28 gennaio 2011

Tassa di Soggiorno? No Grazie!

Ma le tasse non dovevano diminuire?
Il Presidente ADAVA Silvana Perucca ha partecipato mercoledì a Roma al Consiglio Direttivo nazionale di Federalberghi nel corso del quale è stato dichiarato lo stato di agitazione della categoria e sono state decise alcune forme di protesta contro la paventata introduzione della tassa di soggiorno inserita all’interno del decreto sul federalismo fiscale municipale.

«Se dovesse essere confermata nelle prossime ore questa sciagurata ipotesi vessatoria nei confronti dei consumatori italiani e stranieri che pernotteranno negli alberghi italiani - è scritto nella delibera del Consiglio Direttivo della Federazione - i 34 mila alberghi italiani verranno invitati a non accettare prenotazioni il 17 marzo, giorno della celebrazione dell’Unità d’Italia. Quel giorno, nel quale si prevede come oltre 2 milioni di turisti tra italiani e stranieri pernotteranno nelle strutture alberghiere di tutta Italia, il mancato introito economico potrebbe portare l’erario a perdere tra tassazioni dirette ed indirette qualcosa come 100 milioni di Euro».

Nel corso dei lavori è intervento il presidente Perucca esprimendo il grave disappunto per l’introduzione dell’imposta che, inevitabilmente, si ripercuoterà negativamente sulle imprese del settore e ribadendo la posizione fortemente contraria degli imprenditori turistico ricettivi della Valle d’Aosta.

«Sono certa – sottolinea Perucca - che in un periodo di enorme difficoltà legato all’attuale contesto economico, sia del tutto inopportuno gravare il nostro settore, già fortemente in crisi, di ulteriori oneri».

«Oltre a depauperare ulteriormente la capacità di spesa di chi può ancora permettersi una vacanza – continua il Presidente ADAVA – l’introduzione della nuova tassa minerà ulteriormente la competitività con i nostri competitors stranieri. Gli alberghi europei che già godono di un regime IVA agevolato, infatti, si confronteranno con gli imprenditori alberghieri italiani gravati da un ulteriore costo da sostenere in un mercato che mai come oggi richiede moderazione e contenimento dei prezzi».

3 commenti:

giancarlo borluzzi ha detto...

Miopia e demagogia sono regine in Italia quando si parla di questi argomenti.
La tassa alberghiera è certo indigesta e antipatica, ma è un piccolo anello a valle di una catena di sant'Antonio caratterizzata a monte da introiti statali insufficienti a dare risposta positiva a tutti i rivoli di richieste che andrebbero soddisfatte grazie alle tasse dirette e indirette.
La tassa alberghiera è comunque anche microscopicamente figlia del fatto che lo Stato non riceve denaro dalla Valle, privilegiata da altri denari statali in aggiunta a ogni tassa qui prodotta.

ImpresaVda on 28 gennaio 2011 alle ore 17:38 ha detto...

@Borluzzi
La querelle anti-petite patrie mi sembra un po' fuori luogo. La tassa di soggiorno è un ulteriore appesantimento fiscale che non mi appare davvero così necessario. Oltretutto da un lato si riduce la competitività del sistema turistico nazionale e regionale, ma dall'altro si finisce per "spennare" chi viene in vacanza in Valle. I soldi non vengono prelevati dalle tasche dei valdostani come lei auspicherebbe.

P.S.
Ha finito dunque di fare il giramondo?

giancarlo borluzzi ha detto...

Lo Stato non è ricco, anzi è indebitatissimo e le sue entrate annue sono complessivamente insufficienti a coprire le spese correnti.
C'è poi la presenza leghista con la sua attesa messianica per un riordino delle tasse chiamato federalismo per fingere di dare un contentino a quanti furono folgorati sulla via verso il Monviso dall'ipotesi secessionista.
Sommando i concetti dei due periodi precedenti è sorta la necessità di inventare tasse e tassette novelle: il cosiddetto federalismo fiscale municipale deriva dalla ridotta possibilità statale di trasferire ai comuni quanto a loro necessario.
Tasse e tassette sono, a monte, il frutto doveroso e incontestabile di una crisi di fondo; che, tra le medesime, ci debba essere, a valle, la tassa alberghiera è invece discutibile.
Se Favre inizia con un demagogico "Ma le tasse non dovevano diminuire?" dimostra di non condividere quelle oggettive difficoltà del bilancio statale che richiedono tassette, ovviamente riguardanti campi non così fondamentali quanto il costo di medicine,riso,insalata.
Un comune può prescindere dalla tassa di soggiorno, ma deve sostituirla con altra che poi farebbe mugugnare altre categorie di persone.
Sulla "piccola patria" di qualcuno: se lo Stato non fornisse alla Valle ben più di ogni tassa qui prodotta, ma non riscossa, avrebbe un bilancio migliore: incontestabile.
Che io auspichi lo svuotamento dei portamoneti dei residenti in Valle è un'invenzione che mi stupisce arrivi da persona equilibrata e preparata come Fabrizio Favre.

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web