valdostano. Abbiamo capito che
era inutile continuare a portare avanti queste iniziative ognuno per
proprio conto e attraverso un documento condiviso abbiamo cercato di
mettere insieme le forze per poter presentare progetti comuni.
Ed
è così nato il
manifesto...
Esatto.
Questo Manifesto è una traccia che abbiamo voluto lasciare per chi
ci sostituirà in futuro. Tutte le nostre cariche sono a tempo e
assolutamente non vogliamo che questa iniziativa sia legata alla
permanenza di un presidente piuttosto che dell'altro a capo di
un'organizzazione. Abbiamo così lasciato qualcosa di condiviso e
comune che possa durare nel tempo.Il documento si divide in due parti: manifesto e programma. Cosa possiamo dire sul manifesto. Sono cinque le parole chiave...
Sarebbe più corretto parlare di sei ma ne diremo meglio più avanti. Le cinque parole a cui accenna lei sono giovani, imprese, politica economica, scuola e territorio. Sono i temi sui quali ci vogliamo concentrare. Facciamo tutti parte di associazioni imprenditoriali che si occupano di vari argomenti e come gruppi giovani abbiamo la delega ad occuparci di tutto quello che è il mondo della scuola e dell'istruzione. Però siamo anche parte di associazioni che si occupano di imprese, di aziende e di politica economica. La sesta parola, quella più importante, è “insieme” che si trova alla fine del manifesto in quanto soltanto così riusciremo ad avere quella massa critica utile a fare dei progetti e ad avere un impatto sulla politica e sulla società valdostana.
Il
programma si struttura su tre parti. La prima è insegnare il
territorio...
E'
quella fondamentale. E' qualcosa che già facciamo nelle varie scuole
dove andiamo, dalle elementari alle superiori, e cerchiamo di
trasmettere la cultura di impresa ed insegnare delle competenze che
normalmente non vengono insegnate, questo con l'obiettivo di creare
dei cittadini migliori, più pronti ad entrare nel mondo del lavoro
e, soprattutto, delle persone che sanno cosa succede dietro ai muri
delle imprese, aspetto che non è così scontato.
Gli
altri due verbi importanti sono comunicare e intraprendere...
Comunicare
il territorio è l'altro principio fondamentale. Noi ci siamo resi
conto che spesso i ragazzi non sanno cosa hanno intorno. Recentemente
ho fatto un intervento in una scuola superiore in cui molto
banalmente ho fatto vedere i loghi di alcune aziende presenti in
Valle. Ho scoperto che i ragazzi non conoscevano neppure alcuni
marchi che sono di multinazionali di fama mondiale. Questo è
abbastanza preoccupante in quanto i giovani escono dalle Superiori e
non hanno neanche idea di quali possono essere le loro opportunità.
Vogliamo quindi promuovere il territorio valdostano con tutte le sue
caratteristiche e le sue qualità.
Quindi
un comunicare che aiuta l'intraprendere...
Che
aiuta le imprese esistenti, ma soprattutto che potrebbe costituire
uno stimolo a far nascere nuove aziende. Se uno è consapevole di
quello che gli sta intorno e che può offrire come prodotto specifico
potrebbe anche decidere di offrirlo sotto una forma imprenditoriale.
Che
cosa vi aspettate da questa vostra iniziativa?
L'iniziativa
ha due fini principali. Il primo è quello di cercare di unire un po'
le forze per migliorare i progetti singoli che attualmente vengono
portati avanti dalle varie associazioni. Il secondo – che se
vogliamo è racchiuso nell'ultimo punto del nostro programma cioè
l'intraprendere – consiste in una concreta richiesta alla politica
di ristrutturazione dell'incubatore valdostano. Vogliamo dire alla
politica e alla società valdostana che c'è una nuova risorsa che
possono sfruttare e che alle spalle ha l'esperienza di centinaia di
aziende, ma che soprattutto può contare su dei network nazionali che
su queste tematiche lavorano quotidianamente e possono offrire un
valore che è ineguagliabile.
Una
proposta pratica non soltanto intenti...
Noi
vogliamo un rilancio dell'economia valdostana e siamo convinti che
questo rilancio debba necessariamente passare attraverso l'incremento
delle nuove imprese e soprattutto la nascita di idee innovative che
possano portare nuove competenze e nuovi modi di sviluppare le
imprese in Valle d'Aosta. L'incubatore di Aosta è un ottimo
strumento tuttavia i risultati che ha avuto sino ad ora potrebbero
essere decisamente migliorati se venissero seguite alcune linee guida
che noi abbiamo fornito in questo documento. In particolare la nostra
proposta verte nel trasformare l'incubatore da generalista come è
ora in un incubatore specifico focalizzato sul tema del turismo non
come capacità ricettiva ma come un insieme di tecnologie e servizi
per il turismo. Quindi sempre aziende manifatturiere e di servizi ma
con un fine comune condiviso.
Il
vostro è stato anche un cammino di reciproca conoscenza e si è
percepito la solida intesa che è nata fra voi mentre presentavate il
documento...
C'è
stato un bellissimo cammino personale. Ci siamo incontrati all'inizio
forse per caso. Abbiamo iniziato tra presidenti di alcune
associazioni invitandosi a reciproche iniziative anche meno
istituzionali. Da lì è nata un'amicizia che ci sta legando ed una
voglia di lavorare insieme.
Quali
sono i prossimi passi?
Estremante
operativi. Vogliamo portare avanti questi progetti in modo comune.
Per fortuna partiamo già da un'ottima base in quanto i progetti sono
già in piedi anche se gestiti dalle singole associazioni. Il primo
passo sarà quello di coinvolgere tutte le altre associazioni nei
differenti progetti per avere un aiuto ed arrivare là dove come
singola associazione non si riesce ad arrivare. Il secondo sarà
quello di organizzare delle iniziative innovative che singolarmente
non era possibile, ma tutti insieme avrà un impatto ed un
significato diverso.
Qual
è il sogno imprenditoriale da
realizzare? Magari da qui ad un
anno...
L'auspicio
è abbastanza ovvio. Vorrei che questa iniziativa per il momento
partita soltanto come progetti per il futuro si concretizzasse e
diventasse una prassi consolidata il fare le cose insieme. Sono
fiducioso che chi mi succederà alla carica di Presidente così come
nelle altre associazioni. Porterà avanti questo discorso in quanto è
stato condiviso con tutti i gruppi e sono molte le persone che ci
hanno lavorato e può diventare davvero qualcosa di concreto.
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