5 novembre 2018

Piero Roullet (#Bellevue): «Nel turismo mancano...»

Questa settimana proponiamo l’intervista a Piero Roullet, uno dei titolari dell’Hotel Bellevue di Cogne e in passato presidente degli albergatori valdostani.  

Sin qui come è stato il 2018?
Per ora è andata bene. Bene laparte del turismo, della vite, delle mele, per tutto il resto…

Voi lavorate moltissimo con la clientela straniera…
Non moltissimo. Circa il 51% di clientela straniera. Ed è la situazione ideale. E’ sempre importante lo zoccolo duro dei clienti italiani che sono quelli più fidelizzati, mentre la clientela straniera è quella che ci fa vivere nei momenti in cui gli italiani non ce la fanno ad andare in vacanza.

L’impressione è che al di là della buona qualità del lavoro degli albergatori valdostani il sistema Valle d’Aosta dal punto di vista turistico non sia ancora così virtuoso. L’attuale momento favorevole dipenderebbe più da motivi esogeni che endogeni...
Forse è vero. In Valle d’Aosta abbiamo l’enorme fortuna di avere un paesaggio assolutamente incantevole, poi manchiamo, forse, di politica del turismo, di obiettivi precisi nel mondo del turismo e, forse, manchiamo anche oggi della qualità che caratterizza gli operatori turistici che hanno più successo. C’è una qualità ancora a macchia di leopardo. Ma non va bene perché i nostri competitor si stanno muovendo in modo compatto e anche pesante.

Lei spesso si confronta con operatori turistici non soltanto nazionali ma pure internazionali. Quali sono i nuovi trend del settore?  
Il trend è la capacità di rispondere in tempi rapidissimi alla richiesta del cliente. Si deve riuscire a vendere senza dover passare attraverso questo nuovi sistemi, ad esempio a booking, che costano delle percentuali spaventose e che in realtà poi vendono quelli più pronti a offrire loro la disponibilità in tempo reale…

Il piano del giorno…
Il piano del giorno ma pure i prezzi stessi del momento. Del resto i prezzi stessi stanno cambiando la tendenza oggi non è più quella di avere un listino diviso per stagioni, ma un prezzo in funzione della domanda e dell’offerta. In poche parole il prezzo può variare anche all’interno della giornata se ci sono molte camere libere è basso, se c’è poca offerta il prezzo sale. E questo già succede in alcuni alberghi della Valle d’Aosta. Fra pochi anni tutti saremo lì.

So che lei ha un’idea, una “modesta proposta”, come si suol dire, sul futuro del Grand Hotel Billia. Di cosa si tratta e come è nata questa idea?  
Io non ho un’idea, ma sento un’esigenza importante di avere in Valle d’Aosta una formazione molto più ampia di quella attuale. Noi abbiamo un’ottima Scuola alberghiera a Châtillon ma che dà numeri ridotti o irrilevanti. Da Châtillon escono ogni anno 70 persone tra camerieri e cuochi, metà dei quali sono figli d’arte e quindi non sono sul mercato. Noi abbiamo ad agosto 1500 stufe accese quindi avremmo bisogno di una quantità di migliaia di persone. Ebbene queste persone dobbiamo formarle, andarle a cercare in altre regioni perché nella nostra non c’è quasi offerta. Dobbiamo fare quello che sta succedendo nei paesi nostri concorrenti dove si sfanno percorsi scolastici di alta qualità, si finanziano questi percorsi, cioè le banche intervengono per pagare i corsi che poi vengono restituiti nei due-tre anni successivi alle scuole. Non dimentichiamo che il turismo è forse l’unica attività che può garantire l’occupazione. Pensate che la scuola Paul Boccuse di Lione nelle sue proposte garantisce l’impiego. Costa caro, dura tre anni e mezzo, è una laurea, ma c’è la garanzia scritta, offerta dalla scuola, dell’impiego con la qualifica. Credo che sia unica al mondo.

Quale destino per la Casa da gioco? Cosa farebbe lei se fosse in Consiglio regionale?  
Chiaramente cercherei di salvare la casa da gioco. Cercherei di evitare di portare i libri in tribunale. Ma non c’è ombra di dubbio che farei di tutto affinché la casa da gioco ragioni come ragionano gli imprenditori. Se i conti non tornano si devono ridurre le spese, se bisogna ridurre il personale si riduca il personale, se bisogna tagliare dei rami non produttivi come il Billia si taglino, come farebbe qualsiasi imprenditore privato. Non vedo perché la Casa da Gioco debba muoversi con delle logiche diverse da quelle di mercato.

Sul fronte politico il momento resta di grande confusione. Di certo questo non aiuta ad avere una visione dello sviluppo economico regionale...
La Casa da gioco ha un numero di clienti insostenibile per una azienda che abbia quel tipo di fatturato. E probabilmente dovremmo anche avere il coraggio di dare altra destinazione all’Hotel Billia che in questo momento costa molto di più di quello che rende ed esercita una concorrenza che a mio avviso non è sempre leale nei confronti degli alberghi che a Saint-Vincent giocano da privati con logiche economiche completamente diverse.

Nel turismo quali sono le tipologie di occupazione di cui c’è più domanda?
In questo momento mancano camerieri, ci sono abbastanza cuochi in quanto sono di moda in questo momento, mancano però maitre d’hotel, sommellier ed estetisti e massaggiatori per le spa degli alberghi. Un’estetista che sappia fare decorosamente il suo lavoro non ha di sicuro problemi di occupazione in Valle d’Aosta, ma così come le altre figure che ho appena citato.

Un dibattito di grande attualità a livello nazionale è stato quello dei migranti…Ed è un tema che tocca anche il Bellevue
Il Bellevue ha circa 80 collaboratori ed è evidente che in un momento in cui è sempre più difficile trovare chi si voglia occuparsi delle attività meno piacevoli, ad esempio i lavapiatti e i lavapentole, noi abbiamo in questo momento a ricoprire questo lavoro tre migranti, tre senegalesi, che lavorano con noi e siamo molto soddisfatti della loro volontà, della loro voglia di imparare. Chiaramente ci sono delle difficoltà. Non conoscono ancora perfettamente l’italiano, ma di certo la volontà c’è, il sogno loro è di realizzarsi, di potere avere il passaporto, di poter avvicinare la famiglia, il bisogno nostro è quello di avere qualcuno che soddisfi le esigenze di lavori per cui in Italia non troviamo persone disponibili.

Novità da segnalare per il 2019 del Bellevue?
Il Petit Restaurant aumenta del 50% la sua capactà, stiamo facendo le facciate dei nuovi balconi, i cappotti per migliorare l’isolamento, continuiamo ad investire tutti gli anni per cercare di essere perlomeno aggiornati, pur sapendo che in giro per il mondo i nostri concorrenti fanno di più e di meglio. Inoltre dal 2018 abbiamo aperto una panetteria interna così siamo autonomi in tutti i prodotti da forno.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Io sogno che tutti i valdostani si sentano operatori turistici, qualsiasi sia il loro lavoro, la loro occupazione perché il fatto di vivere in questa terra li obbliga ad essere attenti al mondo del turismo. Non dimentichiamo che in questa terra il turismo trascina con se l’economia dell’agricoltura e dell’artigianato che vedono nel turista la maggior parte degli acquirenti dei loro prodotti.

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