12 giugno 2015

Maison #Anselmet: Semel Pater


Giorgio e Renato Anselmet hanno sin dall'inizio puntato su due capisaldi della Borgogna: lo Chardonnay e il Pinot Noir.Con lo Chardonnay i risultati sono stati immediati: un’affermazione in Italia prima, inquadrato ai massimi livelli da praticamente tutte le guide del Belpaese, nel Regno Unito poi con le medaglie assegnate da Decanter e infine negli Stati Uniti dopo che Wine Spectator lo ha posizionato tra i migliori 14 vini bianchi italiani.

“«Ora è il momento del Pinot Noir, di Semel Pater… semper pater, cioè una volta che si diventa padre, lo si è per sempre - spiega Giorgio - un vino che ho voluto dedicare a mio padre che, insieme a mia moglie Bruna mi è sempre stato vicino sostenendomi e aiutandomi. Noi Anselmet abbiamo una vera e propria passione per il Pinot Noir, infatti agli inizi, negli anni '90 io e mio padre siamo partiti e siamo andati a studiare tecniche e trucchi in Borgogna».

«Giorgio ci ha messo la tecnica - prosegue Renato - acquisita dopo tanti anni di gavetta, ma io ci ho messo la passione, tanta passione e insieme abbiamo creato Maison Anselmet e questo duro lavoro, impegno e tenacia ci hanno però ripagato con tante soddisfazioni. Questo Pinot Noir è un vino complesso sia nella realizzazione sia nella degustazione, caratterizzata da una complessità di profumi, e di sapori che si evolvono in bocca in modo inatteso e persistente»”.

La vigna è stata impiantata da Renato nel 1989 con cloni di pinot noir selezionati da Giorgio in Borgogna (#113, #115, #777), l'evoluzione vegetativa delle viti è seguita da Bruna Cavagnet, moglie di Giorgio; da ultimo, ma non per importanza, la selezione visiva e manuale delle uve è fatta dai giovani occhi delle nipoti di Renato, una Maison di nome e di fatto.

La vendemmia si svolge al mattino presto e, sfruttando un'antica tecnica francese, Giorgio verifica il bilanciamento tra acidità e zuccheri e decide come procedere. Arrivata l’'uva in cantina parte la fermentazione spontanea che dura tre giorni con piégeage manuali sino a 6 nell’'arco di 24 ore. La piégeage consiste in una pressione meccanica esercitata sul cappello (composto dalle bucce degli acini sospinte verso l’alto dalla CO2) fino a romperlo, facendolo affondare un pezzo per volta nel mosto sottostante. Si passa alla macerazione a freddo per circa 15 giorni a temperatura controllata (8°-10°C) con un paio di travasi. La malolattica avviene in barrique francese, l’'affinamento viene perfezionato in barrique francesi nuove (50%) e di più passaggi (50%) per i travasi si usa la tecnica del sous-tirage (il  travaso da barrique a barrique, estraendo dal basso e re-immettendo dall’'alto) per un periodo di affinamento totale di almeno 18 mesi. L’'annata 2013 è stata imbottigliata ad aprile 2015 e ha visto prodotte 2700 bottiglie borgognotte grand cru.

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