8 aprile 2008

Alpicom: una cordata piemontese per il Wi-Max in Vallée

«Alpi Communication (Alpicom)», sede valdostana, ma cuore azionario completamente piemontese, porterà il Wi-Max (acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access, tecnologia che permette la diffusione della banda larga su frequenze radio) nella piccola regione autonoma. La società si è costituita pochi giorni fa ed ha come oggetto principale la fornitura di «Servizi di Telecomunicazione, telefonia vocale, servizi di comunicazione mobili e personali anche via satellite, applicazioni dect (digital european cordless telephone), servizi di connettività wireless su frequenze pubbliche o soggette a licenza, trasmissione dati, trasmissione di segnali video». La società a responsabilità limitata è composta dalla cordata piemontese che il 28 febbraio scorso si è aggiudicata, con un investimento di 280 mila euro, uno dei ventuno diritti d’uso regionali assegnati attraverso il meccanismo dell’asta competitiva dal Ministero delle Comunicazioni. Complessivamente nove giornate di rilanci, articolate in 48 tornate, con un incasso finale pari a € 136.337.000,00 (+ 176% sulla base d’asta), il più elevato fra le gare WiMax sin’ora svolte nell’Unione Europea. Le aziende che hanno dato vita al nuovo soggetto sono tutte piemontesi: la «Ribes Informatica» di Ivrea (Torino), la «Hal Service» di Vercelli, la «Lan Service» di Casale Monferrato (Alessandria), dell’«Informatica System» di Cuneo, la «BBBell» del Verbano Cusio Ossola e, infine, la «Tex97» di Torino. Il passo successivo, fanno sapere dall’azienda, sarà quello di mettersi in ascolto delle esigenze del territorio. «L’amministrazione regionale – spiega Maria Grazia Fanciullo, responsabile delle Relazioni esterne - ci ha già invitati ad un tavolo di confronto dove saranno presenti tutti gli operatori valdostani in modo da meglio comprendere le necessità del territorio locale e fissare una serie di priorità». «Non è assolutamente nostra intenzione – prosegue - imporre un nostro piano a priori. Ecco perché accoglieremo volentieri tutte le sollecitazioni che ci giungeranno in quella sede». I diritti d’uso delle frequenze di gara avranno una durata di 15 anni a partire dalla data di rilascio, sono rinnovabili e non possono essere ceduti a terzi senza la preventiva autorizzazione del Ministero. Del resto ogni aggiudicatario al momento dell’assegnazione dei diritti ha già garantito una significativa copertura territoriale ed un particolare impegno nelle aree a «digital divide». La copertura territoriale è stata calcolata con un meccanismo a punti previsto dal disciplinare di gara e risultante dall’installazione di impianti nei Comuni dell’area interessata. Trascorsi i 30 mesi dal rilascio del relativo diritto d’uso, gli aggiudicatari che non utilizzino completamente le frequenze assegnate, sono tenuti a soddisfare richieste di soggetti terzi di accesso alle frequenze stesse, sulla base di negoziazione commerciale.

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