In questo primo maggio, festa dei lavoratori, un pensiero a chi il lavoro invece l'ha perso.
4
commenti:
giancarlo borluzzi
ha detto...
Riflessione. Se ci fosse un'ipotetica festa della scorpacciata tutti mangerebbero meglio o di più. Invece la festa del lavoro significa astensione dal lavoro. Boh! Inoltre i "sindacati" vendono i loro messaggi proprio a Rosarno, ove i proprietari dei terreni con aranceti ricevono 4 centesimi di euro per ogni kg. di arance vendute ai grossisti; ovviamente i cosiddetti sindacati non protestano per questa palese disfunzione della rete distributiva in Italia, ma per il fatto che degli extracomunitari irregolari non sono pagati più di tanto o non sono in regola con i contributi, che, ripeto per i duri di orecchio, il datore di lavoro deve estrarre dai 4 centesimi ricevuti per ogni kg. di arance vendute. Comunque al concetto di festa è connesso il divertimento e la risata e in effetti le manifestazioni di Rosarno fanno ridere chi ha capacità critica.
giancarlo borluzzi
ha detto...
Mi sarebbe piaciuto leggere un commento del direttore sui 4 centesimi di euro per un kg. di arance: tutta la demagogia versata a torrenti su Rosarno s'innesta su questa terrificante verità imprenditoriale, che ovviamente viene scordata ad arte per poter esternare i soliti ritornelli.
ImpresaVda on 2 maggio 2010 alle ore 20:57
ha detto...
@Borluzzi Su questo blog si sono già letti articoli che evidenziavano il problema dei prezzi dei prodotti agricoli, ad esempio il latte, eccole il link: http://impresavda.blogspot.com/2009/11/note-in-liberta-sulla-crisi-della.html
Sulla questione di Rosarno constato che chiunque cerca di tendere una mano agli immigrati (Chiesa compresa) viene spesso accusato (talvolta in maniera neppure molto civile, ma non è il suo caso fortunatamente) di non occuparsi a sufficienza dei residenti...
giancarlo borluzzi
ha detto...
Anche se ho citato Rosarno e quindi le effervescenze relative, io chiedevo a persona illuminata come Lei non un parere sugli immigrati locali, bensì sul come un imprenditore con tali ricavi possa osservare normative, calpestando le quali viene relegato da qualcuno tra i dannati per non dire di peggio.
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4 commenti:
Riflessione. Se ci fosse un'ipotetica festa della scorpacciata tutti mangerebbero meglio o di più. Invece la festa del lavoro significa astensione dal lavoro. Boh! Inoltre i "sindacati" vendono i loro messaggi proprio a Rosarno, ove i proprietari dei terreni con aranceti ricevono 4 centesimi di euro per ogni kg. di arance vendute ai grossisti; ovviamente i cosiddetti sindacati non protestano per questa palese disfunzione della rete distributiva in Italia, ma per il fatto che degli extracomunitari irregolari non sono pagati più di tanto o non sono in regola con i contributi, che, ripeto per i duri di orecchio, il datore di lavoro deve estrarre dai 4 centesimi ricevuti per ogni kg. di arance vendute. Comunque al concetto di festa è connesso il divertimento e la risata e in effetti le manifestazioni di Rosarno fanno ridere chi ha capacità critica.
Mi sarebbe piaciuto leggere un commento del direttore sui 4 centesimi di euro per un kg. di arance: tutta la demagogia versata a torrenti su Rosarno s'innesta su questa terrificante verità imprenditoriale, che ovviamente viene scordata ad arte per poter esternare i soliti ritornelli.
@Borluzzi
Su questo blog si sono già letti articoli che evidenziavano il problema dei prezzi dei prodotti agricoli, ad esempio il latte, eccole il link:
http://impresavda.blogspot.com/2009/11/note-in-liberta-sulla-crisi-della.html
Sulla questione di Rosarno constato che chiunque cerca di tendere una mano agli immigrati (Chiesa compresa) viene spesso accusato (talvolta in maniera neppure molto civile, ma non è il suo caso fortunatamente) di non occuparsi a sufficienza dei residenti...
Anche se ho citato Rosarno e quindi le effervescenze relative, io chiedevo a persona illuminata come Lei non un parere sugli immigrati locali, bensì sul come un imprenditore con tali ricavi possa osservare normative, calpestando le quali viene relegato da qualcuno tra i dannati per non dire di peggio.
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