9 marzo 2013

#Grandangolo sui #Professionisti #valdostani - 18: Gli #Assistenti sociali

Anna Jacquemet
Questa settimana tocca alla professione degli Assistenti sociali con la loro Presidente Anna Jacquemet. 

L'Identikit

Iscritti totali: 73

Trend ultimo anno: 5 nuovi iscritti

Composizione direttivo: Presidente Jacquemet Anna; Vice presidente Laura Mencarelli; Segretaria Aurelia Glavinaz; Tesoriere Anna Maria Piroddi; Consiglieri Helene Brunet, Filomena Gorga e Irene Rimediotti

Il trend dei prossimi anni in termini di iscritti non dovrebbe subire variazioni particolari si è mantenuto costante negli anni.

Email: info@as.vda.it

Sito internet: www.oas.vda.it


Le Domande

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
A livello regionale fino ad ora la situazione rispetto alle esperienze di altre regioni è stata sicuramente più rosea. Colleghe disoccupate in questo periodo non ne abbiamo. Sicuramente rispetto ad anni passati in cui gli enti pubblici - presso cui lavora la stragrande maggioranza degli assistenti sociali in quanto la libera professione non in Italia è ancora agli inizi - anche per i vincoli nati con il nuovo Patto di stabilità è più raro che siano pubblicati concorsi per assistenti sociali. L'ultimo è stato bandito alcuni mesi fa dall'Asl e ha visto l'assunzione di alcune colleghe. Per quanto riguarda l'amministrazione regionale invece attualmente metà circa delle colleghe fanno parte della famosa società dei servizi, di conseguenza non sono più direttamente dipendenti regionali con tutti i vincoli che la società ha cioè contratti annuali che spesso, in sede di rinnovo, prevedono sospensioni per un mese dell'attività e questo ha comunque ricadute  a livello di organizzazione del servizio e di attività con l'utenza.

Esistono possibilità di lavoro in valle d'Aosta o la situazione, come sembrerebbe, è satura?
E' effettivamente satura. Bisognerebbe tentare di sviluppare aspetti più legati alla libera professione, ma è pur vero che la nostra è una professione di aiuto che si rivolge  a persone in difficoltà, spesso non solo socio-ambientale ma pure economica, e l'accesso di questo persone ad un servizio pagato è inevitabilmente più problematico. Ovviamente il ragionamento si complica in una regione piccola come la nostra. Se invece prendiamo aree metropolitane più grandi come Milano o Roma lì ci sono assistenti sociali liberi professionisti che operano nel campo della mediazione familiare oppure rispetto alla formazione. Da noi è più difficile far decollare un progetto di questo tipo.

Quali sono state le iniziative di formazione realizzate nel 2012 e quali sono in programma nel 2013?
Rispetto al 2012 - proprio in quanto è partita anche per noi la formazione obbligatoria a cui fino a due anni fa non eravamo tenuti - c'è stata una fase sperimentale che ci ha visti più che altro impegnati sul codice deontologico, mentre dal punto di vista formativo l'offerta del territorio è già piuttosto ampia. Chi di noi dipende da enti pubblici ha davvero molta possibilità di svolgere attività formativa. Lo scorso anno è stato perciò organizzato un corso di formazione sul nostro codice deontologico che ormai è alla sua terza edizione, in quanto visto che la nostra professione è in continua evoluzione è rivisto ogni due-tre anni. Abbiamo organizzato occasione di formazione anche con altri ordini professionali con i quali lavoriamo a stretto contatto, cioè psicologi e medici. E per il 2013 abbiamo intenzione di portare avanti l'approfondimento deontologico con un'attenzione particolare sull'attività che l'assistenza sociale svolge nell'ambito di comunità e poi faremo un'iniziativa sul nostro ordinamento e abbiamo in programma un progetto insieme agli assistenti sociali del Nord Italia sul ruolo del servizio sociale nelle calamità naturali, uno stimolo che ci è arrivato dai colleghi dell'Emilia Romagna.

Consigli per chi vuole svolgere professione?
La nostra è una professione complessa e che accoglie le persone in momenti particolari della loro vita e perciò richiede una grande attenzione alla persona, una grande capacità di collaborazione con altre figure professionali con le quali si crea quel lavoro di équipe fondamentale soprattutto nella presa in carico delle persone in difficoltà. Alle colleghe o a chi chiede  a noi di conoscere meglio la professione consigliamo di dedicarsi ad essa non come fosse una missione, ma come una professione che richiede una poliedricità necessaria.

Un giudizio sulla riforma degli Ordini? Che cosa ha senso fare e che cosa no?
Come Ordine nazionale abbiamo redatto un documento che riguarda proprio l'ordinamento della professione. Al nostro interno, come conferenza dei presidenti dei vari ordini regionali, c'è stato un grande dibattito legato soprattutto al percorso formativo in quanto il nostro era un Ordine al quale si accedeva dopo una laurea triennale con un esame di Stato, mentre il nostro obiettivo è quello di arrivare al quinquennio. La nostra professione ha,  a nostro avviso, diritto ad una laurea magistrale in virtù della sua complessità. Inoltre il mantenimento dell'Ordine è fondamentale in quanto la nostra professione ha un alto grado di autonomia.

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese  e  con quello del credito?
Chiaramente ci rapportiamo  a questi due mondi in maniera indiretta. Sicuramente rispetto alla realtà delle imprese visto che l'Assistente sociale fa un lavoro di comunità significa mantenere la rete dei servizi, ma non soltanto di quelli istituzionali, ma anche di tutti gli altri. Di conseguenza rispetto alla gestione di un caso il servizio sociale può avere a che fare con imprese, crediti. Fino ad ora l'Ordine come istituzione non ha in realtà mai fatto nulla di specifico.

Un valore da recuperare in questa nostra società sempre più sfilacciata…
Nessuno meglio di noi riesce a cogliere lo stato di salute della società di oggi. Io credo che oggi stiamo perdendo il valore della solidarietà. Mi sento ancora di sottolineare che rispetto a questo momento particolarmente critico come Ordini sia nazionali che regionali abbiamo preso una posizione molto chiara rispetto al futuro governo, rendendo pubblico un documento che sintetizza le grandi criticità del momento. La prima è il lavoro. Dal nostro osservatorio vediamo che chi ha il lavoro lo sta perdendo e chi non ce l'ha ancora non lo trova. Un grosso impegno deve essere posto rispetto a questa problematica.

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