La difficile evoluzione della crisi e la carenza strutturale della manovra economica varata dal Governo, sono per gli industriali valdostani due elementi che da un lato rendono difficoltosa la conduzione delle proprie aziende e dall'altro frenano la ripresa.
E' quanto emerge, in estrema sintesi, dalla lettura dei dati relativi all'indagine previsionale del 3° trimestre 2010, elaborati da Confindustria della Valle d'Aosta. Come sempre riporto integralmente la nota di commento diffusa dalla stessa associazione industriale.
Entrando nel dettaglio viene evidenziata la contrazione degli ordini superiori ai tre mesi, dato che si ripercuote su un incremento del numero delle imprese con un portafoglio ordini inferiore ad un mese di produzione.
Se poi si aggiunge che il grado di utilizzo degli impianti resta sostanzialmente invariato al 65,50%, ma rimane su livelli molto bassi, l’incertezza dell’imprenditoria locale si riflette sulle prospettive di investimento, che restano su valori minimi inferiori al 30%. Dato negativo anche sul fronte della liquidità: il 50% degli imprenditori dichiara, infatti, di avere dei ritardi negli incassi. E’ il dato peggiore dal 4° trimestre 2008.
Lo scenario previsionale, indicativo del “sentiment degli imprenditori locali”, ovviamente, a fronte di quanto sopra elencato, manifesta un percorso di uscita dalla crisi ancora tutto in salita e con livelli molto contenuti di crescita, a recupero di un Pil parzialmente sostenuto, nel biennio 2009 – 2010, dalle misure anticrisi adottate dalla Regione.
«I dati negativi, in questo caso - sottolinea Monica Pirovano, Presidente di Confindustria Valle d'Aosta - vanno spiegati e analizzati, ma soprattutto vanno letti come previsione e non come consuntivo attendibile. Sono dati, quindi, influenzati dalla scarsa conoscenza di cosa accadrà dopo la fermata estiva».
Va inoltre aggiunto, che il trimestre include il mese di agosto dove la fermata dell'attività è molto importante, soprattutto per l'Italia ma anche per alcuni mercati europei (Francia e Spagna). Sul fronte della produzione, per il trimestre luglio – settembre, gli imprenditori prevedono, invece, un ulteriore aumento della produzione che interessa soprattutto il settore dei servizi.
Le previsioni sugli ordini, tuttavia, registrano, in controtendenza, una forte contrazione sia sul totale ordini che sull’export, che interessa in modo particolare il manifatturiero. Le difficoltà del settore edile condizionano l’evoluzione del quadro congiunturale delle imprese di prodotti e servizi determinando una crescita a velocità modesta e livelli di domanda lontani dai valori pre-crisi.
Crescita fragile
I segnali di recupero occupazionale, rilevati nei primi due trimestri, si pongono tendenzialmente in toni meno marcati, posizionando l’indicatore a un livello inferiore e comunque che si attesta su livelli negativi. Scende di 5 punti la quota di aziende che esclude la possibilità di fare ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni e il livello occupazionale resta stabile per il 76% degli intervistati.
La fragilità della crescita condiziona l’attività di investimento programmata, che subisce una ulteriore frenata di circa 9 punti. Ma è nel dettaglio dell'analisi della produzione che il relativo indicatore continua a
registrare valori positivi +12,50% rispetto a un +6,67% del primo trimestre e contro un - 13,33% rilevato nello stesso periodo dello scorso anno.
Un dato importante che segue il consolidarsi dei segnali di recupero, caratterizzanti la dinamica congiunturale dell’industria regionale nel corso degli ultimi mesi, e che segna l’inversione di tendenza dell’attività prevista in chiusura del 2009.
L'andamento settore per settore
Il settore che mostra maggiori prospettive di recupero (15,38%), è il comparto dei servizi mentre il manifatturiero, pur evidenziando un valore positivo (10,53%), subisce una contrazione di -4,47 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Ma ad un dato positivo ne segue subito uno di segno negativo: il saldo ottimisti-pessimisti per i nuovi ordini registra un -6,45%, contro un +10,34% e un -6,25% rispettivamente del 2° trimestre 2010 e 3° trimestre 2009.
Con lo stesso segno le previsioni sugli ordinativi all’esportazione; infatti i valori sono di un meno 17,65%, contro un più 12,50% del 2° trimestre 2010 e un meno 11,11% del 3° trimestre 2009. Questo, in parte, è conseguente a una tendenza previsionale di apprezzamento dell’euro in campo internazionale che riduce l’azione competitiva delle aziende locali.
Non fa eccezione il saldo sull'occupazione che segue il trend negativo con un -5,88%, evidenziando una flessione di 2,75 punti su un valore assoluto di -3,13% del 2° trimestre 2010 e di -3,02 punti sullo stesso periodo del 2009. Per quanto riguarda la dinamica occupazionale, il 15% delle imprese intervistate segnala prospettive di ridimensionamento dell’organico; il trimestre precedente rilevava il 13%, mentre il 3° trimestre 2009 si collocava al 9%.
Trend positivo, invece, per quanto riguarda il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni dove la percentuale è del 12,50% rispetto al 16,67% e 23,08% rispettivamente del 2° e 1° trimestre 2010 e del 29,41% per lo stesso periodo dello scorso anno.
Sempre analizzando i dati del 3° trimestre 2010 dell'industria valdostana, si rileva come il grado di utilizzo medio degli impianti non subisce variazioni di rilievo e si posiziona a un livello del 65,50% contro il precedente del 65% e del 64,60% relativo al 3° trimestre 2009.
Per quanto riguarda il dato generale relativo al carnet ordini, il settore del manifatturiero si colloca a un 47,06% con un incremento di +20,74 punti percentuali, mentre il settore dei servizi registra un 7,14% con un decremento migliorativo di -1,95%, sempre sul 2° trimestre 2010.
Infine sui programmi di investimento, l’indagine evidenzia che il 23,53% delle aziende intervistate, contro il 15,63% e il 28,57% rispettivamente del 2° trimestre 2010 e 3° trimestre 2009, è motivato a sviluppare programmi per nuovi interventi nei prossimi 12 mesi; mentre le aziende che prevedono l’attuazione di programmi di investimenti per sostituzioni incidono per il 29,41%, contro il 40,63% del 2° trimestre 2010 e il 28,57% del 3° trimestre 2009.
Mentre il 50% delle imprese lamenta ritardi sugli incassi dei crediti commerciali: il dato registra un peggioramento medio del -3,33% rispetto al 2° trimestre 2010 ed è il dato peggiore dal 4° trimestre 2008.
Sia il settore manifatturiero che dei servizi concorrono ad incrementare la tensione rispettivamente per il +2,97% e +5%.
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