Trecento lavoratori in meno, una diminuzione del 10% degli iscritti alla cassa edile, 4.494.838 di ore lavorate contro i 5.032.840 del 2008, un monte salari calato di 2.890.000 euro. Roberto Sapia, presidente di Cna Costruzioni, annuisce senza esitazioni mentre sente snocciolare il cahier de doléances illustrato nei giorni scorsi dal segretario uscente della Fillea Cgil, Gabriele Matterana, nella relazione che ha introdotto i lavori del Congresso regionale della Federazione italiana lavoratori legno, edili e affini.
Cinquemila addetti in Valle d'Aosta che lavorano in 2.950 ditte, pari al 72% delle imprese operanti in Valle d'Aosta il comparto Costruzioni della piccola regione autonoma per i maggiori responsabili delle associazioni di categoria si prepara ad un 2010 forse ancora più difficile dell’anno precedente. «Nel 2009 – osserva Sapia – le imprese hanno affrontato la crisi sfruttando la propria liquidità o quella messa a disposizione ad esempio attraverso le misure anti-crisi, ma c’è da chiedersi se le nostre aziende hanno ancora “benzina” sufficiente per il 2010». Per Sapia sono molte le imprese che hanno ridotto il personale. «Pochi sono stati impiegati e molti hanno aperto partita Iva senza rendersi esattamente conto di cosa ciò significasse. Il risultato è che ci sono aziende che aprono e chiudono nell’arco di un anno».
Una criticità che per il presidente dei costruttori di Cna rende sempre più necessaria la definitiva approvazione di una disciplina a livello nazionale che sottoponga l’accesso alla professione all’acquisizione di una specifica preparazione professionale e tecnica degli imprenditori del settore. «Oggi siamo al paradosso – spiega – che per aprire un esercizio commerciale devo rispettare un iter alquanto complesso, mentre se voglio costruire case mi è sufficiente aprire la partita Iva e posso essere operativo nel giro di pochi giorni».
Buone notizie sembrano arrivare dal Piano operativo 2010 dei lavori pubblici presentato alla Consulta il 2 marzo. «Presentando il Piano oggi – ha spiegato in quell’occasione l’Assessore regionale alle Opere Pubbliche Marco Viérin – raggiungiamo l’obiettivo di recuperare quasi due mesi rispetto ai tempi dello scorso anno. Resta l’impegno, che perseguiremo con determinazione, di riuscire a restringere ancora i tempi per arrivare, ci auguriamo già dal 2011, ad illustrare il Piano alla Consulta alla fine di gennaio». Il nuovo piano prevede anche importi di spesa maggiori rispetto al 2009, passando da 45 milioni agli attuali 50. «Inoltre, questo Piano – conclude - si caratterizza per un numero significativo di “piccoli” interventi, forse quelli più concreti e di cui i valdostani sentono immediato bisogno, offrendo allo stesso tempo l’opportunità a più soggetti di partecipare agli affidamenti per la realizzazione degli stessi».
Le associazioni di categoria, pur apprezzando l’impegno della pubblica amministrazione evidenziano però un collo di bottiglia piuttosto arduo legato proprio al settore degli appalti pubblici. «Lavorare con il pubblico è sempre più difficile – commenta Federico Jacquin, presidente della sezione edile di Confindustria Valle d’Aosta – ma non è un problema della pubblica amministrazione. Per un appalto del comune di Saint-Pierre del valore di 400mila euro le imprese ammesse alla gara erano 206, molte provenienti da fuori regione. E’ come comprare un biglietto della lotteria». Sapia evidenzia come sia sempre più diffuso il problema della commercializzazione dell’appalto. «Esistono imprese – conclude Sapia – il cui obiettivo principale consiste nel vincere la gara sapendo che comunque riusciranno a trovare un’azienda valdostana disposta a fare il lavoro. Credo che sia necessario fare rispettare il più possibile le normative sul subappalto. Diversamente questo costituirà un problema insuperabile». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 17 marzo 2010)
Il crinale fra protesta e democrazia
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