2 ottobre 2008

Il vero federalismo è quello alimentare

Ospito con piacere un interessante post inviatomi da Ezio Mossoni, direttore di Coldiretti Valle d'Aosta. Ricordo che se ci fossero altre associazioni di categoria interessate a farmi pervenire un loro scritto sarò lieto di pubblicarlo sia sul Corriere della Valle che sul blog.

Stiamo assistendo in quest’ultimo periodo, spinti dal costo del petrolio e dell’energia e dalle conseguenti esigenze legate alla crisi economica, ma anche grazie ad una rinnovata presa di coscienza rispetto alle problematiche ambientali, ad una forte attenzione verso la cosiddetta «filiera cortissima». Il rapporto diretto tra produttore e consumatore, nel tentativo di “limare” i passaggi e le diseconomie che aumentano i prezzi, sui quali gravita il costo economico e ambientale del trasporto. Negli Stati Uniti, pur essendo gli States elica e motore della globalizzazione, sono già presenti, in maniera massiccia, oltre 4.500 «Framers Market» soprattutto nelle grandi città, New York, e Los Angeles in testa.
In Italia , sottolinea uno studio della Coldiretti, l’86 per cento delle merci viaggia su strada ed è stimato che un pasto medio percorre oltre 1900 chilometri su camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla tavola e, spesso, ci vogliono più calorie in termini energetici per portare gli alimenti al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali.
Per giungere sulle nostre tavole un chilo di Kiwi neozelandesi devono percorrere 16mila chilometri con un consumo di 9,4 chili di petrolio e l’emissione di 29,3 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di carne argentina viaggia per 11mila chilometri bruciando 6,7 chili di petrolio ed emettendo 20,8 chili di CO2, con i mezzi aerei.
In particolare i costi così elevati di trasporto mettono in discussione il principio stesso della globalizzazione secondo il quale – come tutti ormai sanno – si consumano prodotti che sono stati realizzati dove costano meno, mentre oggi è necessario favorire la produzione vicino ai luoghi di consumo per motivi sia economici che ambientali, e sia nei paesi ricchi che in quelli poveri.
Coldiretti nel dicembre del 2000 è scesa in tutte le piazze Italiane per illustrare un progetto chiamato «Patto con il Consumatore», un decalogo di impegni reciproci presi tra produttori e consumatori; al primo punto degli impegni figurava «assicurare continuità delle tradizioni alimentari attraverso le produzioni regionali tipiche e di qualità» , una iniziativa che viene, quindi, da lontano e che è passata per mille battaglie, soprattutto con la raccolta di 1,5 milioni di firme che ha portato il progetto di legge di iniziativa popolare sulla etichettatura ad essere approvato nel 2004.
Anche nella nostra Regione, grazie ad alcune intelligenti iniziative, come il distributore di latte fresco di Gressan o quella messa in campo dall’Institut Agricole presso l’azienda di Montfleury per l’ortofrutta, la vendita diretta stà diventando una piccola, ma reale, alternativa allo shopping presso i grandi centri commerciali o nelle vie cittadine.
Coldiretti e Tera Nouva (associazione di produttori biologici) promuovono, fin dalla fine del 2002 un mercatino che si svolge, una volta al mese, generalmente la seconda domenica, sotto in portici di piazza Chanoux ad Aosta, dalle 9 alle 18. Sono presenti mediamente circa 25 operatori e circa 20 tra loro propongono prodotti della nostra regione mentre gli altri provengono dal Piemonte e dalla Liguria. Le date possono essere replicate e, da anni, il Comune di Aosta ha inserito il mercato degli agricoltori nelle manifestazioni Natalizie, per le tre domeniche che precedono il Natale. Naturalmente i prodotti in vendita sono frutto del territorio, non sono presenti in quantitativi illimitati e sono fortemente legati alla stagionalità, ma - crediamo – proprio tutto ciò sia ulteriore garanzia per il consumatore.
Chi desidera mettersi in contatto con le aziende agricole può consultare il sito della Coldiretti e attraverso il link del mercatino reperire gli indirizzi dei produttori locali. Inoltre consigliamo, sempre attraverso lo stesso sito, il link dedicato alla «Fondazione Campagna Amica» che propone l’elenco completo regionale e nazionale delle aziende Coldiretti che praticano la vendita diretta, le aziende disponibili alla spesa in azienda, gli agriturismo e mille altre notizie utili. (Pubblicato sul Corriere della Valle del 25 settembre 2008)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In senso stretto il concetto è perfetto . Cade però davanti a una realtà : il fattore tempo . Nel supermarket c'è tutto , dal lucido per scarpe alla birra ai pomodori . Quanto è realistico pensare che uno vada a giorni alterni ove si può privilegiare la filiera corta ? Il fattore spazio/tempo purtroppo esiste .

Amici della Manzoni on 3 ottobre 2008 alle ore 11:09 ha detto...

Anche a Milano sono arrivati i farmer market. Soltanto che, stando a quanto scrivono i quotidiani, i prezzi non sono competitivi e sulla qualità c'è da discutere.
Concordo sul fatto che non ha senso fare arrivare i kiwi dalla Nuova Zelanda, ma senza andare tanto lontano mi chiedo perché in molti negozi della Valle d'Aosta si possono trovare gli yogurt altoatesini.
A volte invece non ci sono i valdostani.
Saluti
Luigi Ferro

 

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