Rollandin alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni sollecita le Zone Franche Montane. L'argomento è già in agenda da tempo e non mi sembra si siano fatti grandi passi avanti.
Nel luglio 2008 Rollandin intervistato per il Sole 24 Nord Ovest e per il Corriere della Valle dichiarava: «La Valle d’Aosta può ancora essere un’area di interesse per le aziende per la ricchezza di energia pulita, per la sua acqua, per l’ambiente oltre ad una serie di disponibilità di infrastrutture tecnologiche. Nel nostro programma è indicato, ad esempio, il progetto di collegamento delle vallate laterali con la fibra ottica. Oggi poi con la normativa europea non è più possibile come un tempo offrire contributi a fondo perso per l’insediamento. Stiamo però studiando la procedura per attuare una formula sperimentale di «zona franca montana». Vogliamo capire se possiamo creare delle piccole aree, magari nella media montagna, dove insediare attività ad alta tecnologia con un numero significativo di ricercatori». Su quello che è successo dopo non ci è dato sapere. Sul tema i parlamentari non sembrano essere stati coinvolti. E' vero, la palla è tutta europea ma un'azione parlamentare poteva permettere di comprendere meglio se e quali fossero le strade percorribili. Invece il silenzio.
Non sono poi d'accordo con Enrico Tibaldi (Pdl) che nel suo blog evidenzia un certo doppiopesismo europeo. Chiamare Bruxelles matrigna serve molto meno di quando lo si faceva con Roma. Anzi con Roma qualche risultato lo si otteneva anche se non ho mai condiviso questo modo di fare politica con la lista della spesa. In sintesi ho semplicemente l'impressione che la sollecitazione arrivi in ritardo. I margini di mediazione non ci sono. Forse non c'erano neppure un anno fa'. Chissà?! Nessun rimpianto se sarò smentito dalle future magnifiche sorti progressive.
Per chi volesse approfondire il tema delle zone franche urbane segnalo il blog dell'amico Rocco Iemma.
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