Saranno 1087 gli artigiani che il 30 e il 31 gennaio parteciperanno ad Aosta alla fiera di Sant’Orso, organizzata come ogni anno dall’Assessorato regionale alle Attività Produttive. Di questi ben 949 saranno di oggetti tradizionali (306 scultori). Un’invasione pacifica che occuperà letteralmente tutte le vie del centro della piccola cittadina ai piedi delle alpi. In realtà la kermesse – il cui giro di affari è stimato intorno ai due milioni - è già iniziata oggi, venerdì 28 gennaio, con l’Atelier des Métiers, luogo dove espone chi ha trasformato la passione per l’artigianato in professione. Saranno 87 le imprese professioniste presenti, suddivise in due padiglioni: uno in piazza Chanoux e un altro in piazza Plouves. Di queste ben 38 si occupano della produzione di mobili. In piazza Plouves sarà anche allestita un padiglione enogastronomico che vedrà sotto lo stesso tetto 56 aziende di prodotti tipici (dalle carni fino ai liquori), selezionate da un’apposita commissione che ha preso in esame i prodotti di ogni azienda in modo da qualificare «l’offerta enogastronomica direttamente legata al territorio».
Fra le altre novità della manifestazione (annunciate la scorsa settimana in conferenza stampa dall'assessore Ennio Pastoret) l’ormai immancabile applicazione mobile «Fiera di Sant’Orso» (scaricabile sia per IPhone e Ipad che per Android) grazie alla quale si potrà consultare il programma degli eventi, la mappa dei punti di interesse e visualizzare in tempo reale la disponibilità dei parcheggi. In questa logica è stato anche previsto un servizio di accesso internet wifi in modalità Hot Spot. Le schede di accesso saranno disponibili presso gli Info Point della Fiera.
3 commenti:
Senza discutere se sia più logica una fiera con oltre 1000 espositori oppure una più contenuta nei numeri, ma con l'effettiva possibilità di gustare le opere esposte da parte degli artisti veri, faccio notare un fatto disgustoso attestante l'appropriazione indebita del look della fiera da parte dei dissociati dalla realtà, integralisti che fanno ridicola propaganda sulle spalle delle persone serie che, con le loro opere, permettono questa due giorni.
Mi riferisco alle bandiere esposte, precisando che ho ricevuto telefonate da chi protestava per la demenziale linea propagandistica sottintesa nella scelta delle bandiere stesse, per cui giovedì mattina ho percorso le strade della fiera con penna e taccuino annotando.
In tale momento, via Aubert sciorinava 7 bandiere francesi, 4 valdostane, 6 europee,1 svizzera, 2 belghe e zero dell'Italia che pur privilegia economicamente la Valle d'Aosta.
Via porta Pretoria: 7 francesi, 9 valdostane,11 europee,1 svizzera e 1 italiana.
Via sant'Anselmo( mio figlio Federico vinse il certamen anselmiano, non un dissociato): 15 francesi, 3 svizzere, 10 valdostane,14 europee, 5 italiane.
Via Croce di Città: 5 francesi, 6 valdostane, 5 svizzere,5 europee, 1 belga e 1 italiana.
E via così, per un totale di 162 bandiere, e cioè 47 europee, 46 francesi, 40 valdostane, 13 italiane, 11 svizzere, 5 belghe. Si vuol fingere un contesto valdostano non in linea con la realtà locale e la patologica finzione è sciorinata prescindendo dalla capacità critica delle persone dotate di normale intelligenza.
Ho perso 45 minuti per il conteggio esatto, ma mi sono procurato lo spunto per inviare a due grandi quotidiani nazionali un'illuminante evidenziazione del caso clinico valdostano.
@Borluzzi
Mi fido dei suoi conti e, questa volta, sono d'accordo con lei. Soprattutto in un anno come questo ci volevano più bandiere italiane. Posso pubblicare il suo post sul Corriere?
Ciascuno è libero di fare quello che vuole. Onorato per l'eventuale pubblicazione.
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