Anna Jacquemet |
L'Identikit
Iscritti totali: 73
Trend ultimo anno: 5 nuovi iscritti
Composizione direttivo: Presidente Jacquemet
Anna; Vice presidente Laura Mencarelli; Segretaria Aurelia Glavinaz; Tesoriere
Anna Maria Piroddi; Consiglieri Helene Brunet, Filomena Gorga e Irene
Rimediotti
Il trend dei prossimi anni in termini
di iscritti non dovrebbe subire variazioni particolari si è mantenuto costante
negli anni.
Email: info@as.vda.it
Sito internet: www.oas.vda.it
Le Domande
Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
A livello regionale fino ad ora la
situazione rispetto alle esperienze di altre regioni è stata sicuramente più
rosea. Colleghe disoccupate in questo periodo non ne abbiamo. Sicuramente
rispetto ad anni passati in cui gli enti pubblici - presso cui lavora la
stragrande maggioranza degli assistenti sociali in quanto la libera professione
non in Italia è ancora agli inizi - anche per i vincoli nati con il nuovo Patto
di stabilità è più raro che siano pubblicati concorsi per assistenti sociali.
L'ultimo è stato bandito alcuni mesi fa dall'Asl e ha visto l'assunzione di
alcune colleghe. Per quanto riguarda l'amministrazione regionale invece
attualmente metà circa delle colleghe fanno parte della famosa società dei
servizi, di conseguenza non sono più direttamente dipendenti regionali con
tutti i vincoli che la società ha cioè contratti annuali che spesso, in sede di
rinnovo, prevedono sospensioni per un mese dell'attività e questo ha comunque
ricadute a livello di organizzazione del
servizio e di attività con l'utenza.
Esistono possibilità di lavoro in
valle d'Aosta o la situazione, come sembrerebbe, è satura?
E' effettivamente satura.
Bisognerebbe tentare di sviluppare aspetti più legati alla libera professione,
ma è pur vero che la nostra è una professione di aiuto che si rivolge a persone in difficoltà, spesso non solo
socio-ambientale ma pure economica, e l'accesso di questo persone ad un
servizio pagato è inevitabilmente più problematico. Ovviamente il ragionamento
si complica in una regione piccola come la nostra. Se invece prendiamo aree metropolitane
più grandi come Milano o Roma lì ci sono assistenti sociali liberi
professionisti che operano nel campo della mediazione familiare oppure rispetto
alla formazione. Da noi è più difficile far decollare un progetto di questo
tipo.
Quali sono state le iniziative di
formazione realizzate nel 2012 e quali sono in programma nel 2013?
Rispetto al 2012 - proprio in quanto
è partita anche per noi la formazione obbligatoria a cui fino a due anni fa non
eravamo tenuti - c'è stata una fase sperimentale che ci ha visti più che altro
impegnati sul codice deontologico, mentre dal punto di vista formativo l'offerta
del territorio è già piuttosto ampia. Chi di noi dipende da enti pubblici ha
davvero molta possibilità di svolgere attività formativa. Lo scorso anno è
stato perciò organizzato un corso di formazione sul nostro codice deontologico che
ormai è alla sua terza edizione, in quanto visto che la nostra professione è in
continua evoluzione è rivisto ogni due-tre anni. Abbiamo organizzato occasione
di formazione anche con altri ordini professionali con i quali lavoriamo a
stretto contatto, cioè psicologi e medici. E per il 2013 abbiamo intenzione di
portare avanti l'approfondimento deontologico con un'attenzione particolare
sull'attività che l'assistenza sociale svolge nell'ambito di comunità e poi
faremo un'iniziativa sul nostro ordinamento e abbiamo in programma un progetto
insieme agli assistenti sociali del Nord Italia sul ruolo del servizio sociale
nelle calamità naturali, uno stimolo che ci è arrivato dai colleghi dell'Emilia
Romagna.
Consigli per chi vuole svolgere
professione?
La nostra è una professione complessa
e che accoglie le persone in momenti particolari della loro vita e perciò
richiede una grande attenzione alla persona, una grande capacità di
collaborazione con altre figure professionali con le quali si crea quel lavoro
di équipe fondamentale soprattutto nella presa in carico delle persone in
difficoltà. Alle colleghe o a chi chiede
a noi di conoscere meglio la professione consigliamo di dedicarsi ad
essa non come fosse una missione, ma come una professione che richiede una poliedricità
necessaria.
Un giudizio sulla riforma degli
Ordini? Che cosa ha senso fare e che cosa no?
Come Ordine nazionale abbiamo redatto
un documento che riguarda proprio l'ordinamento della professione. Al nostro
interno, come conferenza dei presidenti dei vari ordini regionali, c'è stato un
grande dibattito legato soprattutto al percorso formativo in quanto il nostro
era un Ordine al quale si accedeva dopo una laurea triennale con un esame di
Stato, mentre il nostro obiettivo è quello di arrivare al quinquennio. La
nostra professione ha, a nostro avviso,
diritto ad una laurea magistrale in virtù della sua complessità. Inoltre il
mantenimento dell'Ordine è fondamentale in quanto la nostra professione ha un
alto grado di autonomia.
Qual è il rapporto con il mondo delle
imprese e con quello del credito?
Chiaramente ci rapportiamo a questi due mondi in maniera indiretta.
Sicuramente rispetto alla realtà delle imprese visto che l'Assistente sociale
fa un lavoro di comunità significa mantenere la rete dei servizi, ma non
soltanto di quelli istituzionali, ma anche di tutti gli altri. Di conseguenza
rispetto alla gestione di un caso il servizio sociale può avere a che fare con
imprese, crediti. Fino ad ora l'Ordine come istituzione non ha in realtà mai
fatto nulla di specifico.
Un valore da recuperare in questa
nostra società sempre più sfilacciata…
Nessuno meglio di noi riesce a
cogliere lo stato di salute della società di oggi. Io credo che oggi stiamo
perdendo il valore della solidarietà. Mi sento ancora di sottolineare che
rispetto a questo momento particolarmente critico come Ordini sia nazionali che
regionali abbiamo preso una posizione molto chiara rispetto al futuro governo,
rendendo pubblico un documento che sintetizza le grandi criticità del momento.
La prima è il lavoro. Dal nostro osservatorio vediamo che chi ha il lavoro lo
sta perdendo e chi non ce l'ha ancora non lo trova. Un grosso impegno deve
essere posto rispetto a questa problematica.
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