5 giugno 2009

De Gasperi e l'Europa: una grande prova di democrazia

Propongo ai miei visitatori il mio consueto editoriale pubblicato sul Corriere della Valle.

Una gigantesca prova di democrazia. 375 milioni di aventi diritto al voto in rappresentanza
di 500 milioni di cittadini. Tocca agli inglesi e agli olandesi inaugurare, il 4 giugno, il voto per l’Europarlamento, seguiti dagli elettori degli altri paesi Ue che si recheranno ai seggi nei giorni successivi fino a domenica 7 giugno in cui arriveremo anche noi italiani.
Lunedì 8 conosceremo la composizione dell’Assemblea di Strasburgo per la legislatura 2009-2014, ma anche gli orientamenti politici dell’Europa comunitaria, i partiti premiati e quelli bocciati.

Tuttavia la necessità di dare forza al tradizionale appello per il voto e l’attuale clima politico mi ha portato a rivolgere uno sguardo al passato.
E non credo sia un caso che proprio in questi giorni sia stata pubblicata la biografia, in tre volumi, di Alcide De Gasperi - con il francese Robert Schuman e il tedesco Konrad Adenauer - uno dei tre padri fondatori dell’Europa. La biografia, realizzata dalla Fondazione che porta il nome dello statista, è stata scritta a più mani da docenti universitari quali Pier Luigi Ballini, Alfredo Canavero, Francesco Malgeri, Paolo Pombeni e Giorgio Vecchio, nonché dal prefetto della Congregazione per i vescovi, card. Giovanni Battista Re.

È proprio il cardinale a descrivere De Gasperi come un credente e un politico «senza compromessi e senza sovrapposizioni», «nella chiara distinzione dei ruoli di politico e di cattolico», ma al tempo stesso le sue radici religiose furono «la sorgente che ha dato linfa al suo impegno politico e al suo prodigarsi per la costruzione del bene comune». Il porporato, in particolare, presentando la biografia a Roma, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
ha ricordato la coerenza di De Gasperi, disposto a «collaborare con tutti quelli che erano disponibili a lavorare per il bene dell’Italia» e al tempo stesso «chiaro nelle sue posizioni».

Come pure la sua «formazione umana e spirituale», che lo portava a sentirsi «responsabile davanti a Dio del suo agire morale» e per questo motivo lo indirizzava alla «costruzione di una società giusta, pacifica e solidale». «La fede – ha aggiunto il card. Re – fu l’ossatura della sua vita»: una fede «dovuta non soltanto alla formazione che aveva ricevuto, ma frutto di una profonda maturazione personale», che gli consentì di «dare prova del suo spessore umano e della sua fedeltà agli ideali» tanto negli anni della sventura, quanto in quelli del successo.

Per il sogno di questi uomini – nonostante tutto – vale ancora la pena votare per dare ancora un futuro all’Europa.

4 commenti:

giancarlo borluzzi ha detto...

L'Europa di De Gasperi era una cosa ; questa , con dentro chi ha altre velocità , è cosa diversa . E la Turchia sarebbe la sua pietra tombale .

Fabio Protasoni on 6 giugno 2009 alle ore 12:51 ha detto...

pietra tombale? forse sì ma non per l'europa ma per il pregiudizio, la violenza, l'intolleranza. La Turchia in Europa è il modo concreto che abbiamo per condividere con l'oriente e con l'islam quel sogno di pace e di prosperità per tutti che è l'Europa di DeGasperi dei nostri padri fondatori. certo ci sono forze politiche in Italia e in Europa che chiedono il voto per l'opposto dell'Europa. Legittimo ma folle

giancarlo borluzzi ha detto...

Il dubbiosamente esistente " Fabio Protasoni " dimostra la sua intolleranza con questo scritto . L'Europa a sei di De Gasperi aveva un senso non scalfito da ingressi quali il Regno Unito, Svezia e altri.C'era omogeneità e le economie si integravano , ma con noti accessi successivi si sono introdotti dei bastoni tra le ruote a danno in primis dei paesi oggi formalmente in Europa ma in sostanza a margine nella stessa . Un'Europa omogenea , ampliata partendo dai sei Stati fondatori , doveva intrattenere rapporti con altri paesi europei uniti tra loro e forti di un'intesa con l'Europa prima delineata . Sulla Turchia : folle è chi accetterebbe in Europa un paese , la Turchia appunto , che occupa vergognosamente manu militari il 40 % di uno Stato da anni membro della comunità europea . Non si devono intrattenere rapporti con la Turchia finchè non toglie il disturbo da Cipro . Solo il dubbiosamente esistente Protasoni può non convergere su questo fatto preliminare imperniato sul rispetto dei popoli . Sull'Europa : io sarei al limite favorevole all'ingresso di Israele , ancora più distante dall'Europa della Turchia , ma quest'ultima nulla ha a che spartire con le nostre radici cristiane e l'Europa non avrebbe più collanti . Con lo stesso criterio caro a Protasoni , perchè non Marocco - Azerbaijan - Egitto a Strasburgo ? Sarebbe questo l'opposto dell'Europa , o tu che ti firmi Protasoni !!!!

giancarlo borluzzi ha detto...

In effetti c'è traccia di Protasoni su Google , persona di sinistra e che quindi dei problemi vede la parte che più gli aggrada scordando , ad esempio , l'occupazione del 40 % di Cipro , 40 % ove il livello di vita del 60 % più a sud è un miraggio .

 

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