9 settembre 2008

Impianti a fune: comparto in difficoltà

Crescono ricavi (+10,5%) e i passaggi (+7,7%) nel settore degli impianti a fune, ma parafrasando il linguaggio borsistico verrebbe da dire che si tratta di un rimbalzo tecnico. Il saldo positivo infatti arriva dopo il biennio tutt’altro che esaltante 2005/2006 e 2006/2007 in cui i ricavi si erano fermati, rispettivamente, a 53,0 e 54,5 milioni e i passaggi a 25,7 e 25,8 milioni. Nell’ultima stagione appena conclusa invece, sulla base dei dati forniti da Massimo Lévêque, direttore della Siski, società che si occupa dello ski pass unico regionale, le funivie valdostane si sono fermate a 27,9 milioni di passaggi e 56,9 milioni di ricavi. Come fatturati sicuramente il miglior risultato dell’ultimo quadriennio ma scorrendo la serie storica spiccano i 58,9 milioni dell’annata 2003/2004. «Senza dimenticare l’inflazione – precisa Levêque - e i costi di gestione in continua crescita a partire da quelli energetici. La situazione resta critica».
Ferruccio Fournier, presidente dell’Associazione Valdostana impianti a Fune. Si rallegra del fatto che per lo meno «abbiamo avuto una stagione invernale all’insegna della normalità dal punto di vista metereologico, con nevicate puntuali a fine novembre e inizio di dicembre, un periodo natalizio con tutti i comprensori aperti e con buone condizioni di neve». Più difficile l’esercizio estivo. «Come Funivie del Monte Bianco – commenta l’amministratore delegato Roberto Rota abbiamo registrato un lieve calo nei passaggi (-3%) e nei ricavi (-1%). Date però le condizioni climatiche tutt’altro che esaltanti non sarebbe giusto lamentarsi. L’unico dato negativo è stato quello strettamente commerciale, cioè gadget, ristorante e bar. Qui c’è stata una diminuzione degli incassi pari al 4,35%, a dimostrazione che la gente non rinuncia magari alla gita ma si concede qualche svago in meno». Uno dei segni più evidenti della criticità del settore la cessione da parte dell’industriale torinese Mario Cravetto del pacchetto di maggioranza (64,90%) della Cervino spa (180 dipendenti di cui 80 stagionali), società fondata nel 1934 e che gestisce gli impianti di risalita della località di Breuil-Cervinia. Ad acquistare, tramite la propria finanziaria Finaosta, la Regione Valle d’Aosta per un valore massimo di 3 milioni di euro. La Regione è riuscita ad avere la meglio su tre gruppi di privati: due italiani (di cui uno di Cervinia) e uno svizzero di Zermatt. La Finaosta che già deteneva il 12 per cento della Cervino controllerà così la società con il 77 per cento delle quote azionarie. «L'operazione - ha spiegato il presidente della Regione, Augusto Rollandin, - ha come punto fermo il mantenimento dell'attività turistica nel comprensorio della Valtournenche, in risposta a una situazione di crisi di liquidità della società che rischiava di avere un esito negativo sin dalla prossima stagione invernale». La Regione prevede nel breve periodo di attuare degli investimenti per il rinnovo di alcuni impianti di risalita del Cervino, mettendo a disposizione una dotazione finanziaria di 23 milioni di euro. «Il comprensorio di Breuil Cervinia - ha precisato l'assessore regionale al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti, Aurelio Marguerettaz - ha forti potenzialità che esigono degli investimenti». Ma l’obiettivo della Giunta, al di là di alcuni interventi tampone, resta comunque quello di dare una risposta globale al problema. Sullo sfondo rimane l’ipotesi di una holding che raggruppi tutte le società allo scopo di meglio coordinare l’operato di tutte le società. «Al di là della soluzione che sceglieremo – commenta Marguerettaz - occorre una razionalizzazione che permetta dei trattamenti retributivi definiti con criteri comuni, acquisti fatti insieme, logiche manutentive e promozionali comuni». Come primo passo per definire quale sia la soluzione più adatta è stato dato incarico a Finaosta di predisporre la redazione del rapporto regionale per gli impianti a fune. Il rapporto conterrà in particolare l’analisi dello stato attuale del settore, dal punto di vista tecnico-economico e finanziario, e le possibili linee di sviluppo; l’individuazione delle criticità dei comprensori sciistici in relazione agli afflussi sugli impianti e sulle piste, mediante l’analisi delle frequentazioni e dei bilanci economici; l’indicazione dei dati relativi alle caratteristiche di ogni impianto, dei comprensori in cui sono raggruppati gli impianti a fune, dei dati dell’ultimo quinquennio relativi alla frequentazione dei comprensori e ai conti economici di gestione dei concessionari e dei comprensori o le parti di comprensorio che necessitano di un ampliamento, di un potenziamento o di un ridimensionamento; l'analisi dello stato degli impianti di innevamento programmato, specificando le risorse energetiche ed idriche necessarie al loro funzionamento, e del parco mezzi battipista, specificandone le caratteristiche tecniche, l’anno di costruzione e le ore di utilizzo. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 3 settembre 2008)

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