11 novembre 2012

Giuseppe Balicco (Coldiretti): «Fondamentale il binomio agricoltura-turismo»


Questa settimana abbiamo intervistato Giuseppe Balicco, presidente di Coldiretti Valle d’Aosta.

Come sta vivendo la crisi il settore agricolo? Da un lato calano i consumi, ma allo stesso tempo c’è chi scopre l’acquisto diretto…
Giuseppe Balicco
Chiaramente la crisi si sente e si sente abbastanza forte. Per quanto riguarda i consumi non sono calati tantissimo. La gente comunque deve alimentarsi. Chiaramente sta un po’ più attenta a ciò che compra sia dal punto di vista del prezzo, ma anche della qualità. Da parte nostra cerchiamo di venire incontro al consumatore con il mercato del martedì ad Aosta, con tutti quelli che facciamo sul territorio oltre a quelli della domenica mattina in Piazza Chanoux che hanno un buon riscontro da parte dell’utenza. La gente ha capito che comprando in prossimità acquista prodotti sicuri, tracciabili e a prezzi abbordabili.

Quanti sono gli iscritti a Coldiretti e all’incirca quante sono nella nostra regione le persone che vivono di Agricoltura…
Coldiretti negli anni ha fatto un ottimo lavoro arrivando a raccogliere il 90% degli addetti. Complessivamente superiamo i 4500 iscritti, partime e pensionati compresi. Lo zoccolo duro degli iscritti all’Inps, quindi quelli che vivono di agricoltura, sono circa 1500. E’ un mondo che riveste grande importanza anche dal punto di vista del mantenimento del territorio.

Le statistiche evidenziano una calo del numero delle imprese a fronte di una loro crescita dimensionale. E’ un dato non del tutto negativo. Maggiori dimensioni vuol dire avere qualche chance in più di raggiungere un equilibrio economico…
Più che una chance è un obbligo. Senza avere certe dimensioni non si vince la sfida. Occorre anche una certa professionalità e una certa imprenditorialità.

Si sintetizza troppo se si parla di un settore zootecnico in difficoltà e di un settore vitivinicolo in grande spolvero?
Secondo me sono due mercati troppo diversi per essere messi a confronto. I quantitativi non sono paragonabili. E’ vero poi che sia i formaggi, per questione di diete, che i vini, in seguito ai nuovi limiti di guida, stanno subendo una certa contrazione dei rispettivi mercati. Diciamo che la nicchia garantisce al vino in Valle d’Aosta un mercato migliore.

Il turismo basato sul prodotto tipico (dal formaggio al vino) sembra in crescita?
Lo vediamo per esperienza personale. Quando si torna da una vacanza o da un viaggio di solito non si portano più i vari souvenir, ma cibi e bevande e questo è il trend del turismo oggi. A livello qualcosa si sta muovendo, ma c’è ancora tanta strada da fare. Gli operatori devono capire che il binomio agricoltura-turismo va valorizzato, va potenziato se vogliamo crescere entrambi. Da questo punto di vista credo che ci voglia ancora molta informazione per arrivare ad una sinergia soddisfacente. Potrebbe essere sufficiente vedere cosa succede in altre regioni dove il binomio funziona alla grande.

Sul fronte della pubblica amministrazione c’è ancora conflittualità in merito all’operato dell’Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura?
La conflittualità è fortemente legata ai tempi di erogazione degli aiuti. Si ferma lì se così si può dire. Anche se non è poco. Come addetti al settore dobbiamo però ragionare sul fatto che la questione è terribilmente complicata dalla burocrazia e da chi la gestisce a livello centrale. Basta pensare all’interpretazione dei controlli fatti con foto aeree che hanno bloccato i contributi di mezza Valle d’Aosta. Interpretazioni che poi si sono quasi sempre rivelate errate: ombre, piccoli terreni, vigneti e frutteti scambiati per boschi. Qui dobbiamo confrontarci comunque con questi problemi.

Che cosa fa e che cosa dovrebbe fare la Regione per il settore agricolo?
Continuare a sostenerci come ha sempre fatto sapendo che anche in periodi di crisi l agente comunque deve mangiare e il nostro settore ha bisogno di sostegno. Stare in piedi oggi non è così facile. La forbice tra i prezzi di mercato e quelli di gestione continua ad allargarsi. Da una parte vogliamo prezzi bassi per i consumatori e dall’altro si aumentano sempre più i nostri costi: dalle materie prime, ai carburanti, al costo del lavoro, alla elettricità. E’ chiaro che per mantenere in piedi n settore che comunque produce ed è sano è necessario un certo sostegno. Recentemente i dati dell’occupazione a livello nazionale danno il settore agricolo come l’unico in crescita. Questo significa che opportunità nel nostro settore ci sono. Bisogna quindi mettere in atto strategie adeguate per sostenere il comparto. In momenti di crisi e di diminuzione dell’occupazione una strada c’è. Bisogna però stare attenti in fase di programmazione della nuova Pac che ci accompagnerà fino al 2020 di esserci e portare a casa il più possibile.

L’11 Novembre verrà celebrata la 62ª Giornata nazionale del Ringraziamento. Il messaggio della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace si intitola  «Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra». Nella lettera, facendo riferimento all’enciclica  Caritas in Veritate di Benedetto XVI, si legge: «Investire nell’agricoltura è una scelta non solo economica, ma anche culturale, ecologica, sociale, politica di forte valenza educativa. Infatti “le modalità con cui l’uomo tratta l'ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e, viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano”»…
I Vescovi chiedono anche di favorire nuove politiche per i giovani, più accesso alla terra, strumenti fiscali adeguati, incentivi e credito facilitato per le imprese agricole. Mi pare che non sia poco il fatto che i vescovi intervengano in questa materia. La Chiesa ha sempre tenuto nella massima considerazione il mondo agricolo, cosa che non possiamo dire di una certa politica nazionale che in maniera poco programmatica si è lanciata, per anni, in politiche economiche che si sono rivelate molto deboli alla prima delocalizzazione. Noi continuiamo a dire che tutto si può trasportare dall’altra parte del mondo meno che la terra.

Una novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda…
Purtroppo nessuna novità in particolare proprio per il momento buio dell’economia se non l’impegno da parte di Coldiretti di continuare a lavorare nel solco della tradizione, ma con obiettivi e una programmazione ben precisi che tengano conto delle nuove esigenze e delel difficoltà che le nostre imprese stanno incontrando ogni giorno, specialmente dal punto di vista burocratico.

Un sogno associativo-imprenditoriale da realizzare…
Il pragmatismo del mondo agricolo dice che difficilmente i sogni si realizzano, tuttavia noi chiediamo più serenità e tranquillità nel nostro lavoro e, soprattutto, un reddito adeguato ai sacrifici che bisogna fare quotidianamente per vivere di agricoltura. Questo è l’auspicio ed un augurio che faccio a tutto il mondo agricolo.

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