3 luglio 2009

Cogne Acciai Speciali: le azioni per reagire alla crisi

«Mensilmente l’utilizzo della cassa integrazione si riduce, ma non siamo ancora in grado di dire quando potrà essere completamente eliminata. Il peggio è alle spalle ma gli strascichi di questa crisi ce li porteremo dietro fino ai primi mesi del 2010». Roberto Marzorati, vicepresidente della Cogne Acciai Speciali (CAS), ha proposto ieri mattina ai giornalisti un profilo di cauto ottimismo nell’abituale conferenza stampa che precede lo stop estivo dell’attività. Il taglio dell’appuntamento era già chiaro sin dal titolo attribuito alla conferenza «Come superare una crisi senza precedenti».
Semplice il messaggio. La crisi c'è. Lo sappiamo. Ma guardiamo al dopo. La Cogne può andare oltre.

«Il 2009 – ha aggiunto Marzorati - sarà sicuramente ricordato come l’anno più difficile dalla privatizzazione dell’azienda ad oggi, a causa esclusivamente di fattori esterni. Tuttavia, questa situazione generale negativa ci obbliga ad accelerare i processi di evoluzione, di sviluppo dei mercati e di miglioramento delle performance della Cogne Acciai Speciali. Tutto ciò porterà l’azienda a superare il momento negativo e a ritrovarsi, a partire dal prossimo anno, in una posizione di forza sul mercato».

Risultati
Il quadro è chiaro. Nel 2008 si è iniziato a manifestare il rallentamento economico generale, che è poi proseguito nel corso del 2009, comportando una riduzione della produzione nell’ordine del 2,25% (173.000 tonnellate spedite contro le 177.000 dell’anno precedente) e del fatturato del 20,88% (625 milioni di euro). Un dato che si colloca a metà strada fra il risultato del 2006 (536 milioni) e del 2007 (790). Si è trattato di un calo brusco e repentino. Fino alla fine del 1° semestre la redditività operativa si era mantenuta in linea con gli anni precedenti. «L’anno – commenta Marzorati – si chiude pertanto con un risultato ancora positivo per lo stabilimento della Cas, ma fortemente ridotto rispetto alle previsioni».

Più critico ovviamente il quadro nel 2009. Di fronte al forte rallentamento generalizzato del settore siderurgico, la CAS si è mantenuta sui livelli della media dei produttori di acciai inossidabili lunghi europei, evidenziando un calo degli ordinativi più marcato per i prodotti destinati ai distributori (ad esempio le barre inox hanno fatto registrare un calo del 50%) e una flessione meno importante per i prodotti destinati agli utilizzatori finali (i pezzi fucinati sono scesi del 30%).

Come si reagisce alla crisi?
Marzorati ha voluto nobilitare la conferenza con una interessante riflessione strategica. Insomma dopo la parte destruens è toccato alla costruens

Due gli assi individuati:

- ampliamento del mercato di riferimento

- ribilanciamento dei costi operativi più adeguati ai nuovi volumi ridotti

Se l’azione dei costi operativi era da tempo sotto gli occhi di tutti - da un lato l’avvio di piani di miglioramento delle rese di produzione dall’altro la predisposizione di un Piano di redistribuzione dell’organico che «consentirà – ha dichiarato Marzorati - di non rinunciare alle professionalità presenti all’interno dello stabilimento, in vista di una ripresa dei mercati. Pertanto, la Cogne manterrà una base solida di personale occupato che non si prevede possa scendere al di sotto dei 1.000 addetti» e che, purtroppo non è ancora del tutto certo se abbraccerà o no tutto il 2009 – merita una certa attenzione l'azione offensiva di ampliamento dei mercati di riferimento.

Una strategia che prevede un posizionamento più incisivo sul Nord America e sulle aree emergenti asiatiche (lo stabilimento cinese è l’unico che ha aumentato la produzione rispetto all’anno precedente) con un’ipotesi di volumi addizionali di circa 4000 tonnellate per il 2010; un accordo di collaborazione con uno dei distributori di acciaio inossidabile tra i più importanti d’Europa (6000 tonnellate per il 2010); un ampliamento della gamma produttiva grazie ai recenti investimenti operativi sui nuovi impianti entrati in servizio fra il 2008 e il 2009 che consente alla Cas di fornire una gamma di prodotti di nicchia che prima non era contemplata nel portafoglio (10.000 tonnellate per il 2010) e, infine, ma qui si tratta di un colpo fortuito, l’opportunità scaturita dal fallimento di un importante concorrente della Cas negli Stati Uniti (la Crucible) con conseguente richiesta di subentro per la Cogne nel business annuale del concorrente (3/4000 tonnellate per il 2010)

«Quello che abbiamo prospettato – ha concluso Marzorati – è una possibile via per uscire dalla crisi e far crescere la nostra società all’interno di un mercato che sarà necessariamente differente da quello al quale eravamo abituati. E su questa strategia la Cogne ha deciso di puntare in maniera determinante, tanto che si è deciso di aumentare il capitale sociale attraverso la conversione degli utili generati negli anni precedenti, portandolo così da 80 a 130 milioni di euro. Inoltre, a ulteriore conferma di quanto la CAS creda nelle proprie possibilità, i soci si sono resi disponibili a finanziare la società con apporti di capitale addizionale qualora la situazione di crisi dovesse perdurare».

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