Come già anticipato ieri propongo ai visitatori del blog, in due puntate, il testo letto dal Presidente di Valfidi Andrea Leonardi al termine dell'Assemblea dei soci del Consorzio. Il documento si intitola «In tema di art. 107 t.u.b. e di possibile aggregazione con altri Consorzi di garanzia fidi».
Il problema che sta diventando pulsante, come peraltro già accennato nella Relazione del Consiglio di Amministrazione, è quello del graduale approdo all’Elenco degli Intermediari Finanziari ex articolo 107 del Testo Unico Bancario da parte della nostra Società.
Valfidi, infatti, proprio per la sua costante e fattiva attività, anche alla luce delle emanate norme del Ministero dell’Economia e della Banca d’Italia, raggiungerà nell’anno in corso – con un’alta probabilità – i limiti minimi per la iscrizione all’Elenco stesso.
La domanda alla Banca d’Italia, Organo di Vigilanza competente, potrà essere presentata immediatamente dopo la approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2008; e cioè nel 2009, ormai relativamente lontano.
E’ questo un traguardo encomiabile, di grande soddisfazione.
E’ questo un rinnovato impegno che la nostra Società dovrà affrontare.
E’ – si sappia – un impegno che richiederà obblighi comportamentali per Valfidi, sacrificio ai Soci e ulteriore attività per gli Organi e le maestranze sociali.
Che cosa dovrà fare Valfidi, a breve termine dalla accettazione della domanda da parte dell’Organo di Vigilanza?
Dovrà:
· dotarsi di risorse e di necessari mezzi finanziari e patrimoniali.
Questo primo step sarà in linea con il primo dei cosiddetti «pilastri» - Requisiti patrimoniali minimi – posti da «Basilea 2» perché gli Intermediari Finanziari siano sani di patrimonio sociale e con un buon grado di solvency.
Ciò imporrà il ricorso ad un aumento di capitale Sociale, che sarà richiesto ai Soci, ma che sarà anche allargato ad Enti ed Istituti che, confidando nelle risorse di Valfidi, avrebbero già espresso la propria adesione all’iniziativa, ancorché ancora da concretizzare in seno ai propri Organi Sociali.
Non basterà, infatti, aver raggiunto i limiti minimi previsti dall’Organo di Vigilanza per ottenere l’iscrizione all’Elenco degli Intermediari Finanziari, ma si dovrà pensare ad essere più forti e solidi intermini di solvency, guardando, più che all’immediato, al futuro.
· dotarsi della necessaria organizzazione
si dovrà essere in linea con il secondo dei cosiddetti «pilastri» - Controllo prudenziale – posti da «Basilea 2» perché gli Intermediari Finanziari siano ben organizzati, abbiano un audit interno e le altre forme di controllo.
Qui il discorso è più complesso, anche perché si attendono più chiare disposizioni in merito da parte delle Autonomie interessate.
Certo è che Valfidi non potrà fare a meno di dotarsi di un organigramma rinnovato ed integrato rispetto a quello attuale, di adeguati software, di altri validi collaboratori interni ed esterni. (In questo settore ci siamo già adoprati per conoscere esattamente gli ambiti minimi organizzativi).
Tutto si tradurrà, purtroppo, in un aumento di costi e spese di gestione, che farà lievitare la percentuale di commissioni richieste per la concessione delle garanzie e la conduzione delle pratiche di affidamento.
Si ritiene che ciò comporterà un lieve aumento delle attuali commissioni, in vero sopportabili dai Soci attivi.
Per chiarire meglio l’importanza di questo possibile traguardo, si deve tenere presente che Valfidi non assumerà la veste di una Banca, ma sarà riconosciuta nel mondo degli Istituti che operano nel sistema creditizio, con le naturali conseguenze portate dalla normativa e con i giusti vantaggi per l’attività mutualistica
Si tenga presente che l’approdo all’Elenco degli Intermediari Finanziari non deve essere inteso come una scelta, una opzione.
Essa è una esigenza, se si vorrà evitare che il territorio della nostra Regione sia invaso da Organizzazioni consortili più forti, già operanti in fattispecie dell’art. 107 T.U.B., che possano dare agli Istituti di credito una maggiore – e più conveniente per questi ultimi – garanzia di rischio. Tali Organizzazioni, effettuata una ricognizione in ordine alle loro richieste, applicano ai godenti di garanzie costi e commissioni già molto più alte delle nostre attuali.
Il ritardo ovvero il mancato approdo all’Elenco degli Intermediari Finanziari comporterà, nostro malgrado:
· la graduale perdita del numero dei Soci, distratti sia dagli Istituti di credito, che cercheranno di stabilire rapporti con Consorzi vigilati da Banca d’Italia, sia dalla possibilità che verrà loro suggerita per migliore la capacità di credito;
· la vanificazione degli intenti perseguiti da Valfidi, e cioè la perdita della propria azione a favore degli operanti sul territorio della nostra Regione e la perdita dell’attività di localismo, particolarmente utile nella individuazione degli operatori in azione di start up o di propensione a nuovi investimenti;
· la oggettiva situazione in cui potrebbe cadere la Regione Valle d’Aosta, che molti interventi ha fatto per aiutare le imprese valdostane e per elargire contributi in conto interessi, nel caso in cui si dovessero instaurare rapporti con Consorzi con sedi in altre regioni d’Italia.
Ponendo lo sguardo alle altre attività consortili, sia regionali che extra regionali, si nota come le quote di capitale sottoscritte dai Soci ed i costi di gestione delle pratiche di garanzia ai fidi – commissioni ed altre spese – siano più alti di quelle attualmente (ma anche nei precedenti esercizi) praticati dalla nostra Società. Dunque, è bene considerare che Valfidi, a causa della ormai possibile mutazione del livello della propria attività, sarebbe costretta ad elevare sia le quote capitale che i costi di anzidetti, anche se – si ritiene allo stato delle cose – comunque in misura meno elevata rispetto a quelli praticati nel mercato finanziario corrente. (Continua)
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