Questi sono i principali risultati della diciassettesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Valle d’Aosta, presentato martedì 1° febbraio a Torino.
Nel 2010, la spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli si è attestata a 202 milioni di € (+0,9% rispetto ai 200 € del 2009). Tale incremento è in controtendenza rispetto all’andamento del comparto nel resto del Paese, dove il consumo di beni durevoli ha registrato una contrazione media del 2,2%.
I settori di spesa
• Auto e moto – Il comparto auto e moto nuove fa segnare una contrazione rispetto al 2009, pur registrando performance migliori che nel resto del Paese: nel 2010 in Valle d’Aosta sono stati spesi 76 milioni di € per l’acquisto di auto nuove (-3,9% rispetto all’anno passato, media nazionale -8,9%) e 4 milioni per l’acquisto di motoveicoli (-16,4%, -18,5% in Italia). Positivo il risultato del mercato delle auto usate, con i consumi che salgono a 58 milioni di € (+3,7% rispetto ai 56 milioni del 2009).
• Mobili – Il comparto chiude l’anno con un incremento del 3,9% rispetto al 2009, un dato leggermente superiore rispetto alla media nazionale (+3,0%), Complessivamente, la spesa per i beni inclusi in questa categoria si attesta in Valle d’Aosta a 27 milioni di €, per una media familiare di 454€.
• Elettrodomestici – In Valle d’Aosta il 2010 è stato un anno di crescita anche per il consumo degli elettrodomestici: la spesa per gli elettrodomestici bianchi e piccoli si attesta a 13 milioni di € (+1,1% rispetto all’anno precedente), quella per gli elettrodomestici bruni a 17 milioni (+15,2%, un incremento quasi doppio rispetto alla media nazionale, +8,8%). Mediamente, le famiglie valdostane hanno destinato 291€ all’acquisto di elettrodomestici bruni (175€ la media familiare italiana) e 221€ per gli elettrodomestici bianchi e piccoli (160€ la media italiana).
• Prodotti Informatici – Nel 2010 la spesa complessiva destinata all’acquisto di prodotti informatici si è attestata in Valle d’Aosta a 6 milioni di € (+4% rispetto ai circa 5 milioni spesi nel 2009). Anche per questo comparto l’incremento registrato in regione è superiore a quello nazionale (+3,1%), così come la spesa media familiare (93€ in Valle d’Aosta, 65€ nel resto del Paese).
Nel 2010 la regione si pone al vertice della graduatoria nazionale per la spesa per beni durevoli, pari in Valle d’Aosta a 3.375 € in media per famiglia. Detiene, inoltre, un altro primato, essendo l’unica regione in cui è cresciuta la spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli (+0.9%).
Per reddito pro capite la Valle d’Aosta è la seconda regione, dopo Emilia Romagna e prima della Lombardia, con un livello che nel 2010 si attesta a 21.052 € (+0,5% rispetto ai 20.955 milioni del 2009).
Tendenze nazionali che si riscontrano anche in Valle d’Aosta
E’ interessante notare come secondo l’Osservatorio in un contesto di precarietà le famiglie valdostane sono intenzionate a continuare ad acquistare, ma sono consapevoli che occorra farlo con maggiore prudenza e dopo essersi informate adeguatamente senza abbandonarsi alle emozioni.
Le difficoltà economiche dell’ultimo periodo favoriscono l’emergere di nuove forme e iniziative di consumo quali la banca del tempo, il car pooling e i gruppi di acquisto solidali (GAS). La banca del tempo, che è una sorta di baratto di servizi per lavori di manutenzione, cucina, ripetizioni, baby sitting ecc., è vista con interesse dai giovani e dalle donne. Il car pooling è considerato sempre più positivamente e ha superato la dimensione dei luoghi di lavoro ed ora, grazie ai social network, conosce una più ampia possibilità di diffusione. I GAS sono invece visti con favore dalle donne tra i 35 e i 55 anni e sono utilizzati per entrare in contatto con una rosa selezionata di produttori che offrono una qualità di beni migliore, in alcuni casi anche dal punto di vista ecologico, limando i costi di trasporto e di stoccaggio. Accanto a questa tipologia la crisi sta anche facendo emergere forme di cooperazione tra famiglie più orientate al risparmio che alla qualità. Si tratta di pool d’acquisto che mirano ad ottenere dai fornitori i prezzi all’ingrosso.
La necessità di sprechi e ridurre i costi ha anche aumentato il ricorso all’usato, che ormai non è più gestito all’interno della famiglia ma si è allargato a conoscenti e amici. Anche in questo il web è stato determinante per facilitare lo scambio non solo di oggetti ma anche di case in luoghi di vacanza. In un contesto di precarietà le famiglie della Regione sono quindi intenzionate a continuare ad acquistare cercando modalità aggreganti che consentano di risparmiare pur non rinunciando alla qualità.
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