Come sempre vi propongo l'editoriale che ho pubblicato sul Corriere della Valle di questa settimana (e rinnovo l'invito ad abbonarvi soprattutto se apprezzate il lavoro che svolgo on line) anche se non è di natura economica.
«Non cessate di ridire che un uomo non può far nulla di più grande che donare ai fedeli il Corpo e il Sangue di Cristo e perdonare i peccati». Le visite pastorali volgono al termine. Sul prossimo Corriere racconterò la vita delle ultime comunità che saranno toccate dalla visita del Vescovo. In questi anni ho incontrato anch’io quasi tutti i sacerdoti diocesani di persona con l’obiettivo di raccontare la quotidianità di un ministero che – proprio nelle parole del Papa citate all’inizio – si rivela giorno dopo giorno straordinario.
Ogni volta i sacerdoti confessavano di avere poco da raccontare. Spesso evidenziavano difficoltà insormontabili, ma altrettanto spesso, lentamente, emergeva il bene che riuscivano a fare.
La vicinanza alle persone anziane, l’attenzione per i più giovani, la disponibilità ad accogliere poveri e stranieri. L’eroicità di un Vangelo vissuto giorno per giorno. E poi quell’eucarestia celebrata ogni Domenica. Aggiungerei anche quella parola spezzata, quella redenzione donata. E ogni volta scoprivo anche un popolo che cercava di aiutare il proprio pastore.
Ho da poco letto – segnalatomi da una lettrice – uno scritto di un nostro sacerdote rivolto ai suoi parrocchiani. Non c’è necessità di dire chi l’ha scritto (so che non ama i riflettori) tuttavia sono parole che ben sintetizzano i miei pensieri. «Oggi voglio dire un grazie sentito anche a voi, che mi aiutate a vivere la mia vocazione in tante piccole o grandi occasioni; grazie a voi, che non mi cercate solo come un funzionario che serve a preparare dei documenti o a fornire dei servizi, ma mi accogliete come un fratello, un amico per fare un tratto di strada assieme, e accettate la proposta della preghiera e della ricerca di una fede più profonda; grazie a voi, quando mi fate sentire prete di Cristo, soprattutto quando, nel gesto dell’assoluzione, accogliete la misericordia del Padre nel sacramento del Perdono: è certamente questo uno dei momenti più intensi della mia vita, perché vedo che il Signore agisce nel profondo delle coscienze, ben al di là della mia povertà e dei miei limiti, ma pure agisce attraverso di me».
Anche noi dovremmo dire grazie più spesso ai nostri sacerdoti quando spezzano il pane, spezzano la parola e ci aiutano a ricomporre i cocci della nostra anima.
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