Oggi il direttore della filiale di Aosta di Banca d'Italia Giuseppe Manitta con il suo staff di osservatori (in primis i dottori Antonio Ferraro e Ignazio Lagrasta) ha presentato ai giornalisti, con la consueta ricchezza di informazioni accompagnata da una prudente e puntuale chiave interpretativa, il rapporto sull'economia della Valle d'Aosta.
Ti propongo come di consueto la sintesi che apre il rapporto e per gli amanti dei testi originali ed integrali eccoti il link dove puoi trovare tutto il rapporto (c'è anche il testo in francese...).
La Sintesi
L'economia della Valle d'Aosta nel 2009 ha risentito della crisi economica internazionale in misura relativamente più contenuta rispetto alla media nazionale; vi ha contribuito l'elevato peso in regione del terziario, colpito con minore intensità dalla recessione.
Il settore industriale è stato quello più duramente toccato dalla negativa congiuntura internazionale: alla diminuzione degli ordini sia sul mercato interno sia su quello estero si sono associati un forte calo della produzione industriale e una contrazione del grado di utilizzo degli impianti. Le esportazioni delle imprese valdostane si sono contratte in misura superiore a quanto è avvenuto a livello nazionale; vi ha influito significativamente l'andamento negativo delle vendite all'estero di prodotti in metallo, principale comparto di esportazione regionale. Gli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata si sono riflessi anche sugli investimenti, scesi ai livelli più bassi degli ultimi dieci anni.
Nelle costruzioni le indagini congiunturali hanno evidenziato nel 2009 un indebolimento dell'attività. Il mercato immobiliare ha registrato una flessione del numero di transazioni e un rallentamento dei prezzi di vendita.
Nel settore dei servizi la riduzione del reddito disponibile delle famiglie si è riflessa sull'evoluzione della spesa per consumi: in particolare, quella per l'acquisto di beni durevoli ha subito una contrazione. Nel turismo, alla crescita degli arrivi presso le strutture ricettive valdostane si è accompagnata la riduzione del numero di giornate di presenza, determinata dal calo degli stranieri.
La contrazione dell'attività economica si è riflessa sull'andamento dell'occupazione, calata in misura significativa nel settore industriale e nel commercio. Nonostante il massiccio ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG), il numero di occupati in regione è diminuito dello 0,9 per cento, valore un po' più contenuto rispetto a quello riscontrato in media nel Nord Ovest e in Italia.
I dati congiunturali più recenti, relativi in particolare all'andamento degli ordini, delle esportazioni e della CIG, forniscono segnali di moderato miglioramento dell'attività nel corso del 2010. Permane tuttavia tra gli operatori un elevato livello di incertezza sull'intensità e sui tempi della ripresa economica. Indicazioni positive provengono anche dal settore delle costruzioni, con un incremento della domanda legata alle opere pubbliche.
Alla fine del 2009 i prestiti bancari ai residenti in regione sono lievemente diminuiti rispetto all'anno precedente; sull'andamento negativo ha influito soprattutto la contrazione del credito alle imprese. Per contro, i finanziamenti alle famiglie consumatrici sono ulteriormente cresciuti, anche se a tassi più contenuti dell'anno precedente; la dinamica positiva ha riflesso quella dei mutui per l'acquisto di abitazioni, mentre il credito al consumo erogato dalle banche ha ristagnato. A marzo del 2010 i prestiti bancari sono tornati ad aumentare per effetto di una lieve accelerazione di quelli destinati alle famiglie e di un ritorno alla crescita dei finanziamenti al settore produttivo.
La qualità del credito ha risentito della difficile fase congiunturale. È aumentata nel 2009 l'incidenza sui prestiti in essere delle nuove sofferenze e delle partite incagliate sia nel settore delle imprese sia in quello delle famiglie consumatrici.
I risparmiatori valdostani lo scorso anno hanno continuato a prediligere in prevalenza strumenti finanziari caratterizzati da livelli di rischio abbastanza contenuti; sono ancora aumentati i depositi bancari e gli investimenti in obbligazioni emesse dalle banche. Considerando il complesso dei titoli depositati dalle famiglie presso le banche, nel 2009 è aumentata l'incidenza delle obbligazioni bancarie, delle quote di OICR e delle gestioni patrimoniali, a fronte di un calo di quella dei titoli di Stato italiani e delle obbligazioni emesse dalle imprese. La quota detenuta in azioni ha continuato a essere marginale.
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