Per la prima volta nell’ultimo decennio i ricavi della Casa da Gioco di Saint-Vincent abbattono il muro psicologico dei 100 milioni. Il 2009 chiude con ricavi pari a 94,47 milioni, 7,78 in meno rispetto ai 102,25 dell’anno precedente. Il dato è ancora più impressionante se si guarda al trend dal 1999 ad oggi. I giochi francesi hanno dimezzato i loro introiti (da 46 a 22,76 milioni), mentre quelli americani registrano un calo più contenuto: 46, 2 nel 1999 e 42,5 nel 2009, ma con una punta di 67 nel 2004, ai tempi di Alberto Arrigoni. Unico dato in controtendenza gli ingressi: dopo 12 anni, nei quali la media annua di perdita era del 5% circa, sembra essersi finalmente invertito il trend negativo delle presenze che hanno fatto registrare una crescita, anche nell’ultimo mese dell’anno (+10,6%), raggiungendo quota 60.583, presenze che su base annuale aumentano del 4,9%, per un totale di 589.328 ingressi, 27.474 in più rispetto al 2008. Un dato non attribuibile soltanto ai residenti, che da alcuni mesi possono frequentare alcune zone dedicate ai giochi elettronici: gli ingressi «valdostani» sono stati 13.339, inferiori al 50% dell’incremento consolidato nel 2009.
Nell’ultimo giorno dell’anno l’afflusso è stato decisamente superiore rispetto al 2008, gli ingressi registrati nella notte di San Silvestro sono stati 5.285. Nel periodo tra il 25 il 31 dicembre, l’incremento, rispetto all’anno precedente, è stato pari a 4.051 presenze. L’amministratore unico Luca Frigerio ritiene tuttavia «inutile per non dire impossibile, continuare a fare paragoni con il passato quando si analizzano le performance dei Casinò su base annuale».
Per Frigerio l’anno che si è appena concluso ha confermato che lo scenario in cui operano i Casinò italiani è radicalmente cambiato. Non solo, i cambiamenti sono continui e molto rapidi. «Il Mercato – osserva - non è più quello di 10 anni fa, ha raggiunto piena maturità, le abitudini dei giocatori e il loro profilo sono molto diversi e gli introiti non possono essere paragonati a quelli anche solo di 2 o 3 anni fa. I fattori sono molteplici e complessi, sicuramente l’attore principale, e più importante, che interviene sulla scena, è lo Stato attraverso il lancio di nuovi prodotti nell’ambito del cosiddetto Gioco Pubblico, come ad esempio le Video Lottery, un prodotto che genererà una nuova forte concorrenza, o l’introduzione di provvedimenti legislativi che rischiano di condizionare pesantemente la marginalità e l’operatività delle Case da gioco italiane».
Il 2010, in questa logica, dovrebbe rappresentare una sorta di “Anno Zero” in cui si capirà la reale tendenza del Mercato e durante il quale si potrà verificare se la fase di congiuntura economica negativa sarà, o meno, superata. «Per il Casinò di Saint-Vincent il 2009, grazie al contenimento dei costi di gestione e nonostante i significativi investimenti affrontati, - sottolinea Frigerio - si chiuderà con un margine positivo decisamente superiore alle aspettative e con all’orizzonte ancora la sfida del “cambiamento” e dell’innovazione: sarà infatti aperta nel 2010 la nuova Sala Giochi di 1.700 mq, verranno progettati e avviati i lavori di ristrutturazione della Casa da gioco, si affronterà la fusione con la società di gestione del Grand Hotel Billia, con l’obiettivo di rilanciare in tempi rapidi l’attività della struttura che ha interesse certamente strategico per il Casinò».
Chi invece non rinuncia ad uno sguardo più complessivo sull’attività della Casa da Gioco è Enrico Tibaldi, consigliere regionale di opposizione del Pdl, da sempre attento osservatore delle vicende del Casinò. «Nel decennio appena trascorso – osserva Tibaldi - la Casa da gioco ha subito una metamorfosi non indifferente nella sua natura giuridica e nei suoi rapporti con l’ente Regione. Archiviata nel 2003 la formula commissariale della Gestione Straordinaria, è stata poi istituita la Casinò S.p.A. che, a fronte di un’apparente configurazione privatistica, non si discosta nei metodi direzionali e nel controllo politico dallo schema preesistente. Più marcati sono invece i divari numerici. Le quasi 800 mila presenze dell’inizio del millennio si sono ridotte a 589 mila a fine 2009 e gli incassi sono scemati da una quota oscillante intorno ai 148 milioni annui ai poco più di 94 dello scorso anno. La sopravvivenza dell’azienda è stata garantita dalle continue ricapitalizzazioni societarie e grazie soprattutto a una consistente revisione delle aliquote di ripartizione del gettito a favore del Casinò, al punto che la società oggi trattiene il 90% dei ricavi. Non è difficile fare quadrare i bilanci con questi presupposti».
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