31 gennaio 2019

Pierre Noussan (#ConfidiValledAosta): «Siamo un partner finanziario dell'imprenditore»

Pierre Noussan
Questa settimana proponiamo l'intervista a Pierre Noussan, Presidente del Confidi Valle d’Aosta.

Cosa possiamo dire sul 2018 del vostro Confidi? Diamo un po’ di numeri?
Il nostro Consorzio che ha una lunga storia ha ormai raggiunto i 1000 soci. Parlando di numeri parliamo anche di garanzie. Il nostro Consorzio ha come missione aggiungere la nostra garanzie all'importo che il nostro socio assume in qualità di debito all'interno della banca e nel nostro caso si tratta di 70 milioni di garanzie date, cioè un volume che supera i 150 milioni in quanto noi garantiamo il 50%. Per quanto riguarda il patrimonio che rappresenta la principale leva finanziaria su cui noi diamo alle banche la certezza di avere in caso di insolvenza la quota che noi garantiamo si tratta di 20 milioni, cioè una leva assolutamente importante. Con due parametri che rappresentano la qualità del garante e della nostra Confidi. Il primo è il CET 1, acronimo di Common Equity Tier 1, indice che dice quanto vale il nostro consorzio. Noi siamo al 33% quando la legge prevede un minimo dell'8%. Noi siamo, dunque, certamente, fra i migliori consorzi di Italia.

Ormai la fusione albergatori e industriali è completa...
C'è stato un percorso. Prima le realtà erano più variegate poi man mano c'è stato un processo di aggregazione che sta caratterizzando tutto il mondo finanziario. E così cinque anni fa c'è stata questa fusione tra albergatori e industriali che, a nostro avviso, si è rivelata particolarmente fortunata - e non sempre è così – perché ha permesso di unire persone che avevano la stessa cultura, la stessa mentalità per affrontare il lavoro da svolgere. Un caso insomma di win-win. Tutti ne hanno tratto vantaggio: i nostri soci, la compagine degli albergatori e degli industriali. All'interno del nostro CDA c'è l'espressione di queste due anime, ma va detto che sempre di più la Confidi si allarga sia come numeri che come settori merceologici a categorie con una storia diversa.

Il buon momento del turismo ha avuto anche delle ricadute sulla vostra attività?
Certamente. Il turismo rappresenta oggi il comparto che nei prossimi anni avrà un trend di crescita costante. Il lavoro da fare sempre di più è quello di dare a tutte le strutture che vogliono ampliare i propri servizi ricettivi la capacità finanziaria per fare quegli investimenti e proseguire in quell'adeguamento, miglioramento per un turista sempre più esigente alla ricerca di effetti speciali nella sua vacanza. E la Valle d'Aosta ne ha tanti. Noi dobbiamo accompagnare una crescita naturale verso un mercato che potrà darci soltanto soddisfazioni.

Avete avviato una intensa campagna di comunicazione: come mai?
La comunicazione ormai ha una rilevanza sempre maggiore. E' chiaro poi che ci devono essere contenuti. Ecco perché anche noi abbiamo sentito l'esigenza di dotarci di un nuovo logo che offrisse una immagine più moderna, un look più caldo, più famigliare, e trasmettere l'idea, come noi siamo sempre stati con i nostri soci, che siamo dei partner, non voglio dire una famiglia, ma sicuramente un gruppo di persone che condividono obiettivi. Di qui la scelta di alcuni volti per promuoverci che oltre nelle pubblicità compaiono anche in un calendario dove i 12 mesi dell'anno vedono protagonisti 12 imprenditori e la loro attività. Come dire loro, imprenditori, sono il vero motore di questa regione e rappresentano il nostro futuro.

