31 gennaio 2019

#Grandangolo sulle #Professioni in Valle d'Aosta: I #ConsulentidelLavoro

Lunedì 7 gennaio ha preso il via su Radio Proposta in Blu la trasmissione «Grandangolo: incontri
con le professioni in Valle d’Aosta» condotta da Fabrizio Favre. Si tratta della prima puntata di un ciclo durante il quale incontreremo tutti gli ordini e le associazioni professionali della Regione.
L’intervista come avviene oggi per i Consulenti del lavoro oltre che sul blog è stata anche proposta sul Corriere della Valle. Buona lettura. 



IDENTIKIT DEI CONSULENTI DEL LAVORO

Iscritti totali anno 2018: 84 (41 donne e 43 uomini)
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Renato Marchiando
Segretario: Daniela Broccolato
Tesoriere: Alessio Bertola
Consigliere: Pierluigi Begliuomini
Consigliere: Xavier Cesal
Trend: nei prossimi anni in termini di iscritti si prevede:
Stabile – a fronte di fisiologiche cancellazioni per
raggiunti limiti di età pensionabile si auspica l’iscrizione
di nuovi giovani Consulenti neoabilitati.
E-Mail: info@cdlvalledaosta.it
Sito internet: www.cdlvalledaosta.it – www.consulentidellavoro.it


INTERVISTA AL PRESIDENTE RENATO MARCHIANDO

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
A livello nazionale l’instabilità politica ha frenato il rilancio della produttività delle imprese
italiane che è una delle leve più importanti su cui agire per creare nuova occupazione. E’ la disoccupazione quindi una delle principali problematiche che affligge oggi il paese. A livello
nazionale si attesta intorno al 12% (8,6). Soprattutto la disoccupazione giovanile purtroppo
assume connotati abnormi toccando in talune regioni anche il 40% tra i giovani tra i 18 e 24
anni. Negli ultimi 3 anni le politiche del lavoro si sono concentrate prevalentemente su forme di
Renato Marchiando
decontribuzione che hanno favorito, seppur in forma minore di quella auspicata, la ripresa delle assunzioni dimostrando quindi quanto il costo del lavoro abbia la necessità di essere alleggerito. Le recenti riforme messe in atto hanno infatti spostato molti lavoratori da occupazioni a tempo determinato o autonomo a occupazioni a tempo indeterminato, stabilizzando quindi rapporti di lavoro già in essere: solo 1 su 10 contratti a tempo indeterminato ha riguardato persone che non avevano mai lavorato in precedenza. Ciò dimostra quindi che gli incentivi “a tempo” non sono soluzioni valide per una ripresa robusta dell’occupazione bensì è necessario intervenire strutturalmente sul peso del costo del lavoro. A livello regionale la situazione è speculare. Con l’esclusione di poche realtà tutti i settori sono in affanno con la conseguente crescita della disoccupazione. L’introduzione di alcune misure d’incentivazione ha sì avuto un certo effetto attenuante ma non sufficiente a contrastare la tendenza negativa che ha portato negli ultimi anni molti dei nostri giovani a cercare sbocchi occupazionali fuori dal territorio regionale e moltissimi purtroppo anche all’estero. Altro grosso annoso problema che affligge non solo la nostra categoria è  l’abusivismo professionale. Sempre più numerosi sono i soggetti che in modo multiforme svolgono attività professionali senza possedere i requisiti ed abilitazioni previste dalla legge. Ciò ha come prima conseguenza evidente la sottrazione di reddito professionale ma in secondo luogo pone l’impresa che si avvale di tali soggetti non autorizzati nel rischio di commettere atti illeciti.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo? 
Siamo la regione italiana con il più alto rapporto tra Consulenti del lavoro e popolazione residente.
Sembrerebbe quindi a prima vista sulla base dei soli numeri che gli spazi siano molto ristretti per chi esercita la nostra professione. In realtà esistono ancora buoni margini di operatività per la nostra categoria in virtù della dinamicità della nostra professione. Il consulente del lavoro non è più solo “quello che fa le buste paga” ma è il professionista che si occupa a tutto tondo dell’amministrazione
delle risorse umane e che affianca l’imprenditore nelle scelte strategiche in cui il capitale umano ha un ruolo fondamentale per l’impatto che ha, ad esempio, sul costo del lavoro. Quindi efficaci politiche retributive, corrette relazioni sindacali, assistenza contrattuale sono principi ormai indispensabili per la corretta gestione di un’azienda indipendentemente delle sue dimensioni.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Dicevamo pocanzi che i Consulenti del lavoro erano conosciuti come “quelli che fanno le buste paga” e forse in passato questo era vero. Oggi non è più così. Negli ultimi 20 anni la nostra professione ha visto ampliare le proprie competenze in settori nuovi ed importantissimi: mi riferisco ad esempio
all’Asse.co. ovvero la certificazione contributiva e retributiva dei rapporti di lavoro. Questa attività
può essere svolta per legge solo da un consulente del lavoro e consiste nell’asseverazione  ontributiva
e retributiva e della regolarità contrattuale dei rapporti di lavoro di un’azienda. L’esito positivo di tale asseverazione consente all’azienda di non essere oggetto di azioni di vigilanza mirate alla regolarità contributiva e contrattuale. Altra attività è la certificazione dei contratti di lavoro e l’attività di conciliazione ed arbitrato svolta presso le commissioni di certificazione, conciliazione ed arbitrato costituite in seno ai Consigli provinciali dell’ordine. Il nostro consiglio regionale dell’ordine, per
lo scopo, ha costituito la suddetta commissione in modo unitario con l’ordine di Torino e di Biella.
Un’attività di particolare interesse soprattutto in quest’ultimo periodo è la pianificazione  previdenziale. Il susseguirsi di norme in materia di pensioni rende molto complesso orientarsi sulle
scelte previdenziali che impatteranno sulla futura pensione; in questi casi il consulente del lavoro
è preparato per affrontare anche le più complesse situazioni. Un’attività cui il Cdl è chiamato
molto frequentemente negli ultimi tempi è lo studio e l’assistenza nella messa in atto di piani di welfare aziendale. Le politiche del lavoro degli ultimi anni hanno molto incentivato questa forma
retributiva premiale rispetto ai più tradizionali incentivi economici corrisposti sotto forma di premi produzione o premi di risultato. Una buona pianificazione in termini di welfare può generare infatti notevoli vantaggi sia in capo all’impresa sia soprattutto in capo al lavoratore. Come vedete il ruolo e
l’ambito operativo del consulente del lavoro è mutato nel tempo in modo significativo creando nuove opportunità professionali e spazi che oggi non possono essere occupati da altri soggetti diversi dal cdl.

Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
Non mi stancherò mai di affermare che la formazione professionale continua per un cdl oltre che
un obbligo previsto da nostro ordinamento è un dovere imprescindibile per il corretto svolgimento
della professione. Oltre che assistere i datori di lavoro o i lavoratori siamo anche tutori della Fede Pubblica e questo ruolo ci impone di essere preparati al meglio. Il 2018 è stato un anno molto intenso sotto l’aspetto formativo. L’offerta formativa proposta dal nostro ordine è stata di gran lunga superiore a quella minima prevista garantendo quindi ampia scelta ai nostri colleghi. Abbiamo inoltre dato seguito ad una convenzione con l’Università della Valle d’Aosta che prevede la possibilità agli studenti della facoltà di economia di poter svolgere parte del praticantato professionale presso uno
studio di consulenza del lavoro durante l’ultimo anno accademico. La convenzione stessa inoltre
promuove iniziative formative di comune interesse. Su queste basi abbiamo dato seguito all’iniziativa ed in sinergia anche con l’Ordine degli Avvocati della Valle d’Aosta nel mese di settembre dello scorso anno è stato organizzato il 1° master breve di diritto del lavoro dal titolo “il lavoro in Europa oggi: le sfide del lavoro transfrontaliero” . Una tre giorni molto intensa che ha visto l’intervento di
docenti universitari e relatori di altissimo livello e che ha raccolto il consenso e la soddisfazione
di tutti partecipanti. Sulla scorta degli ottimi riscontri stiamo infatti programmando con l’Univda
e l’Ordine degli Avvocati la 2° edizione per l’anno in corso. Nel mese di ottobre abbiamo accolto e coinvolto i vertici nazionali della nostra categoria nella splendida cornice della sky way a  Courmayeur per una giornata di lavoro nella quale sono stati affrontati i temi istituzionali sul futuro della professione e temi più pratici incentrati sulle recenti novità normative. È stata quest’ultima un’occasione unica ed apprezzatissima per un confronto tra Consulenti del lavoro della Valle d’Aosta intervenuti in gran numero e cdl del Piemonte con tutti i vertici nazionali della categoria. Pertanto come il 2018 anche il 2019 si annuncia naturalmente ricco di iniziative formative anche in collaborazione con università, scuole ed altri ordini professionali.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Forse inconsapevolmente ma il più delle volte il cdl con qualche anno di esperienza tende ad  evidenziare più gli aspetti negativi che gli aspetti positivi della propria professione. Se questo avviene nel corso di un colloquio o di un confronto in cui è presente un giovane, magari neolaureato ed in
cerca di uno sbocco professionale diverso dal lavoro subordinato, è evidente che ciò può suscitare
in lui grosse perplessità sull’eventuale scelta futura del percorso professionale da intraprendere. L’effetto sarà quello di allontanare dalla libera professione potenziali ottimi giovani. Allora credo che in ogni occasione dobbiamo invece essere i primi cercare di riacquistare un certo ottimismo  valorizzando i tanti aspetti positivi della nostra professione rispetto agli innegabili lati negativi che tuttavia sono propri di qualsiasi professione o mestiere e fanno parte della quotidianità. Il consiglio principale che rivolgo ai giovani che si avvicinano alla consulenza del lavoro è quello di farlo nella consapevolezza che l’abilitazione all’esercizio della professione non deve essere un traguardo ma l’inizio di un percorso che richiede impegno e dedizione sotto l’aspetto pratico e sotto l’aspetto formativo. La formazione e l’aggiornamento professionale unitamente alla pratica professionale sono tra loro inscindibili. L’associazione giovani cdl della vda visita regolarmente le scuole superiori e l’Università della valle per far conoscere e promuovere la professione ai giovani studenti. Molti colleghi hanno accolto ed accolgono studenti presso i loro studi in alternanza scuola lavoro, è proprio
il contatto diretto e pratico con la professione che fa scattare la passione per intraprendere la strada
della consulenza del lavoro. Suggerisco quindi a tutti i giovani che hanno interesse per la nostra professione di partecipare agli incontri organizzati nelle scuole e dove possibile fare esperienza diretta.

Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
Il nostro sistema previdenziale è gestito dall’Ente Nazionale Previdenza ed Assistenza dei cdl. La nostra è una categoria relativamente giovane rispetto ad altri Ordini professionali. La nostra legge istitutiva compie proprio quest’anno 40 anni quindi anche l’istituzione della cassa di previdenza
propria è piuttosto recente. Si trova quindi oggi a gestire un numero di posizioni pensionistiche inferiori agli iscritti operativi. La legge ha imposto agli Enti di previdenza privati un bilancio di sostenibilità cinquantennale: il nostro Ente ha superato positivamente questo obbligo. L’ente gode di ottima salute e di un patrimonio solido che consente di adempire egregiamente i propri obblighi istituzionali nei confronti degli assisiti. Non solo. L’ente di previdenza parallelamente all’attività
ordinaria è costantemente impegnato in azioni a sostegno della categoria e soprattutto a quelle fasce un po’ più deboli come i giovani o i colleghi in difficoltà ad esempio causate da tragici eventi. Ricordo su tutti gli eventi sismici del centro e nord Italia degli ultimi anni. L’ente inoltre affianca la Fondazione Studi Nazionale nel mettere a disposizione strumenti di lavoro e di formazione a titolo gratuito ciò viene attuato mediante la Fondazione Universo Lavoro che offre strumenti operativi tramite il proprio portale finalizzati alla ordinaria gestione dello Studio.

Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
Il tema dell’innovazione oggi è centrale ed i cdl sono a pieno titolo parte attiva di questo processo innovativo che necessita di strutture altamente avanzate e di investimenti tecnologici. L’innovazione digitale della PA è stata senza alcun dubbio resa possibile dagli investimenti delle categorie  professionali. I cdl in particolare, hanno negli ultimi anni trainato e promosso il cambiamento assieme ai loro interlocutori storici  come l’A.E. INPS INAIL e tutti gli Istituti previdenziali ed assistenziali. Il cdl testa le procedure e si interpone come cuscinetto tra PA e il cittadino inteso come soggetto singolo o come impresa. Questo ruolo sicuramente molto complesso ha reso negli ultimi
anni la categoria più matura e consapevole delle difficoltà del mondo del lavoro, ma anche
delle sue risorse ed opportunità, in parte ancora inutilizzate alla luce degli investimenti necessari per gestire al meglio le funzioni fino ad ora attribuitegli.

Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
Credo siano sia più di uno. Riassumerei citando i principi di solidarietà, condivisione e correttezza. Questi sono i valori da coltivare nell’esercizio di una professione e che hanno avuto un ruolo
centrale nel dibattito nato nel corso dei lavori svolti l’estate scorsa a Treia e ribaditi nel corso del recente convegno prima citato a Courmayeur sul futuro della professione. Abbiamo percorso tanta strada arricchendo la professione di nuove prerogative e tanta altra dobbiamo ancora farne per consolidare ciò per cui abbiamo lottato in questi anni ovvero essere cdl a 360° pienamente impegnati
in tutte le dinamiche lavorative aziendali. Ai giovani a cui passeremo il testimone il compito di
continuare questo percorso di evoluzione della professione, a noi quello di essere leali con loro, comunicare la passione,  lo spirito di abnegazione e correttezza mettendoli in condizione di poter sviluppare i nuovi ambiti professionali. Credo che la consapevolezza di essere stati fortunati nel fare
un lavoro per il quale abbiamo studiato e ci siamo impegnati ma anche rappresentare sul territorio
un punto di riferimento per il tessuto produttivo economico e sociale è essenziale per rinnovare
e rafforzare il patto intergenerazionale all’interno della nostra categoria.

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