26 settembre 2011

La Cogne Riorganizza i Cicli Produttivi

«E’ innegabile che l’inaspettata crisi finanziaria che ha iniziato a colpire le principali borse mondiali lo scorso mese di luglio abbia avuto, quasi immediatamente, dei riflessi negativi sull’economia reale, provocando un progressivo rallentamento delle transazioni su tutti i mercati. Tale situazione ha, purtroppo, ingenerato un nuovo clima di incertezza che, come sempre avviene in questi casi, ha limitato la visibilità sugli ordinativi, obbligandoci ad assumere, sin da subito, delle misure di contenimento dei costi».

Con queste parole i vertici della Cogne Acciai Speciali hanno voluto spiegare nella mattinata di oggi ai rappresentanti delle Organizzazioni sindacali – con i quali dal 2009 sono aperti dei periodici tavoli di confronto e aggiornamento - le motivazioni che hanno indotto la società aostana ad una riorganizzazione dei cicli produttivi e lavorativi che, di fatto, nei prossimi mesi, coinvolgerà i reparti acciaieria, treno di laminazione e decapaggio.

«Al momento – hanno aggiunto i responsabili della Cas – non siamo in grado di definire la portata di tali misure, che dovranno comunque essere proporzionali allo sviluppo della situazione stessa, in un’ottica di salvaguardia delle professionalità e di tutela dei livelli occupazionali. Di certo, sarà fondamentale comprendere quanto prima la tendenza della produzione industriale in Europa da qui ai prossimi mesi».

Tra le misure che l’azienda sta valutando di intraprendere, figurano una riduzione del numero dei contratti a tempo determinato e l’attivazione della cassa integrazione ordinaria per i reparti coinvolti. Nello specifico, per quanto riguarda la CIG, al fine di contenerne al massimo l’impatto, si sta esaminando la possibilità di avviare una sorta di mobilità interna tra i reparti dove il flusso di lavoro è in calo e gli altri settori produttivi.

«Nel contempo - si legge in una nota diffusa dalla'zienda -, i vertici aziendali stanno monitorando con la massima attenzioni gli sviluppi prossimi futuri per comprendere l’effettiva portata di questo calo di ordinativi, in quanto dal mercato continuano ad arrivare segnali fortemente contrastanti».

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