Pierre Noussan |
Questa
settimana proponiamo l'intervista a Pierre Noussan, Presidente del
Confidi Valle d’Aosta.
Cosa
possiamo dire sul 2018 del vostro Confidi? Diamo un po’ di numeri?
Il
nostro Consorzio che ha una lunga storia ha ormai raggiunto i 1000
soci. Parlando di numeri parliamo anche di garanzie. Il nostro
Consorzio ha come missione aggiungere la nostra garanzie all'importo
che il nostro socio assume in qualità di debito all'interno della
banca e nel nostro caso si tratta di 70 milioni di garanzie date,
cioè un volume che supera i 150 milioni in quanto noi garantiamo il
50%. Per quanto riguarda il patrimonio che rappresenta la principale
leva finanziaria su cui noi diamo alle banche la certezza di avere in
caso di insolvenza la quota che noi garantiamo si tratta di 20
milioni, cioè una leva assolutamente importante. Con due parametri
che rappresentano la qualità del garante e della nostra Confidi. Il
primo è il CET 1, acronimo di Common
Equity Tier 1, indice che dice quanto vale il nostro consorzio. Noi
siamo al 33% quando la legge prevede un minimo dell'8%. Noi siamo,
dunque, certamente, fra i migliori consorzi di Italia.
Ormai
la fusione albergatori e industriali è completa...
C'è
stato un percorso. Prima le realtà erano più variegate poi man mano
c'è stato un processo di aggregazione che sta caratterizzando tutto
il mondo finanziario. E così cinque anni fa c'è stata questa
fusione tra albergatori e industriali che, a nostro avviso, si è
rivelata particolarmente fortunata - e non sempre è così – perché
ha permesso di unire persone che avevano la stessa cultura, la stessa
mentalità per affrontare il lavoro da svolgere. Un caso insomma di
win-win. Tutti ne hanno tratto vantaggio: i nostri soci, la compagine
degli albergatori e degli industriali. All'interno del nostro CDA c'è
l'espressione di queste due anime, ma va detto che sempre di più la
Confidi si allarga sia come numeri che come settori merceologici a
categorie con una storia diversa.
Il
buon momento del turismo ha avuto anche delle ricadute sulla vostra
attività?
Certamente.
Il turismo rappresenta oggi il comparto che nei prossimi anni avrà
un trend di crescita costante. Il lavoro da fare sempre di più è
quello di dare a tutte le strutture che vogliono ampliare i propri
servizi ricettivi la capacità finanziaria per fare quegli
investimenti e proseguire in quell'adeguamento, miglioramento per un
turista sempre più esigente alla ricerca di effetti speciali nella
sua vacanza. E la Valle d'Aosta ne ha tanti. Noi dobbiamo
accompagnare una crescita naturale verso un mercato che potrà darci
soltanto soddisfazioni.
Avete
avviato una intensa campagna di comunicazione: come mai?
La
comunicazione ormai ha una rilevanza sempre maggiore. E' chiaro poi
che ci devono essere contenuti. Ecco perché anche noi abbiamo
sentito l'esigenza di dotarci di un nuovo logo che offrisse una
immagine più moderna, un look più caldo, più famigliare, e
trasmettere l'idea, come noi siamo sempre stati con i nostri soci,
che siamo dei partner, non voglio dire una famiglia, ma sicuramente
un gruppo di persone che condividono obiettivi. Di qui la scelta di
alcuni volti per promuoverci che oltre nelle pubblicità compaiono
anche in un calendario dove i 12 mesi dell'anno vedono protagonisti
12 imprenditori e la loro attività. Come dire loro, imprenditori,
sono il vero motore di questa regione e rappresentano il nostro
futuro.
In
Valle d’Aosta due Confidi, nonostante tutto la situazione
sembrerebbe essersi stabilizzata...
