Cresce nell’ultimo quinquennio il peso dei confidi regionali nell’economia valdostana. Sono ormai 6309 le aziende affidate ad uno dei cinque consorzi attualmente operativi sul territorio della piccola regione autonoma (5471 nel 2004), ammonta a 358,2 milioni l’importo globale degli affidamenti, mentre nel corso del 2008 l’erogato garantito ha toccato quota 104,1 (era 69 nel 2004), risultato in massima parte dovuto alle buone performance dei consorzi Valfidi (dai 48,4 del 2007 a 55,8 milioni di quest’anno) e degli albergatori da 3 a 7. (Qui trovate tutti gli articoli scritti su questo in blog in merito ai Consorzi fidi valdostani).
Nasce il primo maxi-consorzio
Ad animare uno scenario, incalzato dal definitivo andare a regime delle regole di Basilea 2, l’annuncio della firma di un protocollo d’intesa per la costituzione di un maxi-consorzio di garanzia fidi in Valle d'Aosta. i presidenti dei Confidi Commercio turismo e servizi (Cts), Albergatori e Agricoltori hanno infatti ufficializzato la loro intenzione di avviare un cammino comune che dovrebbe portare alla costituzione di un soggetto finanziario con 2.492 soci, un patrimonio di 16,5 milioni, un fondo rischi di 12 e uno stock affidamenti di 115,2 milioni. «Potremo così - hanno spiegato Pierluigi Genta (Turismo, servizi e commercio), Pericle Calgaro (Albergatori) e Angelo Lanièce (Agricoltori) - relazionarci con le banche con un voce sola, avendo un maggiore peso e sperando di ottenere, tra l'altro, tassi e condizioni bancarie più vantaggiosi». Genta è convinto di poter operare a favore delle imprese anche rimanendo all’interno dell’articolo 106 del Testo unico bancario. «Noi ci crediamo in questa operazione – osserva il Presidente – perché ci permette di aumentare il patrimonio, di essere più vicini alle microimprese che caratterizzano fortemente il territorio valdostano inoltre non crediamo che i confidi uniti siano in grado di sostenere gli impegni di un 107, sottoposti ai continui controlli della Banca d’Italia». Un'opinione condivisa anche dagli altri partners. «Attualmente – aggiunge Calgaro – stiamo portando avanti una serie di incontri settimanali in modo da pianificare con attenzione la creazione del polo. In questa logica è stato dato mandato al commercialista Andrea Bo di Aosta di studiare l’accorpamento sia sul fronte tecnico che su quello burocratico».
Valfidi da sola verso il 107
Prosegue invece in solitaria la strada verso il 107 di Valfidi. «A breve – ci spiega il presidente Andrea Leonardi – dovremo dare il via ad un aumento di capitale. Stiamo infatti studiando quale sia la maniera più graduale per arrivarci. Di sicuro nel corso del 2009 comunque raggiungeremo l’obiettivo. Fino ad ora la scadenza era fissata nel 30 agosto. Noi però confidiamo in una proroga fino alla fine dell’anno». Lo staff di Valfidi, guidato dal direttore Roberto Ploner, sta analizzando gli aspetti organizzativi e la sostenibilità economica di tutta l’operazione. «Inizialmente – sottolinea Leonardi – molte attività saranno in outsourcing. Nel medio periodo invece tutti i servizi saranno riassorbiti dalla struttura. Questo però significa da sette a otto persone in più rispetto alle attuali». Sulle misure anti-crisi, messe in campo dalla Giunta regionale guidata da Augusto Rollandin, dai vertici di Valfidi arriva un giudizio positivo. «Confidiamo però – precisa Leonardi – che queste misure ci permettano in futuro di poterci anche dotare di risorse utili per costituire nuovo patrimonio di vigilanza». Per Leonardi, ad esempio, nel 2009 si dovrà cercare di agevolare le richieste di finanziamento a medio e lungo termine, che sarà sempre più difficile vedersi concesse dagli istituti creditizi se non con opportune garanzie.
Agli industriali piacciono le misure anti-crisi della Regione
Apprezzamenti sull’azione dell’amministrazione regionale anche da parte di Federico Jacquin, presidente del Confidi industriali. «Sono tuttavia preoccupato – commenta il Presidente – dal fatto che si possa pensare che una volta approvate le misure tutto sia risolto. Nel corso del 2009 l’attenzione della politica in realtà non deve mai venire meno e va chiarito che non possiamo più affrontare le situazioni rifacendoci ai parametri di un anno fa. Si tratta di una chiave interpretativa superata». Per Jacquin il nuovo quadro economico potrebbe imporre addirittura una seria revisione degli accordi di Basilea 2. Quello che invece nessuno dice è che la presenza di alcuni confidi in 106 e altri in 107 darà vita inevitabilmente ad un nuovo scenario con cui l’amministrazione regionale prima di tutto e il mondo degli istituti di credito dovranno inevitabilmente confrontarsi. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest dell'11 febbraio 2009)
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