13 giugno 2019

Ferriani (#ValdostanaGrandiCucine): «Il savoir faire italiano vince sempre»

Gianluca Ferriani
Proponiamo questa settimana l'intervista a Gianluca Ferriani della Valdostana Grandi Cucine.

Prima di raccontare un po’ coma nasce la vostra azienda è interessante approfondire la sua personale vocazione imprenditoriale...
Io non nasco imprenditore. Dopo il diploma sono entrato subito nel mondo del lavoro eho lavorato sia nel pubblico che nel privato come dipendente. L'esperienza più significativa è quella che ho fatto in banca èer una decina di anni. Periodo che mi è servito per formarmi professionalemente, per imparare molte cose, per conoscere le tecniche della comunicazione. Ad un certo punto però questa esperienza non era più la mia. Mi serviva fare qualcosa di diverso. Allora ho lasciato quello che per tutti è il posto fisso per lanciarmi nel mondo del commercio. Ho iniziato così a fare il venditore fino all'esperienza di oggi.

E ora veniamo all’azienda… una storia lunga...
Valdostana Grandi Cucine è nata nel 2010, ma in realtà è il risultato di una attività precedente che ormai ha raggiunto quasi i 60 anni. Nel 2010 io e i miei due soci abbiamo deciso di acquistare questa azienda e iniziare a camminare con le nostre gambe, sviluppando il nostro business, le nostre idee che ci hanno portato oggi ad avere dei risultati che ci soddisfano.

Però ad un certo punto occorre una nuova strategia... 
Come è facile immaginare la fornitura di una grande cucina avviene una volta ogni tanto. Le strutture valdostane come tutti sanno yhanno avuto uno sviluppo eccellente nel corso degli anni, ma oggi la situazione è un po' più difficile che nel passato. I grandi impianti sono stati fatti. La sostituzione delle apparecchiatture avviene molto gradatamente. Non che mancasse il lavoro ma ci faceva piacere intraprendere nuove strade per allargare il bacino di utenza. Abbiamo sviluppato così le nostre attività all'estero, sfruttando la nostra conoscenza scolastica del francese.

Il savoir faire italiano piace all’estero...e poi essendo pure blingui...
Conoscere il francese è stato determinante. E' vero che all'estero ci sono molti connazionali che conoscono l'italiano, ma è facilmente intuibile che le seconde e le terze generazioni ormai sono madre lingua francese. Gli architetti, gli imprenditori sono tutti di lingua francese e quindi èbene parlare con loro nel modo più facile ed immediato.

Qual è stata la commessa più stimolante? Perché?
La prima perché è stato l'inizio di tutto quanto. Il proprietario di quel locale è un italiano che desiderava modificare completamente la sua cucina. La parte interessante è stata imparare a muoversi nel territorio svizzero, interfacciarsi con la norimativa, la legislazione, con le abitudini, le caratteristiche. Certo il savoir faire italiano di là è un atout straordinario.

E quella più prestigiosa?
La città di Ginevra è diventata la nostra seconda unità lavorativa. All'interno di questa grande città che è ricchissima di locali pubblici legati alla ristorazione, italiani e non solo, l'aver contribuito a realizzare un paio di locali nel centro storico, nelle sone limitrofe del lago, è stata davvero una soddisfazione. Oggi quando andiamo a Ginevra per altre attività a me fa particolarmente piacere passare da questi clienti ed essere accolto simpaticamente come colui che ha risolto una difficoltà, ha introdotto una innovazione.

Come si rimane competitivi nel vostro settore?
E' un fatto che lavorare per una grande azienda come nel nostro caso ci fornisce molti spunti perchè veiamo formati, ci viene insegnato come si fanno le cose. Questo però non è sufficiente. E' indispensabile anche l'autoformazione, avere una mentalità aperta, essere pronti al confronto, prepararsi, cercare delle opportunità per imparare a fare meglio quello che già si sta facendo bene. La mia personale esperienza è di non volermi mai fermarte. Se ho raggiunto un obiettivo, professionalmente parlando ma anche nella vita, è bello proporsene un altro cosicchè ci sia sempre una piccola cosa da conquistare. A livello personale è un arricchimento, a livello commerciale consente alle aziende di continuare a crescere.

Novità per il 2019?
Attualmente stiamo lavorando a Courmayeur in un grande albergo che è stato recentemente costruito. E' una commessa importante che riconosce nell'azienda internazionale che noi rappresentiamo una competitività non soltanto economica ma di capacità tecniche, e noi di consegeunza che per conto di questa azienda ci occupiamo dell'installazione siamo molto soddisfatti. Ci fa piacere collaborare a questi grandi progetti sul territorio valdostano. Ne abbiamo terminato un altro l'anno scorso sulla piazza di Courmayeur, un altro a Cervinia e un altro ancora a Champoluc. Questo ci dice che l'ospitalità valdostana sta recuperando terreno, competitività, soprattutto grazie all'iniziativa di quest imprenditori locali che hanno voluto sfidare un mercato difficile investendo nelle proprie attività. Per quanto riguarda l'estero il progetto 2019/2020 è di incrementare ulteriormente. Se fino ad oggi circa il 20% del fatturato era conseguito all'estero mi piacerebbe aumentare significativamente questa percentuale. Continueremo ad investire all'estero in pubblicità, ma soprattutto continuando a lavorare bene affinchè il cosiddetto passaparola ci premi e ci dia l'opportunità di aumentare il nostro lavoro sulle piazze svizzere e francesi.

Novità in termini di prodotto?
Siamo tutti molto attenti al risparmio energetico. Crediamo di avere in mano delle attrezzature e delle soluzioni che riducono fortemente il consumo elettrico senza pregiudicare i risultati in fase di cottura. Questo è un elemento importante che stiamo cercando di veicolare anche a tutti i professionisti tecnici valdostani cosicchè sfruttino la nsotra competenza non necessariamente acquistando da noi il prodotto, ma capendo che è possibile raggiungere obiettivi come un tempo, ma con soluzioni più moderne.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Mi piacerebbe che il mondo del commercio diventasse più etico, mi piacerebbe che ci fosse fiducia fra chi vende e chi compra, mi piacerebbe che questa fiducia non fosse limitata alla sottoscrizione di un contratto ma che continuasse nel tempo cosicchè si crei un circolo virtuoso nella nostra comunità dove non ci sono coloro che hanno venduto e coloro che hanno comprato, ma semplicemene coloro che hanno contribuito al benessere sociale di tutti quanti noi.

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