Federico Jacquin |
Anche in Valle
d’Aosta è confermato più che mai il forte coinvolgimento dei Confidi. Ben un
imprenditore su due si rivolge agli enti di garanzia per soddisfare le proprie
esigenze finanziarie e risolvere eventuali problemi nel rapporto con le banche.
Malauguratamente,
nonostante l’intervento degli enti di garanzia, non è stato possibile negli ultimi
mesi del 2011 e nei primi mesi del 2012 mitigare l’effetto del forte aumento
degli spread assistendo, inoltre, al blocco quasi totale delle erogazioni dei
finanziamenti, già deliberati dalle banche e garantiti dai Confidi.
Il
governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nell’ultima Relazione Annuale, ha
inoltre evidenziato difficoltà per il mondo Confidi in materia di costi e di
sofferenze.
I
costi operativi dei Confidi ex art. 107 assorbono complessivamente il 60,5% del
margine di intermediazione. E’ noto a tutti che il passaggio ad un Confidi
vigilato comporta il sostenimento di notevoli costi organizzativi che
attualmente non trovano contropartita in migliori condizioni bancarie. Purtroppo
la metà dei Confidi vigilati ha chiuso il bilancio 2011 in perdita.
Il
continuo e forte sostegno dei Confidi in questa fase di crisi sta pesando
sull'attività degli enti di garanzia i quali stanno registrando forti aumenti
delle sofferenze. La massa di esposizioni deteriorate sulla quale stimare le
rettifiche è fortemente cresciuta con pesanti accantonamenti a copertura delle stesse.
Le perdite stanno consumando inesorabilmente il patrimonio. Il rischio è quello
di veder collassare un sistema che, con tutte le sue forze, si è opposto alla
drammatica crisi di questi ultimi anni, ma che non può farcela da solo.
Il
presidente di AssoConfidi Francesco Bellotti evidenzia la necessità che si
riservi al sistema dei Confidi un’attenzione simile a quella del credito
bancario. “Abbiamo compreso e condiviso gli sforzi che sono stati fatti dalla
comunità internazionale nei confronti del sistema bancario. Non capisco perché
una parte di quei fondi non possa essere investita anche per i Confidi. Non
siamo per la tutela di tutti, ma dei soggetti che riescono a stare sul mercato.
Noi ci siamo assunti un rischio che il sistema bancario non ha voluto
assumersi”.
In
questa situazione estremamente difficile e complessa c’è il desiderio di molti di
trovare un punto di ancoraggio, un appoggio solido e chiaro per mantenersi in
atteggiamento positivo. Né la volontà stoica, né l'ottimismo si alimentano di
se stessi: non durano per sempre. Che fare allora? Il primo pensiero è
"Diamoci una mano”. Ma non basta!
La
realtà che ci aspetta si annuncia sempre più stringente, caotica e minacciosa.
Non basta sperare che qualcuno spinga sui pedali e tiri il gruppo. Ogni
pedalatore ha bisogno di capire il senso del suo pedalare e l'origine
dell'energia che lo può sostenere nel percorso. Questa origine è misteriosa e
sicuramente non la controlliamo noi. Paradossalmente, siamo più capaci di
attingervi quando rivolgiamo ad altri la nostra attenzione e il nostro aiuto
operoso.
(...)
Dopo
aver spaziato tra Europa ed Italia veniamo alla nostra realtà che non è immune
dalle difficoltà nazionali. Lo stato di salute della Valle d’Aosta è stato ben
sintetizzato in occasione della ‘Giornata dell’economia’ lo scorso 4 giugno: “anche
la nostra regione, per effetto dell’intensità e dell’ampiezza della crisi, ha
iniziato a manifestare preoccupanti segnali di deterioramento”.
Sempre nella relazione dell’economista Massimo Leveque si evidenziano diversi aspetti negativi: riduzione del numero delle imprese, aumento della disoccupazione, tasso di disoccupazione giovanile al di sopra del 20%, contrazione del settore industriale in termini di valore aggiunto, di addetti e di numero di imprese e diminuzione del reddito pro-capite delle famiglie. Segnali positivi arrivano, invece, dalla progressiva riduzione delle ore autorizzate di C.I.G. ordinaria e straordinaria, dalle buone performance provenienti dall’interscambio internazionale dei servizi (principalmente per effetto delle presenze turistiche straniere) e da una sostanziale tenuta degli impieghi verso le aziende anche se, nei primi mesi del 2012, si segnala una contrazione media del 3,2% del credito alle imprese. In aumento anche le sofferenze, aspetto tra l’altro evidenziato nella relazione, anche per gli enti di garanzia collettiva fidi.
