8 marzo 2009

Media e religione

Come sempre la Domenica è dedicata a proporvi i fondi che ho pubblicato sull'ultimo numero del Corriere della Valle, anche se non sono di natura economica. Un piccolo rappel per dirvi che se siete interessati a questo blog anche il lavoro che faccio per il Corriere potrebbe piacerrvi.

«Testimonianza», «professionalità e competenza». Secondo don Domenico Pompili, direttore dell'Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, sono queste le «due strade per accorciare la distanza tra fede e notizia». La prima «strada», ha detto il direttore dell'Ufficio Cei in occasione dell'incontro su «Chiesa e comunicazione nell'Anno Paolino», promosso - il 26 febbraio a Roma - dall'Ufficio Cei per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale, è «pensare alla testimonianza come modo di esposizione attraverso i media, privilegiando le storie personali sui concetti astratti e le narrazione di storie di vita».

Come «seconda strada» don Pompili ha suggerito «la professionalità e la competenza che consentono di trasmettere una visione d'insieme, fatta di armonia e di senso».
Perché, ha ricordato, «il cristianesimo è una visione della realtà originale e integrale, di cui occorre conoscere tutto perché in essa "tutto si tiene". Di sicuro il rapporto media e religione - per quanto tutto da verificare - racchiude una straordinaria possibilità, tenuto conto che oggi la mediazione giornalistica è quella che decide in larga misura della stessa coscienza diffusa».

Sono parole impegnative ma che mi hanno fatto pensare a tre cose.
Una che come Corriere facciamo ed è la narrazione della vita nelle comunità parrocchiali prima della visita pastorale. E’ una bella occasione per me per incontrare i parroci nell’ordinarietà del quotidiano e comprendere ancora di più il peso dell’impegno cui sono chiamati.

Un’altra che faremo e che consiste in un viaggio fra associazioni e movimenti della diocesi. Ogni settimana attraverso un’intervista al presidente e una raccolta di dati e foto realizzeremo una pagina interamente dedicata a questo importante pezzo di realtà ecclesiale laicale.

Ed infine un’ultima che non potremo mai fare senza il vostro aiuto. Ci servono più antenne sul territorio. Dovete costringermi a fare non due o tre, ma quattro perfino cinque pagine di vita delle parrocchie in modo da raccontare da vicino le storie di fede che arricchiscono la vita delle vostre comunità.

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