18 gennaio 2012

Il Consumo di Beni Durevoli in Valle d'Aosta secondo l'Osservatorio di Findomestic Banca

Nel 2011 il reddito pro capite in Valle d'Aosta ha registrato un aumento dello 0,5% a 21.094 €, posizionandosi al secondo posto nella graduatoria dei redditi delle regioni italiane.
 Il Pil della regione, in termini reali, ha mostrato un incremento superiore alla media nazionale.
La spesa per l'acquisto di auto nuove da parte dei privati ha segnato una flessione significativa (-20,2%), tiene invece il mercato dell'usato che cresce dello 0,8% nel 2011.
In calo anche le spese per la casa, in particolare per gli elettrodomestici bruni (-19,7%).
La spesa per i mobili si è dimostrata sostanzialmente in linea con quella del 2010 (-0,7% a 28 milioni €). In materia di risparmio, nelle regioni dell’Italia nord – occidentale, il 46% della popolazione negli ultimi 12 mesi ha dichiarato di essere riuscita a preservare una parte del proprio reddito: il dato medio italiano, invece, è inferiore di oltre 10 punti, e si ferma al 35%.

Questi sono i principali dati emersi dalla diciottesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Valle d'Aosta, presentato oggi a Torino presso il Ristorante Il Cambio.

Nel 2011 le attività economiche in Valle d'Aosta hanno registrato una crescita allineata all’area settentrionale del paese, che ha mostrato un passo di fuoriuscita dalla crisi superiore sia all’area centrale sia, soprattutto, a quella meridionale. Il Pil della regione in termini reali ha mostrato un incremento superiore alla media nazionale tanto nel 2010 quanto nel 2011. Al forte ampliamento del reddito disponibile per abitante del 2010 (l’1,1% rispetto allo 0,5% nazionale) è seguito nel 2011 un rallentamento del ritmo allo 0,5% (2,0% in media). La Valle d’Aosta si dimostra la seconda regione dopo l’Emilia Romagna nella graduatoria dei redditi, contando su un ammontare per abitante di 21.094 €, oltre 3.200 € in più rispetto alla media italiana.

La spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli si è attestata a 176 milioni € (-9,7% rispetto ai 195 milioni del 2010) ed è stata causata principalmente da una flessione del mercato auto e degli elettrodomestici bruni.


I settori di spesa

  • Auto e moto – Il mercato delle auto nuove ha mostrato un calo significativo nel 2011. Le famiglie hanno destinato 58 milioni €, il 20,2% in meno rispetto ai 73 milioni del 2010. Tiene invece la spesa destinata all'acquisto di auto usate, unico incremento nel mercato dei beni durevoli, che cresce dello 0,8% a/a a 55 milioni €. I motoveicoli segnano una flessione del 3,1% a 4 milioni €, più ridotta comunque rispetto alla media italiana (-13%).
  • Mobili – Sostanzialmente in linea con il dato 2010 è la spesa relativa all'acquisto di mobili per la casa, che nel 2011 registra una variazione negativa dello 0,7% a 28 milioni €, con una spesa per famiglia di 458 €.
  • Elettrodomestici – Il mercato degli elettrodomestici ha invece subito un calo significativo nel 2011, in particolare per quanto riguarda la spesa per gli elettrodomestici bruni che hanno mostrato una contrazione pari al 19,6% a 13 milioni €. La spesa per famiglia si conferma però superiore rispetto alla media nazionale (208 € rispetto a 149 € nel resto d'Italia). Gli elettrodomestici bianchi e piccoli hanno segnato consumi in calo del 6,2% a 13 milioni €.
  • Prodotti InformaticiIl settore dell’informatica registra anch'esso un calo seppur più contenuto rispetto alla media nazionale (-6,7% rispetto a -8,2%). Anche in questo settore, la spesa media per famiglia è superiore al resto d'Italia con 82 € destinati dalle famiglie valdostane rispetto ai 58 € della media nazionale.
Tendenze generali e comportamenti dei consumatori

Gli intervistati vivono uno stato d’animo di sfiducia e incertezza, dominato dalla sensazione di impossibilità alla programmazione. Molti si sentono infatti impotenti e “paralizzati” e, sollecitati a immaginare il futuro, mostrano di avere più “speranza” che “voglia di lottare”.
Nel Nord ovest, l’80% degli intervistati dall’indagine Findomestic – Ipsos ha la percezione che la situazione economica generale si sia aggravata rispetto al 2010. Il dato è migliore di 3 punti rispetto a quello medio nazionale.
Per quanto riguarda la propria situazione economica personale, l’Italia Nord-occidentale è l’area dove la percezione di un peggioramento è la meno elevata del Paese: 56%, contro il 64% della media italiana. Anche in materia di risparmio, il Nord ovest si mantiene sopra la media italiana, con il 46% della popolazione che negli ultimi 12 mesi ha dichiarato di essere riuscita a preservare una parte del proprio reddito (il dato italiano è inferiore di oltre 10 punti, e si ferma al 35%), mentre il 29% (contro il 26% del dato – Paese) si dice in grado di accantonare ulteriori risorse nel 2012. Di fronte alla crescente disoccupazione, alla riduzione del potere d’acquisto e ad un clima sociale d’incertezza, la maggioranza ha modificato il proprio stile di vita rispetto al passato.
Un consumatore su quattro delle regioni nord occidentali ha dichiarato di non aver ridotto le proprie spese nel corso del 2011, a fronte di un 64% che invece ha affermato di averlo fatto (a livello nazionale, il dato è rispettivamente del 67 e del 21%). Per quanto concerne il 2012, sostanzialmente in linea con quanto emerge dalla media nazionale (47%), il 46% afferma che ridurrà le proprie spese. Sollecitati circa un’eventuale uscita dalla crisi, ben il 46% di quanti hanno risposto ritiene che la situazione comunque non tornerà quella di prima: gli intervistati modificheranno il proprio modus vivendi, evitando gli sprechi e ponderando maggiormente le spese. Il 40% degli intervistati, invece, dichiara di mantenere la speranza di superare la crisi ed afferma che in futuro si tornerà a fare acquisti come prima. La ricerca evidenzia come i più abbienti continuino ad acquistare prodotti di fascia alta, riducendo eventualmente la frequenza e la quantità degli acquisti, mentre i meno abbienti, oltre ad acquistare meno e meno spesso, sono costretti a ripiegare su prodotti di fascia più bassa.

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