La
domanda è legittima ed è giusto che ci sia una risposta altrettanto
chiara. Premesso che abbiamo sempre sviluppato mercati diversi. Noi
ci siamo sempre occupati di realtà corporate rispetto ad un retail
che era la richiesta dei 3000-4000 euro, cioè importi un po' più
bassi. L'obiettivo rimane sempre quello della fusione. E' una
richiesta che arriva dal sistema di Banca d'Italia che vuole
strutture alte, certamente oggi le nostre due realtà sono
efficienti, capaci di creare valore quindi se non avessimo potrebbero
avere un'identità autonoma. Per arrivare alla fusione devono essere
rispettati degli indici, delle patrimonialità che i due confidi non
hanno in pari misura. Noi riteniamo che all'interno di una funzione
debba esserci una importanza maggiore nella governance per chi porta
più capitale, più patrimonio
Ipotizziamo
che in ascolto ci sia un imprenditore che non ha mai fatto ricorso ad
un Confidi. Che cosa può ottenere da voi?
Diventare
socio vuol dire appartenere ad una organizzazione forte, capace. Ed è
un vero partner finanziario dell'imprenditore. L'imprenditore ha un
progetto, ha bisogno di liquidità, ha una esigenza finanziaria,
rivolgendosi a noi può avere immediatamente da parte degli istituti
di credito con cui opera o segnalati da noi condizioni più
favorevoli, un'assistenza per modulare al meglio il prodotto di cui
ha bisogno dopodiché, appartenendo alla Confidi, abbiamo il diritto
di riconoscere al nostro associato un contributo che la Regione mette
a disposizione in termini di investimenti. Riassumendo c'è un
vantaggio in termini di pricing, di assistenza e un aiuto. C'è anche
da parte nostra il servizio del Medio credito centrale, linee di
finanziamento nazionali, e anche nei momenti di difficoltà e di
crisi, purtroppo abbastanza frequenti, siamo in grado di assistere il
nostro associato se deve affrontare una crisi di liquidità e fare in
modo che non vada in affanno e verso una terra di non ritorno.
Come
è il rapporto con le banche?
Sono
la terza gamba del tavolo. Fondamentali sia perché sono loro stesse
a chiedere all'imprenditore di poter aggiungere la nostra garanzia in
modo da poter essere più competitivi e aumentare la quantità di
denaro da mettere a disposizione. Certamente oggi nel mondo del
credito stiamo assistendo ad un mondo che sta cambiando in maniera
velocissima. La Confidi invece è una certezza. Noi offriamo anche
informazioni che le banche non hanno più sia perché dispongono di
personale ridotto e spesso utilizzano mezzi informatici rispetto alle
conoscenze che noi possediamo della località e dei singoli
imprenditori.
Previsioni
per il 2019?
L'obiettivo
di tutti oggi è crescere, ovviamente in termini qualitativi. Per noi
si tratta di crescere sul fronte delle garanzie potendo scegliere
quelle che potranno essere onorate alle scadenze. Ci stiamo
allargando anche sul vicino canavese in quanto c'è una domanda, ci
sono situazioni molto interessanti per sostenere un'economia che
ormai non finisce più in Valle. Tutti coloro che fanno impresa
guardano anche all'esterno. Chi fa bene raccoglierà dei frutti.
Certamente oggi la sezione è molto forte.
L'economia
valdostana potrà crescere?
Lo
spazio c'è. Io continuo a pensare che la Valle d'Aosta possa
diventare una eccellenza a tutto tondo
Un
sogno come Presidente di Confidi da realizzare?
Il
sogno è quello di costruire un piano strategico all'interno non
soltanto del nostro gruppo ma coinvolgendo Confindustria, Adava e
tutte quelle organizzazioni imprenditoriali disposte ad investirvi
tempo e denaro. Un piano in tre step: a due anni, a cinque e a 10. E
individuare priorità, risorse e ruoli. Oggi gli imprenditori hanno
il compito e il dovere di mettere in pista capacità, competenze e
anche risorse finanziarie per costruire questo piano. Detto questo –
ed è un augurio che riguarda tutta la comunità valdostana - occorre
però anche che ci sia più stabilità politica, più competenze, più
capacità di ascolto. E nell'ascoltare ci sono le soluzioni perché
oggi grazie alla rete si possono trovare. Si tratta soltanto di fare
un passo indietro in quelli che sono i privilegi partigiani e
guardare al bene della Valle.
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