Aspetti particolari: giovani, lavoratori extracomunitari e lavoratori interinali
I dati confermano la tendenza, già rilevata negli anni precedenti, di una frequenza più elevata degli infortuni fra i giovani con meno di 25 anni. In particolare per questa fascia di età rispetto al 2005 la componente maschile è passata dal 14,6% all’11,3%, pur rimanendo vicino al triplo della media totale degli infortuni. Inoltre, rispetto ai dati ISTAT del 2005, si assiste per questa fascia di età ad una diminuzione degli infortuni e contemporaneamente ad un aumento degli occupati, confermando una tendenza positiva al miglioramento.
In altra parte della relazione abbiamo visto che gli infortuni che colpiscono i giovani sono, in generale, meno gravi e che il numero in valore assoluto non è particolarmente elevato, ma tutto questo non ci deve portare a sottovalutare il fenomeno. (…) Per quanto riguarda i lavoratori interinali si sono incontrate notevoli difficoltà per raccogliere informazioni sul fenomeno, tenuto conto della relativa novità di questa forma di occupazione. Il mercato del lavoro interinale presenta in Valle d’Aosta dei valori assoluti che non consentono un confronto con la realtà nazionale; il numero di infortuni a lavoratori interinali rappresenta lo 0,58% del totale (15 in valore assoluto rispetto a 14 del 2005). Per quanto riguarda i lavoratori extracomunitari le informazioni raccolte confermano gli elementi di criticità e preoccupazione emersi già nella precedente relazione. In effetti, vi è una leggera inversione di tendenza per il numero dei lavoratori extracomunitari fra coloro che subiscono infortuni. Il peso percentuale sul totale infortuni è passato dal 9% del 2002 al 10,9% del 2003 all’ 11,1% del 2004, al 12,6% del 2005 per finire al 12,0% del 2006.
(…) La ripartizione per settori di attività evidenzia il peso preponderante dell’Edilizia, settore dove è avvenuto ben il 38% degli infortuni che hanno coinvolto lavoratori extracomunitari. I settori dove maggiore è il peso percentuale degli infortuni dei lavoratori extracomunitari sul totale infortuni di quel settore è il seguente:
- Edilizia 20,7%
- Pubblici esercizi 16,6%
- Altri servizi privati 14,2%
- Altre industrie 12,9%
- Agricoltura 10,9%
- Industria dei metalli 10,4%
Per quanto concerne questa categoria di lavoratori, è interessante confrontare il dato con quello del nord ovest e dell’intera Italia, messo a disposizione dall’INAIL. Nel 2005, il dato aggregato del nord-ovest e dell’intero Paese segna un’inversione di tendenza, con un numero assoluto in diminuzione; questo non avviene in Valle d’Aosta, dove il dato rimane positivo, pur ridimensionando la criticità del 2004. Mentre nelle altre due più vaste dimensioni geografiche, il dato è omogeneo e registra un maggior incremento tra gli anni 2005 e 2006, in Valle d’Aosta avviene il contrario, come se il fenomeno si manifestasse con leggero ritardo rispetto alle altre realtà geografiche.
In linea generale, presupposto che, come già detto in altri punti della relazione, il dato assoluto sul numero degli incidenti di natura professionale può non essere esaustivo, se non rapportato al numero degli occupati, l’intensità e la rilevanza del fenomeno degli infortuni ai lavoratori extracomunitari consigliano attenzione e un ulteriore rafforzamento degli strumenti di conoscenza per promuovere interventi mirati, come, peraltro, sta già avvenendo in alcuni settori produttivi come ad esempio l’Edilizia.
Il confronto interregionale
Il principale punto di forza delle informazioni raccolte dall’INAIL, sul tema degli infortuni sul lavoro, è l’omogeneità del dato su tutto il territorio nazionale, caratteristica che consente il confronto fra i diversi livelli territoriali, cioè fra regioni e province. Altro aspetto interessante ed utile è la suddivisione delle informazioni per livello di frequenza e grado di rischio dei vari eventi infortunistici. Gli indici e le graduatorie relative possono avere alcuni problemi di misurazione con precisione del fenomeno; nonostante questo, essendo sempre lo stesso il “metro” utilizzato, soprattutto nei confronti territoriali tali indici rendono possibile un arricchimento dell’informazione. In effetti, dopo aver analizzato, per quanto possibile, gli elementi essenziali e caratteristici del fenomeno degli infortuni sul lavoro in Valle d’Aosta è opportuno confrontare l’andamento di questo fenomeno anche nelle altre realtà regionali, in modo di poter effettuare valutazioni di tipo comparativo che consentano una lettura precisa dell’intensità con cui gli eventi infortunistici si manifestano in Valle d’Aosta. (…)
1. Per quanto riguarda la frequenza, il 4,7% della Valle d’Aosta colloca la regione al 7° posto, indice di una certa criticità; va comunque evidenziato, per correttezza d’analisi, che i dati riferiti alle regioni del sud mettono in luce una discrepanza tra il dato reale e quello denunciato.
