Un’attività nata 22 anni fa da subito come agriturismo affiancando all’attività ricettiva e di ristoro (si pratica la mezza pensione) quella dell’allevamento di capre (40), maiali e galline per produrre formaggi, uova e salumi in parte consumate all’interno della struttura e in parte commercializzate sul territorio regionale. «Il consumo in Valle d’Aosta di formaggi caprini – spiega Gloria Gonthier – negli ultimi anni è aumentato lo riscontriamo sia nella vendita agli esercizi commerciali, in particolare del capoluogo, che nella vendita diretta presso i mercati valdostani. Dove però contemporaneamente notiamo che la tipicità dei prodotti non è sufficientemente tutelata». «Bisognerebbe far sapere al consumatore – prosegue Ballauri – a quanti controlli sono sottoposte le produzioni regionali. Dalla tracciabilità ai controlli igienico-sanitari che si fanno di giorno in giorno sempre più complessi. Almeno così trasformeremmo un vincolo in un atout. I clienti spesso non lo sanno e per questo noi spesso cerchiamo di spiegarlo ai nostri. Ad esempio raccontiamo loro che il veterinario viene perfino a controllare le nostre uova. In questa logica va segnalata l’iniziativa della sezione ovi-caprini dell’Arev che ha portato alla creazione di un marchio ad hoc per distinguere i prodotti locali». In merito alla clientela in vent’anni le tipologie si sono modificate in maniera notevole. «Inizialmente – osserva Gonthier – avevamo soprattutto persone interessate all’attività agricola, veterinari o agricoltori a loro volta, poi c’è stato il periodo degli ecologisti e, inseguito dei vegetariani. Ora abbiamo due tipologie ben differenziate. Il cliente italiano prenota soprattutto fuori stagione, magari per un weekend con l’obiettivo di riposarsi e mangiare bene. Invece gli stranieri vengono per periodi più lunghi e con l’obiettivo di camminare. Per tutto il periodo che trascorrono qui cercano di non toccare più la macchina. Ad esempio da circa sei anni lavoriamo con un’agenzia olandese che organizza viaggi a piedi. Arrivano a Etroubles con l’auto e da qui proseguono a piedi secondo un tragitto prefissato e potendo contare su una precisa serie di prenotazione. Si fermano per non più di due giorni ad ogni tappa nei mesi di giugno, luglio e settembre. Non si tratta di numeri piccoli. Se prima in dieci anni avevamo visto soltanto tre olandesi ad oggi con questo tour così particolare sono già 120».
Il trend sembrerebbe positivo. «Nel 2007 – conclude Gonthier – il periodo di vacanza si è leggermente allungato. C’è da augurarsi che questa tendenza possa consolidarsi nel corso del 2008». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 28 febbraio 2008).
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