16 dicembre 2012

Il #Turismo e la #Crisi secondo #Turismok



Riportiamo il consueto intervento degli amici di Turismok. 


Fremono gli amanti dello sci, come di consueto il weekend dell’Immacolata, e di Sant’Ambrogio per i milanesi, ha rappresentato l’inizio ufficiale della stagione invernale. La proposta della Valle d’Aosta è senza dubbio tra le più rilevanti dell’arco alpino; comprensori di fama mondiale, scenari mozzafiato e piccole chicche rappresentate dalle stazioni minori compongono un’offerta invidiabile. Non mancano però le preoccupazioni giustificate da un contesto di crisi che accompagnerà l’avvio della stagione 2013. Benché il target principale delle grandi stazioni sciistiche abbia sempre mostrato buone capacità di spesa, è indubbio che alcuni atteggiamenti della clientela cambiano, in particolar modo per gli utenti italiani di prossimità. 

Per queste ragioni i comprensori sciistici dovranno adottare politiche più ampie e dinamiche in termine di tariffe e servizi, uscendo da un atteggiamento che in alcuni casi definiremmo commercialmente statico. Bene ha fatto La Thuile a proporre una tariffa agevolata in considerazione del fatto che non tutto il comprensorio ad inizio stagione è praticabile. Già perché proprio le tariffe rappresentano un elemento delicato e sul quale giocare; non si tratta di abbassare i prezzi ma di creare offerte e tariffe in funzione della stagionalità, dell’affluenza e delle condizioni meteo e nevose in cui vertono i rispettivi comprensori agevolando determinate categorie di utenza come chi (la maggior parte) scia in realtà poco più di 2 ore in una giornata. Biglietti scontati nei giorni di minor affluenza, biglietti a ore e proposte all inclusive sono solo alcune delle possibilità che il contesto suggerirebbe.

I consigli valgono anche per tutti quei servizi che gravitano intorno al comprensorio come noleggi e lezioni di sci. Sono sempre più infatti gli escursionisti e i turisti che decideranno all’ultimo secondo dove andare in base alle condizioni meteo e alle offerte delle varie stazioni sciistiche generando così momenti di altissima frequentazioni a momenti di desolante vuoto.

La crisi potrebbe essere una buona occasione per rilanciare anche quei comprensori minori che nulla, se non nel numero di chilometri di piste a disposizione, hanno ad invidiare alle località maggiori. A livello di comunicazione sarebbe opportuno un distinguo più marcato tra l’offerta dei 4 o 5 comprensori leader e la proposta di quelle realtà minori che spesso rimangono troppo silenziose sui canali di comunicazione, ma che molto avrebbero da spendere in termini di vantaggi, non solo economici.


Crévacol, Torgnon, Chamois e Cogne sono solo alcuni esempi lampanti di un potenziale in crescita ma ancora in parte inespresso nella stagione fredda. Infine,  una riflessione importante la imporrebbe la situazione drammatica invernale di alcune località, è bene ragionare su come ripensare l’offerta turistica di micro stazioni, ormai pressoché dimenticate dal mercato come Valsavarenche e Valgrisenche solo per citarne alcune. Clientela da contare con il contagocce per realtà che dal canto loro, obiettivamente, poco o nulla hanno fatto in questi anni, per far sentire la loro presenza sui mercati. 

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