2. una situazione del dato globale vede la Regione Valle d’Aosta comparativamente calare decisamente per quanto riguarda la gravità degli infortuni: come posizione generale si trova nella seconda parte del paese, quella in cui il fenomeno infortunistico è più grave 10° posto anziché il 15° posto del 2005 pur rimanendo al 16° posto nelle aziende non artigiane ma passando dal 6° al 1° posto per gli artigiani autonomi.
3. elevata incidenza degli infortuni dei lavoratori dipendenti presso le aziende artigiane, sia per frequenza sia per gravità; la tendenza è generalizzata a livello nazionale, ma l’intensità è decisamente maggiore in Valle d’Aosta. In effetti, la Valle d’Aosta si colloca al 2° posto della graduatoria dei rapporti di gravità, dopo la Calabria, mantenendo la posizione dello scorso anno. Il dato relativo agli indici di gravità nel settore artigiano risulta quindi non allineato con le limitrofe grandi regioni del nord (Piemonte 19° posto e Lombardia 18°).In effetti, l’aspetto caratteristico del confronto interregionale nel periodo è il netto peggioramento degli infortuni che avvengono nel settore artigiano con una posizione particolarmente critica della Valle d’Aosta, che nel triennio 2002/2004 è per i titolari d’impresa la peggior regione italiana e per i lavoratori dipendenti di imprese artigiane la seconda peggiore regione italiana. Il dato può anche essere influenzato da eventi infortunistici gravi che possono essersi verificati in quel triennio, ma è certamente un segnale preoccupante in un settore in cui da un lato le norme in materia di sicurezza hanno una rilevanza e livelli di applicazione e osservanza differenti, per scelta legislativa, rispetto alle grandi imprese, e dall’altro lato gli aspetti organizzativi della sicurezza in continua difficoltà ad essere realizzate. (…)
I dati confermano la tendenza, già rilevata negli anni precedenti, di una frequenza più elevata degli infortuni fra i giovani con meno di 25 anni. In particolare per questa fascia di età rispetto al 2005 la componente maschile è passata dal 14,6% all’11,3%, pur rimanendo vicino al triplo della media totale degli infortuni. Inoltre, rispetto ai dati ISTAT del 2005, si assiste per questa fascia di età ad una diminuzione degli infortuni e contemporaneamente ad un aumento degli occupati, confermando una tendenza positiva al miglioramento.
In altra parte della relazione abbiamo visto che gli infortuni che colpiscono i giovani sono, in generale, meno gravi e che il numero in valore assoluto non è particolarmente elevato, ma tutto questo non ci deve portare a sottovalutare il fenomeno. (…) Per quanto riguarda i lavoratori interinali si sono incontrate notevoli difficoltà per raccogliere informazioni sul fenomeno, tenuto conto della relativa novità di questa forma di occupazione. Il mercato del lavoro interinale presenta in Valle d’Aosta dei valori assoluti che non consentono un confronto con la realtà nazionale; il numero di infortuni a lavoratori interinali rappresenta lo 0,58% del totale (15 in valore assoluto rispetto a 14 del 2005). Per quanto riguarda i lavoratori extracomunitari le informazioni raccolte confermano gli elementi di criticità e preoccupazione emersi già nella precedente relazione. In effetti, vi è una leggera inversione di tendenza per il numero dei lavoratori extracomunitari fra coloro che subiscono infortuni. Il peso percentuale sul totale infortuni è passato dal 9% del 2002 al 10,9% del 2003 all’ 11,1% del 2004, al 12,6% del 2005 per finire al 12,0% del 2006.