In Valle d’Aosta due Confidi, nonostante tutto la situazione sembrerebbe essersi stabilizzata...
La domanda è legittima ed è giusto che ci sia una risposta altrettanto chiara. Premesso che abbiamo sempre sviluppato mercati diversi. Noi ci siamo sempre occupati di realtà corporate rispetto ad un retail che era la richiesta dei 3000-4000 euro, cioè importi un po' più bassi. L'obiettivo rimane sempre quello della fusione. E' una richiesta che arriva dal sistema di Banca d'Italia che vuole strutture alte, certamente oggi le nostre due realtà sono efficienti, capaci di creare valore quindi se non avessimo potrebbero avere un'identità autonoma. Per arrivare alla fusione devono essere rispettati degli indici, delle patrimonialità che i due confidi non hanno in pari misura. Noi riteniamo che all'interno di una funzione debba esserci una importanza maggiore nella governance per chi porta più capitale, più patrimonio

Ipotizziamo che in ascolto ci sia un imprenditore che non ha mai fatto ricorso ad un Confidi. Che cosa può ottenere da voi?
Diventare socio vuol dire appartenere ad una organizzazione forte, capace. Ed è un vero partner finanziario dell'imprenditore. L'imprenditore ha un progetto, ha bisogno di liquidità, ha una esigenza finanziaria, rivolgendosi a noi può avere immediatamente da parte degli istituti di credito con cui opera o segnalati da noi condizioni più favorevoli, un'assistenza per modulare al meglio il prodotto di cui ha bisogno dopodiché, appartenendo alla Confidi, abbiamo il diritto di riconoscere al nostro associato un contributo che la Regione mette a disposizione in termini di investimenti. Riassumendo c'è un vantaggio in termini di pricing, di assistenza e un aiuto. C'è anche da parte nostra il servizio del Medio credito centrale, linee di finanziamento nazionali, e anche nei momenti di difficoltà e di crisi, purtroppo abbastanza frequenti, siamo in grado di assistere il nostro associato se deve affrontare una crisi di liquidità e fare in modo che non vada in affanno e verso una terra di non ritorno.

Come è il rapporto con le banche?
Sono la terza gamba del tavolo. Fondamentali sia perché sono loro stesse a chiedere all'imprenditore di poter aggiungere la nostra garanzia in modo da poter essere più competitivi e aumentare la quantità di denaro da mettere a disposizione. Certamente oggi nel mondo del credito stiamo assistendo ad un mondo che sta cambiando in maniera velocissima. La Confidi invece è una certezza. Noi offriamo anche informazioni che le banche non hanno più sia perché dispongono di personale ridotto e spesso utilizzano mezzi informatici rispetto alle conoscenze che noi possediamo della località e dei singoli imprenditori.

Previsioni per il 2019?
L'obiettivo di tutti oggi è crescere, ovviamente in termini qualitativi. Per noi si tratta di crescere sul fronte delle garanzie potendo scegliere quelle che potranno essere onorate alle scadenze. Ci stiamo allargando anche sul vicino canavese in quanto c'è una domanda, ci sono situazioni molto interessanti per sostenere un'economia che ormai non finisce più in Valle. Tutti coloro che fanno impresa guardano anche all'esterno. Chi fa bene raccoglierà dei frutti. Certamente oggi la sezione è molto forte.

L'economia valdostana potrà crescere?
Lo spazio c'è. Io continuo a pensare che la Valle d'Aosta possa diventare una eccellenza a tutto tondo

Un sogno come Presidente di Confidi da realizzare?
Il sogno è quello di costruire un piano strategico all'interno non soltanto del nostro gruppo ma coinvolgendo Confindustria, Adava e tutte quelle organizzazioni imprenditoriali disposte ad investirvi tempo e denaro. Un piano in tre step: a due anni, a cinque e a 10. E individuare priorità, risorse e ruoli. Oggi gli imprenditori hanno il compito e il dovere di mettere in pista capacità, competenze e anche risorse finanziarie per costruire questo piano. Detto questo – ed è un augurio che riguarda tutta la comunità valdostana - occorre però anche che ci sia più stabilità politica, più competenze, più capacità di ascolto. E nell'ascoltare ci sono le soluzioni perché oggi grazie alla rete si possono trovare. Si tratta soltanto di fare un passo indietro in quelli che sono i privilegi partigiani e guardare al bene della Valle.



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