Propongo ai miei lettori il testo integrale dell’intervento di Silvana Perucca, presidente dell’Associazione degli albergatori valdostani (ADAVA), tenuto ieri pomeriggio al Tavolo tributario di cui mi sono già occupato in questo blog con un post datato 26 gennaio.
Come presidente dell'Associazione degli Albergatori Valle d'Aosta, porto il saluto e l'apprezzamento per questa iniziativa dell'imprenditoria alberghiera valdostana che qui rappresento. Voglio innanzitutto ringraziare l’Associazione Magistrati tributari della Valle d’Aosta e il Suo Presidente Prof. Orlando Formica per averci dato questa occasione di incontro, che offre a tutte le componenti del mondo del turismo e delle Istituzioni la possibilità di confrontarsi su un tema di grande importanza, che risulta ancor più rilevante in considerazione del contesto in cui si viene a collocare.
Banalmente ma obbligatoriamente dobbiamo ricordare come oggi le nostre aziende, purtroppo, avvertano gli effetti di una aliquota fiscale al 36% contro una media UE del 24,2%. Con tale gravosa aliquota il nostro Paese si conferma, così, ai più alti livelli di tassazione d’Europa (cito come fonte il «Rapporto sulle tasse dei redditi d’impresa» di giugno 2007 della KPMG Advisory, una delle principali società di consulenza manageriale nel mondo).
Questo elevato grado di tassazione si aggiunge a un sistema di leggi tributarie dettato dalla necessità e dall’urgenza e non prodotto da una pianificazione di lungo periodo. Tale stato di fatto determina notevoli problemi di competitività per le nostre imprese.
Si pensi solo, all’annosa questione della Tassa sui Rifiuti. Ancora, oggi, non abbiamo una normativa che stabilisca chiaramente la riduzione della tassa rifiuti per le imprese alberghiere che operano su base stagionale. Ciò comporta che le strutture ricettive si trovano a dover far valere quello che è un diritto riconosciuto da Bruxelles (pagare per quanto si inquina) mediante ricorsi alle Commissioni Tributarie o ai Tribunali Amministrativi. Questo determina, a sua volta, costi di gestione e giudiziari non indifferenti soprattutto per le strutture di piccole e medie dimensioni largamente rappresentate proprio nel nostro contesto valdostano. Oneri che le imprese spagnole e francesi non devono sostenere e che si trasformano per noi in gap competitivi, in un mercato oggi largamente concorrenziale ed aggressivo.
Gli stessi competitors, in più, sono già avvantaggiati da una IVA sui servizi di pernottamento ridotta rispetto alla nostra. Al riguardo si pensi che in Spagna l’IVA per le prestazioni alberghiere è al 7% e in Italia è al 10%. E questo già dà la misura degli oneri che gravano nel nostro contesto. Come pretendiamo di attrarre turismo internazionale, anche nel nostro contesto valdostano, quando il tributo IVA appesantisce i costi delle nostre imprese?
Vi è poi un ulteriore problema di non secondaria importanza: gli studi di settore. Nell'analizzare questa problematica, mi faccio portatore, in questa autorevole assise di studiosi, giudici e rappresentanti delle istituzioni, delle analisi e delle proposte di cui oggi è interprete la nostra Federazione nazionale. Proprio in questi giorni, la Federalberghi e l’Amministrazione finanziaria stanno lavorando per definire un nuovo modello della funzione di ricavo dei redditi delle strutture ricettive. Dobbiamo al riguardo rilevare che c’è molta attenzione e sensibilità da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, dobbiamo evidenziare come non si possa accettare che le presenze gratuite nelle nostre strutture (bambini, accompagnatori di gruppi) determinino ricavi per i citati studi di settore, quando, invece e giustamente, per il bilancio dell’azienda questi si configurano come costi. In tale contesto, va precisato che, contro ogni logica economica, sono considerati ricavi anche le provvigioni che gli albergatori devono versare alle agenzie di viaggio per la loro opera di intermediazione.
Ci chiediamo se questa incongruenza sia equità o iniquità fiscale? C'è poi da aggiungere che gli stessi studi di settore applicano, in genere, lo stesso coefficiente di territorialità agli alberghi senza tenere conto della loro allocazione e quindi alla vocazione turistica e dotazione di servizi.
In questi giorni, su questa materia, abbiamo visto con piacere la nascita degli "osservatori regionali" per l’adeguamento degli studi di settore alla realtà economica locale. La volontà del legislatore, in riferimento a questo nuovo strumento, è quella di assicurare la presenza "del mondo del turismo". Quanto sopra va però opportunamente istituzionalizzato per assicurare efficacia ed operatività.
Una ulteriore problematica da porre all'attenzione di questo uditorio è quella che concerne la Tassa di Soggiorno. La nostra Federazione, costantemente, deve manifestare il proprio dissenso avverso gli emendamenti presentati in riferimento al DDL finanziaria e che attengono alla introduzione della tassa di soggiorno. Un tributo questo che in Europa è pressoché sconosciuto e che in Italia è stata abrogato nel 1989, perché ritenuto un inutile costo amministrativo e un introito assolutamente irrilevante per l’Erario. L’introduzione del citato tributo comporterebbe ulteriori gap competitivi alla concorrenza delle nostre imprese.
Anche se il buon senso è prevalso a livello nazionale, purtroppo a livello territoriale, da quest'anno, la Regione Sardegna ha ripristinato questo inutile balzello.
L’attuale struttura del nostro sistema tributario è, inoltre, caratterizzata da un sistema di controlli ancora rigidi e formali, anche se dobbiamo evidenziare che all'interno degli uffici finanziari c'è una maggiore attenzione e disponibilità.
E' sotto i nostri occhi di operatori economici, l'attuale situazione di stallo. Avvertiamo l'esigenza di una snellezza e maggiore efficacia delle procedure che riducano e razionalizzino il sistema fiscale del nostro Paese.
Questo tavolo permanente, che noi siamo lieti di inaugurare come primo momento di confronto, è per noi una sede preziosa per esprimere e manifestare proposizioni e collaborazione per una fiscalità equa e solidale.
Riteniamo che sia necessario cambiare passo. Dobbiamo muoverci in maniera più dinamica sia noi come operatori economici e i contribuenti in genere, così come l'Amministrazione finanziaria che deve dotarsi di una struttura più efficiente ed adeguata ad un sistema ormai globalizzato.
I soggetti economici devono essere in regola e l'amministrazione finanziaria deve farci rapportare con un sistema di norme più semplici, più chiare e, soprattutto, certe e stabili.
L'imprenditore alberghiero che assolve all'obbligazione tributaria ha il diritto ad usufruire di rimborsi fiscali più veloci. Le disposizioni comunitarie devono, nel futuro, trovare attenzione nel nostro sistema fiscale. Un adeguamento del nostro sistema tributario interno avvantaggerebbe il contribuente e darebbe maggiori introiti allo stesso Erario. Lo statuto del contribuente è un pilastro che attualmente è disatteso. Siamo lieti, oggi, come albergatori della Valle d'Aosta, di fare da battipista per un confronto tra operatori economici, giudici e uffici finanziari.
Grazie dell'attenzione e buon lavoro.
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