7 marzo 2010

Ribes Ricerche: Fare la Plastica Biodegradabile con il Siero di Latte

Un ricercatore della Ribes al lavoro in laboratorio
«La miglior testimonianza del fatto che ci troviamo bene in Valle d’Aosta è nei numeri. Dal 2006 ad oggi gli occupati sono passati da 10 a 25, gli spazi occupati nell’incubatore da 100 a 300 metri quadri e i nostri investimenti in attività di ricerca da 600mila a 1,6 milioni di euro». Umberto Bena, amministratore delegato di Ribes Ricerche, società che ha come mission l’affiancamento di enti locali e società private per lo sviluppo di servizi e tecnologie avanzate in grado di supportarli nel processo di innovazione, si affida ai numeri per definire il proprio interesse per la piccola regione alpina. Ma anche dal punto di vista qualitativo l’intenzione di Ribes di radicarsi sul territorio è diventata evidente in seguito alla costituzione di un nuovo laboratorio specialistico aperto anche a terze parti e dotato di alcune attrezzature per analisi prima non reperibili sul territorio regionale.

Da pochi mesi la Ribes ha avviato anche un’attività di produzione destinata a svilupparsi nei prossimi anni. «Nel 2009 – dice Bena - è iniziata una collaborazione con la società RECOM Industriale Srl di Genova per la fornitura di sensori CO2 (anidride carbonica), CO (monossido di carbonio), CH4 (metano), da utilizzare per il monitoraggio di discariche, ambienti esplosivi come le stive delle navi petroliere, gallerie e tunnel. Abbiamo iniziato con una fornitura di 600 pezzi all’anno con una prospettiva di raddoppio per i due anni successivi, e una previsione di fatturato al primo anno intorno ai 130mila euro».

Ma la presenza di Ribes sul territorio valdostano significa anche sviluppo di brevetti. Sino ad oggi sono state depositate due domande di brevetto, in conseguenza dei progetti di ricerca finanziarti dalla Legge regionale sulla Ricerca (84/2003). «Proprio in questi giorni – conclude Bena - stiamo predisponendo gli ultimi particolari per depositare una terza domanda. L’invenzione si riferisce ad un materiale plastico a matrice polimerica con caratteristiche termiche duali, cioè conducibilità termica localmente differenziata (alta o bassa) utile per applicazioni nei contenitori per il trasporto di alimenti caldi e freddi e nei contenitori per apparecchiature, ad esempio elettroniche, che richiedono dissipazioni localizzate di calore. In pratica si tratta di un materiale plastico a basso costo che attraverso pompe di calore in una decina di secondi può essere portato da 10° a 80°».

Ma uno dei progetti di ricerca di maggior interesse è stato presentato alla fine del 2009 per essere finanziato con la legge 84 e consiste nella realizzazione di un materiale plastico biodegradabile partendo da un sottoprodotto dell’industria agro-alimentare, il siero del latte.

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