«Le pessime previsioni fatte ad inizio di stagione, cioè al mese di giugno e luglio si sono avverate. E sono molto più gravi di quanto osavamo pensare». Ma la preoccupazione di Roullet non è soltanto legata al calo di presenze che è stato comunque consistente. «In Valle d’Aosta – aggiunge l’albergatore - si ipotizza un dieci per cento in meno di presenze. Per fortuna a Cogne
c’è stato un calo, ma non così pesante, anche se questo inevitabilmente significa che in qualche altra località si è sfondato il 10%. E che, quest’autunno, quando sarà il momento di fare i conti e pagare le tasse qualcuno sarà costretto a restituire la licenza al Comune».
I timori di Roullet nascono da un piccolo biglietto sul quale sono riportati gli aumenti, definiti vertiginosi, dei costi aziendali nell’ultimo triennio. «Ho preso come riferimento un mese preciso, quello di agosto – precisa – e quei prodotti per i quali il rifornitore non è cambiato. A parità di scenario il pane è aumentato del 13,51%, il latte del 17,77%, l’acqua minerale San Pellegrino dell’11,36%, la pasta del 40,66%, il parmigiano reggiano del 9,17%, le patate quarantine 18%, il gasolio 32,58%, il gas 11,54%, il costo del personale 23,77%». «Ciò significa – aggiunge l’albergatore - che in due anni noi ci troviamo di fronte ad un aumento medio del 20% ed abbiamo le tariffe praticamente ferme. Per poterci salvare, probabilmente abbiamo due strade: o aumentare le tariffe o ridurre i costi e cioè ridurre la qualità. Inutile dire che la prima soluzione ci è stata sconsigliata, senza contare che noi comunque le tariffe della nuova stagione le abbiamo fatte già a febbraio».
Roullet teme però di più il rischio di un calo della qualità dell’offerta regionale e non solo. «Lo si sente nell’aria. Lo si vede. Ad esempio ci sono ristoranti di qualità che se ne vanno o comunque non ne nascono di nuovi. I servizi negli alberghi si riducono. Il personale è sempre meno qualificato. E se questa situazione si prolungherà non potrà che portare ad un ulteriore calo di tutto il mondo del turismo, ma se questo va indietro, va indietro anche l’artigianato, l’agricoltura, tutto quel mondo che vive del turismo».
Roullet intravvede per la prossima stagione la necessità di una svolta. «Nel promuovere la Valle d’Aosta – aggiunge - bisognerà avere il coraggio di dire alla nostra clientela che il nostro è un servizio di qualità e quindi che non si spaventino se siamo costretti a ritoccare le nostre tariffe. Del resto se le tariffe sono sotto i costi si arriva per forza al fallimento. Le imprese alberghiere non hanno la possibilità di far ricapitalizzare le nostre imprese dall’ente pubblico. E sarei curioso di meglio conoscere i conti di realtà dove è la Regione a fare l’albergatore».
Anche sul fare promozione Roullet ritiene che sia necessaria una attenta riflessione. «Il problema dei costi non è soltanto nostro, tuttavia ci sono alcuni aspetti che in qualche maniera ci infastidiscono. Ad esempio il fatto che Courmayeur e Cervinia siano in certi momenti vuote mentre Chamonix e Zermatt sono strapiene. E badate bene non è una questione di prezzi. Credo che la variabile fondamentale sia la capacità di accogliere, di stimolare il cliente a venire in quel luogo. Forse anche la capacità di offrire quanto il cliente vuole. Imprenditori e politici devono interrogarsi, confrontarsi sull’attuale scenario. Io ho però l’impressione che nessuno abbia molta voglia di farlo. Se si aspetta ancora un po’ potrebbe essere troppo tardi. Il caso Alitalia insegna». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 25 settembre 2008)
4 commenti:
se, come sembra, va a ramengo anche il turismo (il servizio offerto è tutt'altro che dei migliori, nonostante le notevoli spese che ci accolliamo come cittadini attraverso la regione - es. impianti di risalita) - cosa rimarrà della VDA?
Il casinò deserto?
Insomma, il sistema VDA messo in piedi da Viérin e compagnons fa acqua (com'era prevedibile) da tutte le parti.
Complimenti a Roullet : il suo albergo è il numero uno in Valle . Ciò doverosamente premesso , va detto che Cervinia e Courmayeur sono vuote quando Zermatt e Chamonix sono magari piene per questioni diverse da quelle esposte da Roullet . Zermatt batte alpinisticamente Cervinia per dieci a uno e sciisticamente quattro a uno . Chamonix supererebbe di poco Courmayeur , ma le vallate Veny e Ferret sono scomode ; sciisticamente Chamonix è ben più varia . Soprattutto Chamonix è gaia e viva , Courmayeur è triste ; Cervinia è per me simpatica , ma Zermatt è elegante e tipica a seconda delle zone . Non c'è contesa fra le località in questione , certo se ci fosse una mentalità più aperta e moderna il turismo avrebbe più successo in regione . In prospettiva , Bellevue , Miramonti , Hermitage & et similia sopravviveranno meglio di altri . Se posso dare un parere , direi che Roullet deve privilegiare la qualità comunque , anche se richiede l'aumento dei prezzi alberghieri .
Se c'è qualche albergatore che ci legge mi piacerebe sapere prima di tutto se condivide l'analisi di Roullet e poi quali sono le sue principali difficoltà. Anche in questo caso le testimonianze più significative potrebbero essere utilizzate per un'inchiesta sul Corriere della Valle. Sono anche disponibile a recarmi in azienda per una chiaccherata più approfondita.
Questa estate mentre il Tg regionale descriveva una Cervinia vuota con negozi chiusi, l'estate non è stagione turistica, Zermatt era piena di gente. E i prezzi di Zermatt sono micidiali. La sola presenza di un McDonald's dà l'idea di quanta gente giri in Svizzera dove c'è una montagna molto addomesticata (leggi trenini e funivie) comoda ma a tratti non piacevole perchi vuole camminare in luoghi isolati e non trovando un ristorante ogni mezz'ora di cammino.
Il problema è che molti considerano la propria attività come stagionale e non vogliono crescere inserendosi magari in circuiti internazionali.
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