Ho appreso da poche ore della scomparsa, ieri pomeriggio, di Piero Enrietti, il patron della Thermoplay di cui tanto ho scritto in questo blog (leggete qui) per le sue radici solidamente piantate nella Bassa Valle (anche quando provocatoriamente minacciava di andarsene in Cina) con lo sguardo perennemente rivolto al futuro (come dimostrano i suoi tanti brevetti). Si definiva un «inventore», ma era soprattutto un imprenditore responsabile, per il quale il profitto era importante, ma non era tutto. Per lui contava anche lo sviluppo, il creare e dare lavoro, il premiare chi se lo meritava e l'aiutare chi era in difficoltà. Non sono parole di circostanza. Rileggete tutti gli articoli che lo riguardano e vi ritroverete tutto questo e anche di più.
Si potrebbe scrivere ancora tanto e tanto ho scritto su di lui. Sono soprattutto contento di essere riuscito a dargli un riconoscimento (per quanto piccolo) del suo lavoro, assegnandogli il primo stambecco-tatà del mio concorso come miglior imprenditore valdostano del 2008 (nella foto Enrietti guarda il suo premio).
Mi ricordo che quando glielo consegnai ufficialmente mi disse, forse perfino un po' emozionato, «Lo sa? E' la prima volta che mi danno un premio per il mio lavoro».
E per me - in fondo era una prima volta anche per me- è stato un vero onore essere il primo a poterglielo dare.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
2 commenti:
...toccante.
Provo un'immensa stima per il "Signor Piero"...così lo si chiamava in ditta! E così è sempre stato un vero Signore con la S maiuscola!
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