La Valle da Aosta da indossare è sbarcata, dal 13 al 16 Gennaio, alla manifestazione «
Pitti Immagine Uomo», ospitata a Firenze nella Fortezza da Basso.
Valgrisa, azienda simbolo del «
prêt-à-porter montagnard» che può contare fra i suoi soci fondatori
Luciano Barbera, nome notissimo della moda italiana e internazionale, è stata fortemente voluta alla manifestazione dalla Commissione del Pitti «
per l’originalità e la raffinatezza dei suoi capi», alcuni dei quali realizzati con la lana proveniente dalla tosatura delle circa 1.800 pecore «
Rosset», rarissima razza autoctona, e «
per la particolarità della lavorazione artigianale effettuata nei piccoli laboratori di tessitura, collocati in alta montagna», da parte delle socie delle cooperative «
Les Tisserands» di Valgrisenche e «
Lou Dzeut» di Champorcher, presenti anche quest’anno con un loro stand alla fiera di Sant’Orso. «
La nostra presenza al Pitti – spiega l’amministratore delegato
Alessandra Fulginiti, insieme alla socia
Silvia Tambosco, il braccio operativo della griffe sui mercati nazionali ed esteri –
è stata caratterizzata da quattro mini eventi che ci hanno permesso di far conoscere i nostri nuovi prodotti, il sistema di tracciabilità che caratterizza tutti i nostri capi e la realtà del Valgrisa Club una vera e propria community di clienti estimatori che nel tempo si sono fidelizzati al marchio e si sono avvicinati al territorio valdostano, scoprendone le qualità e le emozioni che può offrire». L’attenzione di molti buyers è stata in particolare attratta dalla presentazione del primo jeans realizzato in canapa tessuta a mano. «
Oggi quasi tutte le griffe hanno interpretato questo capo rifinendolo e arricchendolo fino a farlo diventare un cult esclusivo. – sottolinea Fulginiti –
Come Valgrisa, per i patiti del fatto a mano, proponiamo un prodotto davvero esclusivo. Solo quaranta centimetri di tessuto realizzati in un’ora di duro lavoro manuale: ecco l’unicità di questo tessuto in cui è bello scoprire le appena percettibili irregolarità date dalla lavorazione artigianale». Ma c’è di più. La griffe valdostana (circa 400 mila euro di fatturato nel 2008) ha allargato i propri orizzonti al mondo dello sport offrendo alla propria clientela una linea di sci costituita da tre diversi modelli: uno sci pensato per il mondo femminile contraddistinto dal la sobrietà dei colori e per la grafica originale delle decorazioni; un modello da gran turismo, adatto a tutte le nevi e, infine, per i più nostalgici, uno sci costruito interamente con legno di noce valdostano «
che - commenta Fulginiti -
“regala” la sensazione e il piacere di sciare con uno sci d’antan, ma realizzato con le più attuali tecniche artigianali». Sul fronte commerciale il Pitti è stata una vetrina importante. «
Sono stati davvero molti i contatti ma – conclude Tambosco –
è però ancora presto per stabilire con chiarezza quelli che si concretizzeranno nel breve termine e definire la nostra programmazione per il 2009. Il nostro obiettivo prioritario è quello di consolidarci sul mercato nazionale e coprire l’area dell’arco alpino dove esistono ancora alcune piazze scoperte, ad esempio Cortina e Madonna di Campiglio, sicuramente interessate alla nostra linea di abbigliamento». (
Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 28 gennaio 2009)
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