Roberto Marzorati (Cogne Acciai Speciali) |
Una richiesta resa indispensabile, spiegano i vertici dell’azienda, in questa fase transitoria del mercato «per rispondere alle richieste dei clienti, in vista di un consolidamento dei volumi produttivi sui valori precedenti la crisi e del conseguente incremento degli occupati».
Il 2010 dovrebbe portare ad un recupero di circa il 20% dei livelli di produzione. Trend che si è fatto più forte nell’ultima parte dell’anno. «Nei primi mesi del 2010 – spiega il vicepresidente Roberto Marzorati – ci eravamo attestati intorno al 10%. Tra settembre e dicembre l’aumento di produzione dovrebbe essere di un ulteriore 8%. Si tratta di un dato soddisfacente, ma ancora lontano dalla piena efficienza per la quale occorrerebbe un recupero tra il 30 e il 35%».
Dopo un consuntivo 2009 drammatico con una produzione scesa a quota 105mila tonnellate (-40% rispetto al 2008) il primo semestre 2010 si attesta a quota 80mila tonnellate, con in previsione 160mila di produzione per l'anno in corso. «Si tratta di un risultato – prosegue Marzorati – equiparabile con quello degli anni 2007 e 2008». E’ invece ancora presto per stimare il recupero sul fronte del fatturato a causa dell’eccezionale volatilità dei prezzi. Nel 2009 il calo era stato del 51%. «Possiamo comunque segnalare – precisa Marzorati – che il prezzo dell’acciaio inossidabile è cresciuto del 20% rispetto al primo semestre e del 30% rispetto al 2009. Si tratta di un segnale positivo. Significa che il mercato sta ripartendo e il settore siderurgico – va ricordato – è da sempre anticipatore dei movimenti dell’economia nel suo complesso».
L’imprenditore non manca però di rivendicare anche la bontà di alcune scelte strategiche operate dall’azienda rispetto ad un recupero industriale globalmente ancora lento. L’aumento di produzione della Cogne deriva per un 50% dal recupero di quote di mercato e per un altro 50% dalla scelta della società di espandersi al di fuori dei mercati tradizionali. «Se da un lato constatiamo che l’automotive dà segnali di maggior vivacità – sottolinea il vicepresidente di Cogne - e percepiamo una continuità di ordini fino alla fine dell’anno; dall’altro il nostro impegno nel settore dell’energia ci ha aperto strade nuove. In effetti analizzando il settore siderurgico a livello europeo ci si rende conto che chi opera, ad esempio, nel comparto delle costruzioni si confronta con una forte stagnazione del mercato».
Nel 2010 comunque Cogne raggiungerà i valori previsti a budget. Un obiettivo impensabile all’inizio dell’anno in quanto la crescita produttiva si è manifestata con evidenza dal mese di maggio in avanti. Positive le previsioni per il 2011 «anche se – commenta con un certo realismo Marzorati – non possiamo aspettarci che allo scoccare del 1° gennaio la crisi economica sia completamente alle spalle come se non fosse successo nulla. Ci sono dei tempi tecnici per ammortizzarne gli effetti. Però rispetto al passato è un dato di fatto che il trend comincia ad essere chiaro, senza ambiguità».
Il biennio 2009-2010 è stato comunque un tempo utile per curare la formazione del personale, anche con investimenti mirati sulle singole professionalità, e avviare nuovi progetti di ricerca, «utili per essere pronti non appena il mercato ci avrebbe dato il via libera». Cogne – che mediamente investe circa il 3% del suo fatturato in ricerca e sviluppo - ha da poco portato a termine il suo primo programma triennale di ricerca denominato CCO2012. Obiettivo del progetto l’analisi e la comprensione dei fenomeni che stanno alla base del colaggio e della solidificazione in colata continua di blumi di grossa sezione. I tecnici sono così riusciti a rendere operativa una nuova linea di colaggio a profilo maggiorato. Una nuova configurazione che permetterà alla Società di estendere la gamma di profili attualmente colabili e che porterà ad un aumento dei prodotti di accieria. «Proprio in questi mesi – annuncia Marzorati – stiamo strutturando il nostro secondo progetto di ricerca. Con fine anno lo definiremo più precisamente dal punto di vista tecnologico. Anche da questo ci attendiamo importanti ricadute sulla produzione». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 15 settembre 2010)
0 commenti:
Posta un commento