17 febbraio 2011

Roberto Nicco (Camera): «Soltanto sei milioni di euro per i Territori Montani»

Il deputato Roberto Nicco il 16 febbraio è intervenuto alla Camera in merito al progetto di legge Disposizione in favore dei territori montani, tema particolarmente caro alla Valle d'Aosta e che non manca di avere anche risvolti di tipo economico. Riporto qui di seguito il testo del suo intervento.


Da ormai parecchi anni, anche troppi, il Parlamento discute delle problematiche relative ai territori montani.
Lo spopolamento è stato a lungo il dramma, umano ed economico, delle aree montane e la conseguente necessità di invertire quella tendenza per mantenere un essenziale presidio del territorio ha impegnato e impegna gli amministratori locali nella messa in campo di politiche adeguate.
E’ di tutta evidenza che le aree montane, territori molto vasti con scarsa densità demografica, generano inevitabilmente costi pro-capite elevati tanto nelle attività economiche tradizionali quanto nelle opere infrastrutturali e nei servizi.

Il differenziale nei costi è stato ampiamente provato da attendibili studi. Già lo abbiamo ricordato in quest’aula in occasione delle discussioni su federalismo e perequazione. Nell’attività agricola, fondamentale per mantenere i delicati equilibri idrogeologici della montagna, la raccolta del latte comporta un sovraccosto dell’80% e le spese per la meccanizzazione del 74%. La costruzione e la manutenzione di una rete stradale, idrica o fognaria su quel tipo di orografia hanno costi decisamente più elevati che altrove. Nel trasporto pubblico locale gestire un adeguato servizio di collegamento di villaggi ed edifici sparsi comporta evidenti costi aggiuntivi. Lo stesso dicasi per la raccolta dei rifiuti solidi urbani o l’assistenza domiciliare per gli anziani.
Ci siamo chiesti se una legge nazionale sia lo strumento più adeguato per affrontare questo ordine di questioni, o se, essendo le realtà montane tutt’altro che omogenee, e dipendendo non solo dall’altimetria o dalla pendenza, ma dal tipo di antropizzazione che si è storicamente sviluppata, non siano più opportune politiche complessive sui territori montani poste in capo alle diverse Regioni che meglio conoscono ciascuna il proprio territorio.

Fatta comunque la scelta di una legge nazionale si tratta di capire se questa metta in campo gli strumenti e le risorse necessari.
Nella scorsa legislatura, su impulso del Gruppo Amici della Montagna del Parlamento, era stato elaborato un testo bipartisan, coordinato dai senatori Perrin e Santini, che affrontava con una certa organicità la materia, dai servizi pubblici e sociali (sistema informativo, sanità, scuola), alla gestione delle risorse idriche ed alla difesa del suolo, alle attività economiche. La fine anticipata della legislatura ne interruppe l’iter.
Sulla scia di quella proposta, anche in questa legislatura, in particolare ad opera del Consiglio della mia Regione, la Valle d’Aosta, sono state avanzate proposte di intervento ampio ed articolato.

Il testo oggi in discussione ha purtroppo recepito in parte assai limitata quelle indicazioni.
Un testo che, da un lato, all’art. 3, promuove progetti socio-economici volti alla realizzazione di obiettivi molto ambiziosi: dal potenziamento e valorizzazione dei servizi pubblici e del sistema scolastico, agli incentivi per l’accesso dei giovani alle attività agricole, dallo sviluppo dell’agriturismo, del turismo montano e degli sport di montagna alla valorizzazione della filiera forestale e delle biomasse a fini energetici, fino alla salvaguardia del prato pascolo.

Ma, dall’altro, non indica poi gli strumenti normativi e fiscali con cui promuovere tutto ciò.
Vi sono alcune specifiche norme, certamente utili, sui lavori pubblici, i rifugi di montagna o i fabbricati rurali.
Altro è, evidentemente, incidere sulle questioni strutturali a cui si è prima accennato.

E, soprattutto, si mettono a disposizione risorse francamente limitate, 6 milioni di euro annui per tutto il territorio nazionale. Non vorrei che, a conti fatti, paradossalmente, la spesa sostenuta complessivamente dai comuni per la redazione dei progetti socio-economici risultasse alla fine superiore ai finanziamenti ottenuti!

In conclusione ci sembra questa un’occasione mancata e ci auguriamo che sul tema si possa ritornare con altra organicità, proprio nel quadro della perequazione legata al federalismo, e con risorse adeguate.

3 commenti:

giancarlo borluzzi ha detto...

Non c'entra, ma c'entra.
Percentualmente,quanti dei 120 mila italiani residenti in Valle d'Aosta, davanti alla bella foto che correda questo articolo, saprebbero dire da dove è stata scattata e quali vette si notano? Conoscendo la demografia locale, direi che, se camminassi per la strada e mostrassi questa foto ingrandita a chi incontro, meno dell'uno per cento saprebbe rispondere.
Perchè i 120 mila italiani della Valle pensano, nel 99 per cento dei casi, al mare come luogo di vacanza e alla montagna solo come strumento per incamerare denaro con sci e turismo.
Anche il tema proposto da Favre si colloca in tale filone: tema attuale e da condividere, ma sempre quello, montagna uguale modo per avere soldi da altri, secondo la mentalità chez nous.
Per dirozzare montagnisticamente i tipi da spiaggia che sovrabbondano in questa parte d'Italia, dirò che la foto è famosissima e Favre l'ha scelta, credo scientemente, per essere in linea col settimanale di cui è capace direttore.
Infatti si vedono Apostoli, sant'Andrea, sant'Orso, san Pietro in una foto scattata dal Paradiso( non ho scelto volutamente le dizioni esatte).

ImpresaVda on 17 febbraio 2011 alle ore 22:06 ha detto...

@Borluzzi
Diciamo che mi sono lasciato ispirare...

giancarlo borluzzi ha detto...

Per iugum ad astra .... oppure ad excelsa tendere .....

 

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