11 novembre 2007

Marzorati: la Cogne è più vicina alla città





Quello che un tempo appariva come un settore ormai maturo, cioè il comparto siderurgico, oggi sta vivendo una seconda giovinezza permettendosi crescite a due cifre come fa registrare la Cogne Acciai speciali di Aosta, l’azienda, di proprietà della famiglia Marzorati, più importante sia in termini di fatturato che di livelli occupazionali della piccola regione autonoma. Il 2006 della Cogne ha fatto registrare un aumento del 10,8% delle spedizioni di materiale ai clienti e del 15,3% del fatturato. La produzione è passata da 156.000 a 173.000 tonnellate e il fatturato da 430 a 496 milioni. La performance della Cogne, come spiega il vicepresidente del Gruppo Roberto Marzorati (il padre Giuseppe è alla guida del gruppo), va però letta con molta attenzione e senza farsi trascinare da facili entusiasmi in quanto nasce da un 2006 particolarmente eccezionale per il settore inossidabile caratterizzato da situazione a livello mondiale che, a detta di tutti gli addetti ai lavori, non ha precedenti nella storia industriale. Anche con Marzorati, abituato a confrontarsi con un mercato di dimensione mondiale, proviamo a riflettere su cosa significhi fare impresa in Valle d’Aosta. Il vicepresidente della Cogne nota come le dimensioni della regione alpina richiedano all’imprenditore un maggiore senso di responsabilità. «Il mantenimento degli equilibri occupazionali in una realtà così piccola – dichiara il vicepresidente – costituisce per l’imprenditore – è inutile nasconderlo – anche una responsabilità sociale superiore rispetto ad altre situazioni industriali. D’altra parte proprio queste dimensioni così limitate possono allo stesso tempo garantire all’imprenditore una maggiore attenzione da parte della pubblica amministrazione rispetto ad altre regioni più grandi, come ad esempio la Lombardia, dove il numero di imprese e imprenditori è inevitabilmente più elevato, a patto ovviamente che si consideri l’impresa come un valore del territorio».
Per Marzorati l’attenzione può e deve essere duplice. «Da un lato, ed è giusto che sia così, - spiega - si riscontra come siano più intensi i controlli sull’attività dell’impresa affinché agisca nel pieno rispetto delle leggi italiane. Dall’altra però a questa giusta attenzione non corrisponde un sostegno quando l’impresa ha bisogno di fare. Ad esempio quando servono permessi veloci che agevolino l’attività della società che si interfaccia con la macchina della pubblica amministrazione. Ecco questa è la parte che ancora manca nel sistema valdostano e va sicuramente sviluppata. Non mi piace che il meccanismo funzioni in una sola direzione, cioè dalla burocrazia all’impresa e non viceversa, quando è l’impresa a rivolgersi all’apparato burocratico e a richiedere il suo aiuto».
Marzorati evidenzia anche come da parte dell’impresa ci debba essere un investimento significativo nella formazione professionale dei dipendenti e spiega come il «progetto eccellenza Cogne» abbia tra i suoi pilastri proprio la crescita professionale del personale, un tassello fondamentale per rimanere competitivi sui mercati internazionali dove la qualità delle lavorazioni continua ad assicurare all’azienda valdostana importanti quote di mercato. E la Cogne da tempo avverte la necessità di una internazionalizzazione tanto che in questi ultimi anni ha creato una decina di filiali di distribuzione per i mercati locali, dalla Corea, al Sud Africa, senza ovviamente dimenticare l’Europa, fino alla recentissima esperienza dell’impianto di produzione cinese. Un’internazionalizzazione che però non riduce il legame con la città di Aosta. Anzi in questi ultimi anni il radicamento dell’azienda sul territorio valdostano è tornato a rafforzarsi.
«Non nascondiamo – conclude Marzorati - che c’è stato un periodo di reciproca indifferenza tra azienda e città. Ed abbiamo constatato che si trattava di un peccato. Tanto che su questo punto c’è stato un cambio strategico molto chiaro. La Cogne in realtà si rende conto di essere una parte importante di Aosta e vorrebbe tornare ad essere un valore della città. E allora abbiamo lanciato alcune iniziative per richiamare l’attenzione del capoluogo regionale sulla Cogne e farsi chiaramente percepire come un valore positivo. Non solo far notare la sua presenza. Ma che la Cogne c’è e, se posso un po’ estremizzare il concetto per renderlo più chiaro, che si tratta di un bene pubblico per tutta la cittadinanza». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 5 aprile 2007)

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