Il 18 maggio, nella sala conferenze dell'albergo «Etoile du Nord» di Sarre, si è svolta trentacinquesima assemblea del Confidi Industriali, l’ultima da Presidente eletto di Federico Jacquin. All'argomento avevo già dedicato un post più che altro dedicato al personaggio Jacquin.
Questa volta ti offro un po' di elementi sull'attività del Consorzio. Lascio sullo sfondo la problematica 107 cui il presidente del Confidi Industriali ha dedicato ampi passaggi del suo intervento facendo i complimenti a Valfidi per essere uno dei 21 confidi italiani ad avercela fatta ad ottenere l'autorizzazione da Banca d'Italia, ma allo stesso tempo sottolineando quanto fosse dura rimanervi. Argomento su cui è tornato il Presidente della Giunta Augusto Rollandin nel suo saluto ribadendo quanto fosse necessario valutare un cammino comune per i confidi valdostani. Inutile dire che dell'argomento scriverò ancora.
Jacquin ha offerto ai presenti una sorta di excursus che ha ben illustrato come si è modificato il Confidi sotto la presidenza dell’imprenditore edile di Issogne. E su questo ho deciso di concentrare l'attenzione del mio post. «La gestione del Consorzio - ha spiegato - è passata dalle banche convenzionate alla segreteria interna al fine di avere un controllo diretto sull’attività e da due anni a questa parte ci siamo dotati di una sede operativa autonoma. Abbiamo creato nel 2000 un consistente fondo alluvione insieme a Confindustria Valle d’Aosta e alla Sezione Edile per aiutare le imprese e i nuclei familiari colpiti dal tragico evento dell’ottobre 2000. Nel 2003 abbiamo assegnato due borse di studio intitolate al nostro beneamato Presidente “Efisio Noussan” per la partecipazione a due master universitari. Siamo stati assegnatari dei Fondi antiusura L. 108/1996 e abbiamo aderito alla controgaranzia di MedioCredito Centrale. Già da ottobre 2008 ci siamo attivati nei confronti dell’Amministrazione regionale per chiedere il rinvio delle rate sui mutui».
In questi anni sono state create diverse linee di finanziamento ad hoc allo scopo di: aiutare le aziende consorziate coinvolte nel fallimento OP Computer (1999); concedere liquidità attraverso le esigenze di metà anno che sono andate ad aggiungersi a quelle di fine anno (dal 2000); soccorrere le imprese coinvolte nell’alluvione (2000); finanziare gli investimenti connessi all’introduzione dell’Euro (2001); sostenere l’occupazione mediante il “Bridge 3”(2003); assistere le imprese che vantano crediti nei confronti di aziende sottoposte a procedura fallimentare (2005); sviluppare le fonti energetiche alternative (2008); sostenere la liquidità mediante il “Bridge 4” (2008).
Oggi i soci sono 270; lo stock dei finanziamenti complessivi al 31 dicembre 2009 ammonta a 41 milioni di euro di garanzie con un forte incremento rispetto allo scorso anno (€ 35,9 milioni). Le pratiche deliberate nel 2009 sono state 547. Il patrimonio del Consorzio è salito a €15,6 milioni grazie anche alle risorse di cui alla l.r. 1/2009, che l’Amministrazione regionale ha destinato a incremento dei fondi rischi consortili. L’indice di copertura delle garanzie è del 38% e dunque un valore di tutto rispetto se paragonato alla realtà dei Confidi nazionali.
Il Consorzio è intervenuto nel corso del 2009 a copertura di insolvenze per €18.766, mentre sempre nello stesso periodo sono state recuperate somme per €52.966. Ciò significa che lo scorso anno i recuperi sono stati maggiori dei pagamenti effettuati, con una differenza a nostro favore di €34.200. La percentuale di insolvenza per il 2009 è dello 0,05% delle garanzie in essere; se, però, si tiene conto dei recuperi la percentuale di insolvenza è addirittura negativa. Grazie alla Regione Autonoma Valle d’Aosta, in applicazione alla l.r.75/1990, sono stati erogati ai nostri consorziati nel corso del 2009 (competenza 2008) contributi in c/interesse per un totale di €1.580.162.
«Ho condotto in tutti questi anni – ha concluso Jaqcuin - il Consorzio con amore e entusiasmo. Sono contento di lasciare al mio successore un Confidi in salute. I comportamenti sono una parte costitutiva e ineliminabile del nostro essere uomini. L’essere umano come tutti gli esseri viventi è per natura egoista, di conseguenza la necessità stessa di sopravvivenza lo spinge a comportamenti finalizzati al proprio interesse. Naturalmente l’egoismo di un soggetto porta inevitabilmente a danneggiare o comunque a limitare gli interessi del prossimo. Essere egoisti significa far del male a sé stessi e agli altri, ma per fortuna l’uomo possiede forze contrarie che equilibrano l’umanità: l’altruismo e la solidarietà».
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