25 maggio 2017

Jean Claude Mochet (#AostaFactor): «Siamo una partecipata che sa stare sul mercato»

Jean Claude Mochet
Questa settimana proponiamo l’intervista a Jean Claude Mochet, Presidente di Aostafactor.

Il vostro ultimo bilancio ha fatto registrare numeri davvero impressionanti… Il 2016 ha nuovamente visto la Società raggiungere obiettivi di produzione di gran lunga le aspettative. L’esercizio 2016 di Aosta Factor ha chiuso con utile netto 3.726.195 euro in crescita del 23,7% sull’esercizio del 2015, a fronte di un risultato economico ante imposte di 5.385.952 euro (+22,5%), proseguendo il trend di crescita dell’ultimo quinquennio, con risultati produttivi e reddituali in miglioramento anno su anno; il risultato raggiunto anticipa gli obiettivi del piano industriale 2016-2018 e rappresenta ancora una volta il migliore di Aosta Factor dalla sua costituzione., pur essendosi trattato di un esercizio che si è distinto per l’eccezionalità degli impegni organizzativi e operativi. I traguardi commerciali raggiunti hanno consentito di anticipare alcuni degli obiettivi fissati dal Piano Industriale 2016/2018, gettando così delle buone basi per una favorevole prospettiva che riguarda gli esercizi 2017 e 2018.

Uno degli elementi più interessanti è il superamento del miliardo di euro di turnover. Per chi non è del settore spieghiamo di cosa si tratta e perché è un elemento positivo…
La Società ha raggiunto, per la prima volta nella sua ventennale storia, un turnover superiore al Miliardo di Euro, dimostrando una forte spinta commerciale e un rigoroso presidio dei rischi. Il Turnover è uno dei principali indicatori di settore ed è costituito dall’ammontare dei crediti ceduti al Factor, cioè i fatturati delle aziende clienti, oggetto di intermediazione; ha effetti positivi sulla redditività aziendale in quanto determina corrispettivi in termini di commissioni e trascina gli impieghi, quindi gli interessi sui finanziamenti. Più crediti generalmente vuol dire maggior impieghi e quindi maggiore redditività.

E’ giusto ricordare che il mercato del factoring è caratterizzato da colossi…
Il settore mantiene una configurazione che vede detenere il 60% del mercato da parte delle tre società bancarie leader storiche, a dimostrazione dello strategico interesse dei gruppi bancari verso l’industria del factoring. Il 2017 potrà vedere il sistema bancario protagonista di importanti riassetti e ciò interesserà quasi certamente anche l’evoluzione delle società specializzate nel factoring.

Immagino che il parco di clienti si sia ampliato. Siete entrati in contatto con qualche nuovo settore?
L’azione commerciale è stata caratterizzata dalla ricerca di una diversificazione settoriale e di prodotto, oltre che dal rafforzamento delle partnership nelle aree territoriali più interessanti e profittevoli. In particolare, ci si è affacciati a nuovi settori in positiva evoluzione quali la distribuzione farmaceutica, energia, cantieristica navale oltre ai tradizionali (costruzioni, automotive) L’attività a sostegno delle imprese valdostane è comunque stata potenziata, PMI e imprese artigiane in particolare, intervenendo in favore delle istanze finanziarie provenienti dal tessuto economico locale.

Mi ha colpito molto il lavoro fatto sulla riduzione dei costi…
Sul fronte dei costi, la sensibile riduzione rilevata sin da inizio anno è il risultato di scelte strategiche che hanno portato all’avvio degli accordi con il nuovo outsourcer, che hanno determinato un sostanziale risparmio rispetto al precedente contratto di service. In presenza di un allineamento agli obiettivi delle spese per il personale (in tutto solamente 14 persone), le altre spese amministrative sono sempre sotto stretto controllo e gestite in ottica di contenimento. Come si dice in gergo tra gli addetti al lavoro oggi i risultati si fanno soprattutto sulla parte bassa del conto economico.

Il binomio partecipata-azienda di mercato non è impossibile…
Questo è un argomento delicato, in quanto Aosta Factor è un’azienda partecipata da Finaosta (socio pubblico) che si muove sul mercato con logiche esclusivamente privatistiche e i risultati dimostrano che non può essere “imbrigliata” in dinamiche che nulla hanno a che fare con la logica della creazione del valore, l’unica che ispira il management aziendale. Basti pensare ai tetti agli stipendi ai manager pubblici che non facilitano la ricerca di nuove figure manageriali e non permettono il ricambio manageriale. In quanto soggetto vigilato dalla Banca d’Italia, la Società è da sempre vincolata a stringenti normative di settore, obbligando il management a rispettare regole di corretta e trasparente amministrazione, che tuttavia lasciano ampio spazio alle capacità e all’iniziativa imprenditoriale. Aosta Factor è un soggetto molto anomalo nel mondo delle partecipate e qualche riflessione sul suo futuro sarà a mio avviso indispensabile.

Tutto questo si realizza grazie a professionalità di qualità immagino…
Essendo una realtà di dimensioni limitate e con una specializzazione finanziaria, è del tutto evidente che la differenza la fanno le risorse umane. Nel nostro caso, ad una guida manageriale di grande esperienza, che ha dato risultati insperabili sino a qualche tempo fa e che ha soprattutto lavorato per far crescere professionalmente la struttura, occorre unire una compagine di amministratori che hanno fatto squadra, sostenendo sempre l’inarrestabile azione della guida operativa della Società.

Cosa possiamo dire sul piano industriale che arriva fino al 2018?
Il piano triennale 2016-2018 considera a livello strategico i fondamentali interventi di natura infrastrutturale, con l’avvento del nuovo service, i cui esiti economici positivi saranno evidenti anche negli esercizi a venire. Le linee guida si ispirano e trovano continuità rispetto agli obiettivi e ai risultati quali/quantitativi degli ultimi esercizi: in sostanza, i valori numerici da traguardare saranno ancora caratterizzati da un consolidamento della produzione e da una maggiore competitività.
La Società dovrà tenere conto di una fase congiunturale non ancora caratterizzata da una solida ripresa, in particolare per quanto riguarda l’economia italiana e specificatamente valdostana, ma anche per le insidie derivanti da un quadro globale non facilmente interpretabile.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Certamente sarebbe importante poter dare ulteriore vigore alla realizzazione di un progetto di costante ed organica evoluzione aziendale, che sfrutti pienamente le potenzialità del settore, sviluppando partnership strategiche al di fuori del nostro territorio, con istituzioni finanziarie solide e dinamiche. Poter quindi consolidare i risultati anche nei prossimi esercizi.
Quello che soprattutto mi auguro è che il futuro di Aosta Factor non venga condizionato dall’essere dominato da logiche pubblicistiche ossia che la società non venga imbrigliata dalle normative delle società pubbliche, perdendo la sua efficacissima vocazione al mercato.

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