Il terzo mio articolo pubblicato sul rapporto Valle d'Aosta del Sole 24 Ore di martedì 16 dicembre 2008. Faccio notare che alcune delle misure accennate in questo articolo si sono concretizzate nel ddl anti-crisi approvato proprio ieri, segno, a mio avviso, che i tempi della politica sembrano essersi finalmente accellerati.
«I dati attualmente in nostro possesso in merito alle sofferenze delle aziende, relativi alla fine di settembre, non rispecchiano ancora gli attuali livelli di preoccupazione». Giuseppe Cilea dal suo osservatorio privilegiato di presidente di Finaosta - la finanziaria regionale che dal 1982 attraverso la gestione dei fondi di rotazione regionale o la costituzione di partecipate ha tra le sue finalità quella di favorire il consolidamento economico della piccola regione autonoma – invita alla prudenza. La fine dell’anno sarà rivelatrice dello stato di salute delle imprese valdostane. «Come Finaosta, su richiesta dell’Amministrazione regionale – osserva Cilea – stiamo attivandoci all’interno del Comitato anticrisi per rendere meno pesante l’attuale congiuntura per le famiglie e le imprese valdostane». «E’ chiaro – prosegue - che se sui mutui prima casa non ci sono limitazioni comunitarie e quindi i margini di azione sono ampi, non si può dire la stessa cosa degli interventi a favore delle imprese. Anche un differimento dei tempi di pagamento delle rate dei mutui potrebbe ricadere nella normativa degli aiuti di stato». Al di là dell’impasse momentanea il ruolo della finanziaria regionale resta comunque centrale nell’economia valdostana per due motivi. Da un lato in virtù dell’ampio spettro di aree operative, dai mutui prima casa, al commercio all’industria passando al settore alberghiero; dall’altro per le sue partecipazioni in oltre 40 società regionali con quote azionarie spesso pari o addirittura superiori al 50% in aziende come Compagnia Valdostana delle Acque o Aostafactor. I volumi sono impressionanti. Dal 1982 ad oggi la Finanziaria regionale, con un azionariato diviso fra Regione Autonoma Valle d’Aosta (77,55%), Unicredito (10,71), Sistema Iniziative locali della San Paolo (10,70), Banca Mps (0,56) e Avi Servizi (0,49), ha erogato 2,3 miliardi di euro a 27.601 soggetti. Soltanto nel 2008 (il dato è aggiornato al 31 ottobre) sono stati erogati 72,1 milioni per un totale di 1003 erogazioni. I tradizionali dati del credito appaiono positivi. Alla fine del primo semestre del 2008, sulla base delle rilevazioni di Banca d’Italia, la raccolta bancaria nei confronti dei residenti in regione è salita del 6,7 per cento, un valore superiore a quello registrato alla fine dell’anno precedente (3,9 per cento). In particolare, la raccolta presso le famiglie consumatrici è aumentata del 13,9 per cento, in accelerazione rispetto a dicembre 2007 (5,5 per cento). L’incremento ha riguardato sia i depositi sia le obbligazioni bancarie. Lo stock di titoli detenuti in deposito presso il sistema bancario da parte della clientela regionale è invece aumentato del 4,1 per cento, in decelerazione rispetto alla fine del 2007 (5,7 per cento). Il risparmio regionale, da sempre orientato verso profili poco rischiosi, si è prevalentemente indirizzato verso le obbligazioni e i titoli di Stato, mentre è proseguita la flessione delle quote di fondi comuni e delle azioni. Si è finalmente costituito il polo unico creditizio regionale. La Bcc Valdostana ha provveduto alla fusione per incorporazione della Bcc Fénis, Nus e Saint-Marcel. I presidenti Martino Cossard (Valdostana) e Andrea Leonardi (Fénis) mercoledì 26 novembre, presso lo studio notarile Marcoz, sulla centralissima Piazza Chanoux, hanno posto le loro firme ufficiali sul definitivo atto costitutivo. Il nuovo soggetto si presenta così con 6000 soci, una raccolta bancaria diretta pari a 455,8 milioni, una indiretta di 115,1, una quota di impieghi di 340,4, un patrimonio di circa 40 milioni, e vede operare sul territorio regionale venti filiali e 130 dipendenti. «Attualmente – spiega Cossard, che il 3 dicembre è stato eletto alla guida del nuovo soggetto creditizio – siamo presenti in 55 comuni e copriamo il 74% del territorio. Il nostro obiettivo è quello di ampliare la nostra presenza». Ma alla Valdostana tuttavia guardano ormai già oltre la fusione e chiariscono di non avere ancora del tutto messo nel cassetto il progetto, per ora bocciato dalla Banca d’Italia, di espandersi nella zona di Rivarolo e Castellamonte. «Nel distretto canavesano – conclude il Presidente - operiamo già con un servizio a domicilio con ottimi riusltati. In quest’area in effetti è presente un tessuto imprenditoriale fortemente interessato ad un istituto di credito che sa essere vicino al territorio e alle sue esigenze come il nostro».
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