20 maggio 2008

Grido di allarme di Cna Valle d'Aosta per il settore artigiano: cresce la mortalità delle imprese nel breve periodo

Cna lancia il suo grido di allarme per il settore artigiano. «L’attuale saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni – osserva il segretario regionale Cesare Grappein dimostra che è ancora alta la voglia di fare impresa, ma se si va al di là del puro dato quantitativo constatiamo che sono in costante aumento le aziende che aprono e chiudono nel giro di un biennio, talvolta perfino un anno. Un elemento che denota una evidente fragilità del settore». Il messaggio alle istituzioni è chiaro. Occorre ridare centralità ad un settore come quello artigiano che, nella piccola regione autonoma, dà lavoro a circa 9000 addetti. «La pmi artigiana – precisa il segretario regionale - va sostenuta e non lasciata sola ad attraversare il guado della probabile stagnazione dell'economia. Gli attuali numeri positivi non sono un reale sintomo di salute del settore». Se si analizzano i numeri la situazione valdostana con 418 registrazioni contro 326 cessazioni nel 2007, su uno stock complessivo di circa 4200 aziende (382 contro 376 l’anno precedente), appare sicuramente confortante, ma Cna Valle d’Aosta dal suo osservatorio associativo ribadisce come il dato vada attentamente contestualizzato e, in collaborazione con la sede centrale romana, sta sottoponendo i dati in merito alle cessazioni delle imprese artigiane ad un severo controllo, puntando a tracciare la durata media della aziende costituite negli ultimi anni. «Molte aziende artigiane – aggiunge Grappein - chiudono a neppure un anno dalla loro costituzione schiacciate da un carico burocratico sempre più insostenibile per le microimprese valdostane che difficilmente superano i tre dipendenti». Per Grappein il dato di crescita è anche inficiato dalla nascita delle cosiddette imprese satelliti, soprattutto nel settore delle costruzioni: il più dinamico come dimostrano in generale i dati in possesso di Infocamere: 281 iscrizioni contro 180 cessazione nel corso del 2007. « Sono aziende – osserva Grappein - costituite da dipendenti che si mettono in proprio, ma che poi continuano a lavorare con la stessa azienda come unico cliente». Quali le cause di tanta fragilità? «Le imprese valdostane – risponde Grappein - chiudono i battenti perché non hanno gli strumenti per stare sul mercato, perché, ad esempio, si trovano in difficoltà nel preparare la partecipazione ad un appalto». Insomma il mondo dell’imprenditore artigiano tra 626, Hccp, privacy, Durc, regolamento versamento contributivi, nuove norme in materia di impianti (decreto 37/2008) si è terribilmente complicato e per Cna occorre correre ai ripari prima che la valanga degli adempimenti abbia il sopravvento sulla voglia di diventare imprenditori. «Paradossalmente – prosegue Grappein – non sono tante le aziende che chiudono perché non hanno lavoro, ma ce ne sono parecchie che non riescono a portare avanti il loro progetto di azienda». Quali ricette adottare? «Come associazione – risponde Grappein – siamo convinti che si debba passare da una idea di amministrazione che autorizza ad una di impresa responsabile. Servono procedure più snellebe severità nei controlli. Tanto, già ora, le nostre aziende sono controllate il doppio rispetto alle altre regioni. Sono convinto che si potrebbero perfino ridurre i contributi spettanti al settore se soltanto si riuscisse ad alleggerire la pressione fiscale e burocratica. La famosa impresa in un giorno appare ancora un’utopia». In questa azione Grappein intravede un ruolo importante per le associazioni di categoria. «Gli artigiani – commenta – sono sempre meno interessati alla tutela politico-sindacale. Vogliono un’associazione che sappia affiancarli ed aiutarli ad affrontare l’infittirsi delle normative». «Faccio un esempio: – dice Grappein - nel recente nuovo testo unico in materia di sicurezza le sanzioni sono state raddoppiate». «In un simile contesto – aggiunge - un’associazione di categoria deve porsi come obiettivo di aiutare le imprese a mettersi in regola. Vanno aperti dei tavoli di lavoro con l’Amministrazione regionale dove si riesca a far comprendere che le micro-imprese tipiche del nostro territorio hanno spesso bisogno di un sostegno per adeguarsi in maniera efficiente alle nuove normative, statali o regionali che siano. Le piccole dimensioni regionali impongono una maggior collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria affinché i problemi sul tappeto possano essere risolti ricorrendo il meno possibile al sistema sanzionatorio». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 14 maggio 2008)

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