In questo scenario, fortemente problematico, il Governo regionale ha confermato anche per il 2012 il pacchetto delle misure anti-crisi adottate sin dal 2008 a favore di imprese, famiglie e fasce deboli. Purtroppo tali misure, che erano state adottate inizialmente in un’ottica congiunturale, sono diventate strutturali con un impatto di 100 milioni di euro all’anno sul bilancio regionale. Bilancio che, oltretutto, ha subito una forte riduzione delle entrate (pari a 163 milioni di euro) per effetto dell’attuazione del federalismo fiscale e delle diverse manovre volte al contenimento della spesa.
L’Amministrazione regionale ha sempre dimostrato grande attenzione nei confronti degli enti di garanzia locali attraverso la concessione di contributi in conto interesse alle aziende iscritte ai Confidi e di questo ne sono grato.
Dal 2011 è cambiata la legislazione in materia di
aiuti pubblici alle imprese aderenti ai Confidi: legge regionale 1° agosto 2011,
n. 21. Per effetto della nuova normativa solo i Confidi iscritti all’albo di
cui all’art. 106 del D. Lgs. 385/1993 (Testo Unico Bancario) potranno gestire i
contributi in oggetto.
E’ stata, tuttavia, introdotta una norma transitoria che permette fino al 2012 ai soggetti che non sono attualmente intermediari vigilati da Banca d’Italia di continuare a gestire gli aiuti pubblici. Il nostro Confidi proprio in funzione di tale norma transitoria si è attivato fin da subito intraprendendo la strada per ottenere l’iscrizione all’albo sopra citato superando con il bilancio al 31 dicembre 2011 il limite attualmente in vigore di 75 milioni di euro di volume di attività finanziaria.
La legge regionale 21/2011 ha, altresì, cambiato la modalità di retrocessione che ora è pari “alla misura massima del 75% della quota di interessi sostenuta dal soggetto beneficiario nell’anno solare antecedente a quello della concessione del contributo. L’entità del contributo non può comunque superare il 75% del miglior tasso individuato tra le convenzioni stipulate dai Confidi con le banche”. Siamo tuttora in attesa delle norme dispositive per conoscere le modalità di calcolo e di erogazione.
L’introduzione di una nuova disciplina in materia di Confidi da parte del Governo regionale ha una sua giustificazione di fondo. Le risorse collettive devono essere impiegate in modo da ottenere il miglior risultato possibile con il minor utilizzo di spesa e ciò può essere ottenuto soltanto con l’assegnazione dei fondi pubblici a favore di quei soggetti in grado di spuntare le condizioni migliori sul mercato del credito.
L’attività del nostro Confidi nel 2011 è il risultato dell’aggregazione tra Confidal Società cooperativa e Confidi Industriali Valle d’Aosta che dal 1° dicembre sono un soggetto unico. Al 31 dicembre 2011 i soci sono 591, il patrimonio ammonta a 23,3 milioni di euro e lo stock di garanzie ammonta a 86,6 milioni di euro a fronte di affidamenti per 241,9 milioni di euro.
Confidi Valle d’Aosta S.c. è
intervenuto nel corso del 2011 a copertura di insolvenze per €359.861; per
contro sono state recuperate somme per €56.812.
A fini prudenziali il “Fondo rischi
per garanzie prestate”, per far fronte alle probabili perdite derivanti
dall’attività di concessione delle garanzie, è stato ulteriormente alimentato raggiungendo
una consistenza pari a €650.000.
A conferma delle difficoltà che sta
vivendo il mondo dei Confidi, l’importo delle posizioni deteriorate della
nostra cooperativa per effetto della crisi economica è aumentato rispetto agli
anni precedenti quando le sofferenze si attestavano su valori pressoché nulli. La
percentuale delle sofferenze rispetto allo stock impieghi è pari allo 0,72%
contro lo 0,08% dell’anno precedente.
Vorrei tuttavia tranquillizzare i
presenti poiché il patrimonio della società è molto solido e in grado di
affrontare serenamente le difficoltà e le tensioni del momento.
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