Il Casino de la Vallée e il Grand Hotel Billia hanno annunciato con una conferenza stampa un imponente progetto di rinnovamento architettonico (di cui avevamo già scritto in passato), che rappresenta un momento fondamentale nella strategia di sviluppo di tutto il comprensorio e che ha come obiettivo principale quello di modernizzare i locali di entrambe le strutture, rendendoli fruibili a 360° e capaci al tempo stesso di soddisfare le esigenze più variegate della Clientela.
Il processo così avviato si concretizzerà nella realizzazione del nuovissimo Saint Vincent Resort & Casino, quale luogo globale di divertimento e benessere dove, oltre allo spazio dedicato al gioco, si potrà usufruire di un’ampia gamma di servizi che potranno rendere unica la permanenza sul territorio.
«La predisposizione del piano di sviluppo, approvato nel corso del 2010 dal Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, nasce sulla scorta di diversi fattori e considerazioni. - afferma Luca Frigerio, Amministratore Unico del Casino de la Vallée S.p.A. - Innanzitutto bisogna tener presente che il Casino de la Vallée e la società Servizi Turistici Valdostani S.p.A. erano all’inizio due società distinte, sebbene di proprietà regionale, la cui esistenza si è comunque legata a doppio filo sin dall’inizio all’integrazione strategica di entrambe le realtà. Al tempo stesso va sottolineato come e quanto il mercato dei casinò abbia subito cambiamenti radicali nell’ultimo decennio. In Italia, in particolar modo negli ultimi 4 anni, il fatturato totale è diminuito di oltre il 20%. Da analisi recenti, inoltre, è emerso che a livello internazionale, escluse alcune realtà particolari come Macao, la diminuzione dei fatturati negli ultimi tre esercizi è stata superiore al 30%. I motivi sono molti e variegati: dalla forte concorrenza dei giochi di stato alle mutate abitudini della clientela, dalle nuove tecnologie alla crisi economica che si è abbattuta sui mercati a livello generale e continua a farsi sentire».
In questo contesto è stato anche avviato un radicale ripensamento del modello di business per un maggiore adeguamento alle nuove regole di mercato. Contemporaneamente sono state attuate le dovute modifiche societarie per avviare gli opportuni cambiamenti da un punto di vista strategico, e la progettazione di importanti opere di ristrutturazione capaci di coinvolgere sia il complesso alberghiero, sia quello del casinò.
Il prodotto casinò, del resto, va inteso come un prodotto maturo che necessita di una reinterpretazione a 360° così da continuare a produrre profitti. La semplice offerta di gioco, infatti, non è più sufficiente a garantire un elevato tasso di affluenze e, soprattutto, grandi fatturati.
Grazie ai lavori di ristrutturazione, iniziati proprio di recente e che si prevede termineranno verso la fine del 2013, il Casino della Vallée cambierà radicalmente aspetto. Attualmente è stata completata una prima fase del processo di ristrutturazione che ha portato alla nascita della nuovissima area Evolution, di ben 1.700 metri quadri, al cui interno gioco e divertimento si fondono sinergicamente all’insegna dell’intrattenimento di qualità. Altri fiori all’occhiello, l’elegante ristorante di cucina fusion “Gaya”, un unicum in Valle d’Aosta, e una Poker Room di ultima generazione, già attivi.
Significativi interventi di restyling interesseranno anche il Grand Hotel Billia, collegato al Casino attraverso un comodo tunnel interno, che vedrà la propria struttura convertirsi in un albergo di lusso, con annesso un Centro Congressi assolutamente all’avanguardia. Tali lavori avverranno in maniera compartimentata così che i diversi ambienti possano essere rinnovati a fasi alterne, garantendo alla Clientela una fruibilità costante dell’Hotel.
«Di pari passo, - conclude Frigerio - si procederà anche a lavori di rinnovamento che interesseranno le Sale da Gioco, la “Brasserie du Casino”, ristorante all’interno del Casino per l’appunto, e la nuova centrale tecnologica. Chiaramente il processo di cambiamento non può essere focalizzato solo e soltanto sulla realizzazione di grandi opere ed infatti, negli ultimi due anni, sono stati compiuti considerevoli sforzi, sia in termini di formazione e organizzazione delle risorse umane, sia in termini di investimenti, per migliorare lo standing del personale e ampliare l’offerta dei servizi messi a disposizione della Clientela. Il Casino di Saint Vincent ha registrato un fatturato in notevole crescita nel corso del 2010, e nei primi due mesi del 2011 ha riportato la propria quota di mercato a quella registrata nell’anno 2006, recuperando tre punti percentuale»
A firmare i lavori di ristrutturazione del Casino di St Vincent e del Grand Hotel Billia l’Arch. Piero Lissoni, di Lissoni Associati, l’Ing. Giovanni Chiesa, della Tekne Ingegneria, e gli Arch. Enrico e Luca Villani, dello Studio Enrico Villani e Luca Villani Architetti.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
2 commenti:
Secondo me sarà un buco nell'acqua.
L'errore è a monte, nell'identikit del frequentatore tipo di questo tempio del lusso. Frequentatore che esiste in misura men che marginale.
La persona danarosa non va, innanzi tutto, a Saint Vincent perchè è ben altro rispetto a Saint Moritz o Gstaad o Kitzbuhel o St. Anton o anche solo Cortina o Solda. Il percorso esclusivo dall'albergo al casinò è un non senso nel momento in cui poi ottentotti e parigini si ritrovano nella stessa sala giochi.
Il casinò, per l'essere di libero accesso, è elemento di disturbo per i paperoni.
Inoltre, l'apporto di denaro ai tavoli verdi causato dal paperonismo sarà poca cosa: un paperone non è un fanatico del tavolo verde, come dimostrano tanti 5 stelle superiori ove esiste una sala giochi, ma piccola e soprattutto esclusiva, riservata ai paperoni, cioè.
Tutte le altre strutture pagano il pedaggio di quanto fin qui evidenziato.
E'evidente che si doveva agire non partendo da una tabula rasa bensì da un casinò decrepito e da un albergo che i paperoni certo non li attira. Ma la soluzione escogitata è un rimedio che incrementerà stratosfericamente i costi di gestione a fronte di sottoutilizzi facilmente prevedibili. Io avrei optato per interventi popolari sull'esistente, prescindendo da paradisi piazzati in un purgatorio quale Saint Vincent. Sicuramente i privilegi finanziari di cui la Valle beneficia hanno creato una sbornia comprensibile solo tra un pò e alla base di ipotesi non realistiche.
Il tema è importante, sarebbe bello sentire il parere di qualcuno che spezza una lancia in favore di un'iniziativa non definibile altro che in controtendenza in un'Italia ove si gioca e scommette in modi sempre più numerosi e ove, con una crisi economica perenne, i ricchi sono sempre più ricchi e quindi più difficilmente ipotizzabili come fruitori dei giardini pensili di Babilonia che si vogliono ricreare nell'incolpevole St. Vincent.
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