(…) La ripartizione per settori di attività evidenzia il peso preponderante dell’Edilizia, settore dove è avvenuto ben il 38% degli infortuni che hanno coinvolto lavoratori extracomunitari. I settori dove maggiore è il peso percentuale degli infortuni dei lavoratori extracomunitari sul totale infortuni di quel settore è il seguente:
- Edilizia 20,7%
- Pubblici esercizi 16,6%
- Altri servizi privati 14,2%
- Altre industrie 12,9%
- Agricoltura 10,9%
- Industria dei metalli 10,4%
Per quanto concerne questa categoria di lavoratori, è interessante confrontare il dato con quello del nord ovest e dell’intera Italia, messo a disposizione dall’INAIL. Nel 2005, il dato aggregato del nord-ovest e dell’intero Paese segna un’inversione di tendenza, con un numero assoluto in diminuzione; questo non avviene in Valle d’Aosta, dove il dato rimane positivo, pur ridimensionando la criticità del 2004. Mentre nelle altre due più vaste dimensioni geografiche, il dato è omogeneo e registra un maggior incremento tra gli anni 2005 e 2006, in Valle d’Aosta avviene il contrario, come se il fenomeno si manifestasse con leggero ritardo rispetto alle altre realtà geografiche.
In linea generale, presupposto che, come già detto in altri punti della relazione, il dato assoluto sul numero degli incidenti di natura professionale può non essere esaustivo, se non rapportato al numero degli occupati, l’intensità e la rilevanza del fenomeno degli infortuni ai lavoratori extracomunitari consigliano attenzione e un ulteriore rafforzamento degli strumenti di conoscenza per promuovere interventi mirati, come, peraltro, sta già avvenendo in alcuni settori produttivi come ad esempio l’Edilizia.
Il confronto interregionale
Il principale punto di forza delle informazioni raccolte dall’INAIL, sul tema degli infortuni sul lavoro, è l’omogeneità del dato su tutto il territorio nazionale, caratteristica che consente il confronto fra i diversi livelli territoriali, cioè fra regioni e province. Altro aspetto interessante ed utile è la suddivisione delle informazioni per livello di frequenza e grado di rischio dei vari eventi infortunistici. Gli indici e le graduatorie relative possono avere alcuni problemi di misurazione con precisione del fenomeno; nonostante questo, essendo sempre lo stesso il “metro” utilizzato, soprattutto nei confronti territoriali tali indici rendono possibile un arricchimento dell’informazione. In effetti, dopo aver analizzato, per quanto possibile, gli elementi essenziali e caratteristici del fenomeno degli infortuni sul lavoro in Valle d’Aosta è opportuno confrontare l’andamento di questo fenomeno anche nelle altre realtà regionali, in modo di poter effettuare valutazioni di tipo comparativo che consentano una lettura precisa dell’intensità con cui gli eventi infortunistici si manifestano in Valle d’Aosta. (…)
1. Per quanto riguarda la frequenza, il 4,7% della Valle d’Aosta colloca la regione al 7° posto, indice di una certa criticità; va comunque evidenziato, per correttezza d’analisi, che i dati riferiti alle regioni del sud mettono in luce una discrepanza tra il dato reale e quello denunciato.
2. una situazione del dato globale vede la Regione Valle d’Aosta comparativamente calare decisamente per quanto riguarda la gravità degli infortuni: come posizione generale si trova nella seconda parte del paese, quella in cui il fenomeno infortunistico è più grave 10° posto anziché il 15° posto del 2005 pur rimanendo al 16° posto nelle aziende non artigiane ma passando dal 6° al 1° posto per gli artigiani autonomi.
3. elevata incidenza degli infortuni dei lavoratori dipendenti presso le aziende artigiane, sia per frequenza sia per gravità; la tendenza è generalizzata a livello nazionale, ma l’intensità è decisamente maggiore in Valle d’Aosta. In effetti, la Valle d’Aosta si colloca al 2° posto della graduatoria dei rapporti di gravità, dopo la Calabria, mantenendo la posizione dello scorso anno. Il dato relativo agli indici di gravità nel settore artigiano risulta quindi non allineato con le limitrofe grandi regioni del nord (Piemonte 19° posto e Lombardia 18°).In effetti, l’aspetto caratteristico del confronto interregionale nel periodo è il netto peggioramento degli infortuni che avvengono nel settore artigiano con una posizione particolarmente critica della Valle d’Aosta, che nel triennio 2002/2004 è per i titolari d’impresa la peggior regione italiana e per i lavoratori dipendenti di imprese artigiane la seconda peggiore regione italiana. Il dato può anche essere influenzato da eventi infortunistici gravi che possono essersi verificati in quel triennio, ma è certamente un segnale preoccupante in un settore in cui da un lato le norme in materia di sicurezza hanno una rilevanza e livelli di applicazione e osservanza differenti, per scelta legislativa, rispetto alle grandi imprese, e dall’altro lato gli aspetti organizzativi della sicurezza in continua difficoltà ad essere realizzate. (…)
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