Le slot machine tradiscono la
casa da gioco di Saint-Vincent (-14,65%). Nei primi cinque mesi del 2008 i ricavi del Casino della cittadina termale sono diminuiti di 4,2 milioni (-8,69%), fermandosi a quota 44 milioni contro i 48,2 del 2007, e gran parte della perdita è concentrata proprio nel settore dei giochi elettronici, passato dai 23,79 milioni del 2007 ai 20,33 di quest’anno. In leggera crescita i giochi francesi (11,7 contro 11,4). In flessione quelli americani: da 12,5 a 11,5. Un trend negativo alleggerito soltanto in parte dal positivo andamento del mese di maggio (+12,2%) con incassi pari a 9,4 milioni (contro gli 8,4 del 2007). «
La performance positiva – spiega il Presidente
Enrico Cheillon, un passato da funzionario regionale presso la Casa da Gioco -
è frutto dell’ottimo risultato messo a segno dai Giochi Francesi, pari a circa 1,9 milioni, che ha permesso di rimediare ai risultati negativi degli altri settori». Per i vertici del Cda tuttavia è ancora troppo presto per ipotizzare un’inversione di tendenza. «
Già l’anno scorso – osserva
Cheillon mostrando le statistiche - avevamo registrato uno scostamento negativo delle stesse dimensioni, poi recuperato nella seconda parte dell’anno». Nei primi cinque mesi non si ferma neppure il calo delle presenze (-8,61%). Visti i positivi risultati dei giochi lavorati, soprattutto quelli francesi, per i quali la Casa da Gioco in termini di incassi fa registrare risultati inferiori soltanto a Venezia, appare evidente ai vertici aziendali come sia in calo la clientela di target medio-basso, maggiormente attratti dalla sempre più ampia offerta di azzardo dello Stato. Cheillon disegna un quadro complessivamente critico. «
Alla già pesante congiuntura economica e alle limitazioni imposte dalle norme antiriciclaggio, - commenta -
si aggiunge ormai anche l’effetto rincaro carburanti. L’insieme di questi fattori non fa ben sperare per il restante periodo dell’anno. La Casa da gioco è infatti penalizzata dalla collocazione geografica a causa degli spostamenti significativi che la clientela del bacino primario di utenza, cioè l’area del Nord Ovest, deve comunque affrontare per visitarla. L’incidenza dei costi di pedaggio autostradale e di carburante condizioneranno sicuramente il tasso di frequentazione del casinò da parte dei giocatori, anche occasionali e quindi di passaggio in Valle d’Aosta per motivi turistici. Alla fine si preferisce la slot da bar sotto casa oppure l’on line». E proprio per contrastare questa particolare tipologia di concorrenza e recuperare una fetta di clientela il Cda con due punti gioco in gestione diretta, ad Aosta e Torino, e, a partire dall’estate, altri negozi in franchising in diverse province italiane, ha proposto il brand del Casino de la Vallée nel settore delle scommesse e dei giochi autorizzati dai Monopoli di Stato. L'operazione sarà promossa dalla «
4Games srl», di cui la casa da gioco è socio di maggioranza con Cogetech, società operante nel campo dei giochi in concessione. «
Vogliamo cogliere - ha spiegato l'amministratore delegato,
Riccardo Varvello -
alcune opportunità offerte dall'evoluzione della normativa nazionale in ambito di gioco attraverso il ricorso alle nuove possibilità in campo telematico con il gioco on line e, sulla scia di quanto già intrapreso da altri Casinò nazionale, e raccordarci così con l'emergente mercato del gioco pubblico, attraverso lo sviluppo di un marchio di franchising». Cheillon è comunque convinto che i problemi della Casa da gioco siano più organizzativi che strutturali e individua nella riorganizzazione dei tavoli verdi una delle leve prioritarie per riportare definitivamente i conti in positivo. Una riorganizzazione che potrà poggiare su basi solide soltanto a partire da un nuovo contratto che unifichi definitivamente giochi americani e francesi. Il Presidente si fa forte del risultato positivo del bilancio del 2007 con un margine sui proventi lordi di quasi 2 milioni di euro (1.976.506), dopo la perdita di oltre 2 milioni dell'anno precedente. «
Una parte del risultato positivo – conclude –
si deve sicuramente al nuovo disciplinare che ci ha concesso un 9% in più di risorse rispetto al precedente, ma non è stato l’unico fattore. C’è stato un lieve incremento degli introiti lordi (+0,61% ndr), un azione di contenimento selettivo dei costi di gestione, già avviata dal precedente Cda, e una riduzione delle spese derivanti da collaborazioni esterne, ottenuta attraverso un maggior coinvolgimento delle risorse interne». (
Pubblicato sul Sole 24 Ore dell11 giugno 2008)
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